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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2015 alle ore 16:33.
L'ultima modifica è del 19 gennaio 2015 alle ore 19:11.
L’onda lunga delle proteste per la pubblicazione delle vignette caricaturali del profeta Maometto ad opera del giornale satirico francese Charlie Hebdo (la cui redazione è stata decimata dall’attentato terroristico dei fratelli Kouachi) coinvolge direttamente il continente africano, e in particolare il Niger, dove almeno 45 chiese cristiane sono state date alle fiamme. L’informazione arriva ufficialmente dal governo di Niamey, che conferma che i morti nelle violenze sono almeno dieci. Nella nota del governo si spiega che le vittime erano persone che durante le proteste si trovavano nelle chiese o nei bar dati anch'essi alle fiamme. Sono stati indetti tre giorni di lutto per le vittime. Gli scontri sono scoppiati venerdì a Zinder (nel centrosud del Paese) e sabato nella capitale Niamey, dove hanno inoltre provocato 173 feriti e gravi danni materiali, secondo i dati ufficiali.
Settori del radicalismo islamico stanno in queste ore manifestando in molte regioni del mondo contro la pubblicazione delle vignette, considerate blasfeme nei confronti del fondatore della religione islamica. Notevole il numero di manifestanti scesi in piazza nella capitale cecena, Grozny: il ministro degli Interni ceceno parla di oltre un milione di persone, mentre il ministro degli Interni della Federazione russa comunica un dato di 800mila manifestanti. Per il grande raduno sono arrivati musulmani da tutte le repubbliche del Caucaso russo e anche da regioni più a Nord.
Manifestazioni si sono verificate anche a Gaza e a Teheran. Nella capitale della Striscia le forze di sicurezza palestinesi controllate da Hamas hanno consentito a un gruppo rivale di salafiti jihadisti di sfilare per le strade per manifestare contro le vignette di Maometto pubblicate da Charle Hebdo e a sostegno dello Stato Islamico. «Oggi ricordiamo alla Francia e al mondo intero che se l'Islam ci ordina di rispettare tutte le religioni, ci impone anche di punire e uccidere chi assale e offende il profeta Maometto», hanno affermato i manifestanti, molti dei quali indossavano uniformi simili a quelle tipiche dei miliziani dell'Isis. «Aspettatevi altri eroi dell'Islam, voi che pregate il crocifisso», cantavano ancora i manifestanti. Verso la fine del raduno, sono scoppiati tafferugli tra i dimostranti e la polizia, che ha sparato colpi a salve per disperdere la manifestazione.
Centinaia di manifestanti si sono riuniti, inoltre, davanti all'ambasciata di Francia a Teheran per gli stessi motivi sopra elencati. I manifestanti, che hanno risposto all'appello del movimento studentesco islamico Bassidj, hanno scandito slogan come «Morte alla Francia», «Morte a Israele» e «Noi amiamo il Profeta».
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