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«Rientro dei cervelli» esteso a tutto il 2017

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«Rientro dei cervelli» esteso a tutto il 2017

Investitori

Per rassicurare i soci esteri sui cambiamenti normativi si stabilisce che le regole per attrarre gli investimenti saranno permanenti roma.

Dal “rientro dei cervelli” all’«attrazione di talenti». L’agevolazione fiscale resta la stessa ma varrà per tutto il triennio d’imposta 2015-2017. È quanto prevede una delle nuove misure che il Governo sta mettendo a punto con il piano “Investment compact”. E che, salvo ripensamenti dell’ultima ora, potrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri martedì prossimo. Si tratta di un decreto legge ampio e che, come anticipato ieri su queste pagine, potrebbe imbarcare anche la riforma delle banche popolari (si veda il Sole 24 Ore di ieri) cui si aggiungerebbero una serie di misure sul credito come la portabilità dei conti correnti bancari e dei fondi pensione. Il cuore del provvedimento è comunque rappresentato dagli interventi per l’industria e la “tutela” degli investimenti, soprattutto se in arrivo dall’estero.

Su come attrarre talenti dall’estero o far rientrare quelli che hanno lasciato l’Italia, la soluzione definitiva non è ancora stata trovata. Sul tavolo ci sarebbero più soluzioni, a partire da quella che prevede l’estensione a tutto il triennio 2015-2017 del regime fiscale agevolato per chi rientra a lavorare in Italia introdotto nel 2011 e in scadenza per l’anno d’imposta 2015. Il regime fiscale agevolato, secondo cui i redditi di lavoro dipendente, quelli di impresa e quelli di lavoro autonomo percepiti dalle persone fisiche entrano nell’imponibile solo nella misura del 20% per le lavoratrici e del 30% per i lavoratori, secondo quanto prevede una delle modifiche allo studio, sarà riconosciuto anche a chi ha mantenuto la residenza nel proprio Paese di origine e viene assunto o avvia un’attività in Italia o, ancora, a chi ha frequentato un corso di specializzazione post lauream della durata di due anni accademici anche se di durata inferiore a 24 mesi.

L’altra ipotesi sul tavolo prevede anziché intervenire sul rientro dei cervelli (legge 138/2010) puntare a modificare direttamente il testo unico delle imposte dirette. Secondo questa seconda ipotesi allo studio il Governo potrebbe riconoscere ai lavoratori che rientrano in Italia un’esenzione decennale delle somme percepite a patto però che siano disposti a “investire” una parte delle somme percepite in Italia nel nostro Paese. In sostanza dovrebbero contribuire alla crescita del “Pil” non solo con le idee e le proprie capacità ma anche finanziariamente. Per ottenere il regime di esenzione, sempre secondo la norma allo studio, dovrebbe essere necessaria un’apposita istanza di interpello da presentare alle Entrate.

Il cuore del provvedimento, come detto, restano le misure sull’industria e soprattutto sugli investimenti esteri. La norma “salva investimenti”, fortemente voluta dallo stesso premier e anche questa oggetto di continui ritocchi, punta a introdurre il principio secondo cui «gli interventi normativi settoriali volti a promuovere gli investimenti privati non possono essere oggetto di modifiche che incidano negativamente sulle condizioni economiche degli investimenti effettuati oppure sui piani economico-finanziari delle concessioni, in mancanza di una preventiva analisi di impatto della regolazione». Inoltre potranno essere promossi accordi tra le pubbliche amministrazioni e le imprese, e questo per garantire la certezza giuridica e la tutela degli investimenti soprattutto nel caso di investimenti pluriennali oppure «di piani economico-finanziari delle concessioni di importo complessivo nominale superiore a 500 milioni di euro, per importi annuali non inferiori a 100 milioni di euro».

A soli 15 giorni dalla sua entrata in vigore, il nuovo decreto legge potrebbe intervenire anche sul “patent box” con un’estensione della tassazione agevolata a tutte le tipologie di marchi, inclusi quelli commerciali. Il regime fiscale ridotto si estenderebbe anche ai costi rilevanti ai fini dell’agevolazione, ricomprendendo ad esempio anche i costi sostenuti per la ricerca e lo sviluppo affidati in outsourcing (università, enti di ricerca o imprese di un differente gruppo).

Altro capitolo importante del decreto legge in cantiere è quello sull’innovazione. Arriveranno le Pmi innovative che, per un periodo predeterminato dall’inizio dell’attività, potranno accedere alle stesse semplificazioni e agli stessi incentivi oggi riconosciuti alle startup. Tra i requisiti richiesti quello di aver effettuato spese in R&S pari ad almeno il 5% del maggiore valore fra costo e valoro totale della produzione.

Le misure in arrivo

Attrazione dei talenti Estensione a tutto il triennio 2015-2017 del regime fiscale agevolato per chi rientra a lavorare in Italia introdotto nel 2011 e in scadenza per l’anno d’imposta 2015. Il regime fiscale agevolato sarà riconosciuto anche a chi ha mantenuto la residenza nel proprio Paese di origine e viene assunto o avvia un’attività in Italia

Banche Il decreto “investment compact” potrebbe contenere al suo interno anche la riforma delle banche popolari con l’abrogazione del voto capitario, cui si aggiungerebbero una serie di misure sul credito come la portabilità dei conti correnti bancari e dei fondi pensione

Brevetti Estensione del “patent box” a tutte le tipologie dei marchi, inclusi quelli commerciali. L’attuale normaprevede una tassazione agevolata dei redditi derivanti dall’uso e cessione di beni immateriali, in particolare brevetti e marchi a questi «funzionalmente equivalenti». Ora si estenderebbe il regime a tutti i marchi

Investimenti esteri Accordi specifici tra imprese e Pa potranno essere promossi per piani d’investimento pluriennali o piani delle concessioni superiori a 500 milioni, per importi annuali non inferiori a 100 milioni. Torna in pista, poi, l’idea di creare un’«Agenzia per gli investimenti» che accorpi le competenze sull’attrazione dei capitali esteri

Macchinari Riflessioni in corso sulla possibilità di potenziare anche la cosiddetta “Guidi-Padoan” (credito d’imposta del 15% su investimenti incrementali in beni strumentali). La finestra per effettuare i nuovi investimenti si chiuderebbe al 31 dicembre 2015 anziché al 30 giugno come prevede l’attuale normativa

Pmi innovative Nasce la categoria di “Pmi innovative” che, per un periodo predeterminato dall’inizio dell’attività, potranno accedere alle stesse semplificazioni e agli stessi incentivi riservati oggi alle startup. Le Pmi innovative dovranno rispettare una serie di requisiti, tra cui avere all’attivo almeno un brevetto