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Decreti Jobs act, governo chiede tempi stretti per i pareri parlamentari

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riforma mercato del lavoro

Decreti Jobs act, governo chiede tempi stretti per i pareri parlamentari

Tempi stretti per l’attuazione del Jobs Act: il governo punta infatti a varare «entro febbraio» gran parte dei decreti delegati per rendere operativa quanto prima la riforma del mercato del lavoro approvata a dicembre. E chiede tappe forzate anche per i pareri parlamentari sui primi due decreti sul contratto a tutele crescenti e gli ammortizzatori sociali, auspicando un via libera entro la prossima settimana, con circa due settimane di anticipo sul termine del 12 febbraio.

Camera, si punta a via libera prima del voto per il Quirinale
A spiegare la tempistica su cui conta palazzo Chigi è il sottosegretario al Welfare, Teresa Bellanova, al termine della commissione Lavoro della Camera che oggi ha avviato l'esame per il parere sui primi due decreti. Alla Camera, l’idea è qualla di centrare il risultato dei pareri prima delle votazioni sul presidente della Repubblica, «facendo un buon lavoro senza strozzare la discussione e senza dilatare i tempi».

Dlgs attuattivi varati «quasi tutti» entro febbraio
Il governo intanto lavora agli altri decreti attuativi, in primis quello sul riordino delle tipologie contrattuali. «Nel corso del prossimo mese» - ha spiegato Bellanova - «metteremo fuori quasi tutti» i decreti delegati. Più lunga, probabilmente, l’istruttoria del Dlgs sulla conciliazione delle liti in materia di lavoro, sul quale il governo intende avviare «una consultazione pubblica».

Damiano (Pd): tempi dipendono da risposta governo ad osservazioni
Al pressing del governo per il via libera ai pareri entro la possima settimana ha risposto a stretto giro il presidente della stessa commissione, Cesare Damiano esponente di punta della minoranza Pd. «La legge dice che il parere deve essere espresso entro il 12 febbraio», ha sottolineato Damiano, e «noi lavoriamo secondo il nostro stile consueto», con lo spazio per «discutere». Molto, ha aggiunto, «dipenderà dal modo in cui il governo terrà in conto delle nostre osservazioni».

Licenziamenti disciplinari, proporzionalità a rischio
Tra i problemi messi sul tavolo da Damiano quello della conformità tra legge delega e decreto attuativo. Restano poi dubbi sul fronte dei licenziamenti collettivi e sui licenziamenti disciplinari, per i quali il decreto attuativo prevede solo una fattispecie» mentre occorre «sottolineare il principio di proporzionalità tra l'infrazione e la sanzione: non credo si possa dare l'ergastolo a chi ruba una mela».

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