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Terrorismo, Alfano: stato di allerta massima. Da dicembre nove…

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presto altre espulsioni

Terrorismo, Alfano: stato di allerta massima. Da dicembre nove espulsi

(Ansa)
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«Il nostro dipartimento della polizia di Stato è in stato di allerta permanente, la nostra filiera di sicurezza che si fonda sulle prefetture è in stato di allerta massima». Lo ha sottolineato il ministro dell'Interno Angelino Alfano nel corso di una conferenza stampa al Viminale.

Da dicembre nove espulsi
Da fine dicembre, sono stati espulsi nove soggetti, molto attivi sul web e alcuni dei quali reclutatori», ha riferito il ministro dell'Interno a proposito dell'azione in Italia contro il terrorismo di matrice fondamentalista islamica. Si tratta di cinque tunisini, un turco, un egiziano, un marocchino e un pakistano. «Questa azione - ha detto Alfano - è conseguente alla “stretta dei bulloni” annunciata». I nove espulsi, riferisce ancora il ministro dell'Interno Angelino Alfano, «erano tutti muniti di permesso di soggiorno per lunga residenza e da anni risiedevano in Italia». Inoltre, «due di loro hanno coinvolto anche la famiglia, con l'intenzione di mandare i familiari in Siria a combattere». Il ministro ha anche annuciato che si saranno presto altre espulsioni, «ma su questo manteniamo il riserbo, non dobbiamo dare vantaggi a nessuno».

Le azioni messe in campo
Il titolare del Viminale ha elencato tre azioni messe in campo: «ci sono state riunioni in ogni prefettura e le valutazioni sono state recepite in un quadro nazionale che consente un adeguamento delle misure di sicurezza; si è potenziata la rete della cooperazione internazionale; si sono condotte operazioni, osservando riserbo e silenzio, passando al microscopio ogni segnale che possa ingenerare dubbi sulla sicurezza».

Radiografati più di un centinaio di soggetti
«Abbiamo radiografato un numero di soggetti sospettati di attività terroristiche di stampo jihadista molto superiore al centinaio», ha spiegato il ministro dell'Interno che, dopo aver riferito anche sui nove espulsi dall'Italia e sul numero rilevato dei “foreign fighters”, ha promesso: «Saremo durissimi». Il nostro, ha detto il ministro, «è un lavoro che avviene nell'ombra, ma è un lavoro che non conosce sosta», perché in ogni caso «ci troviamo di fronte a una minaccia immanente che può colpire in qualsiasi parte del continente, minaccia che è sostanzialmente imprevedibile» e che costituisce «un pericolo potenziale che non ha elementi oggettivi».

Non esiste una lista nera
Il titolare del Viminale ha chiarito che «non esiste una lista nera. Il monitoraggio è continuo e il nostro lavoro si sta intensificando. Il comitato d'analisi per l'azione strategica anti-terrorismo è riunito in permanenza». Alfano ha anche assicurato che «in Italia abbiamo fatto tutto quanto necessario per prevenire, nei limiti del possibile, ogni minaccia terroristica. La filiera della sicurezza, che si fonda sulle prefetture, è in stato di massima allerta. È un lavoro che non conosce sosta, per difendere la nostra libertà e la nostra democrazia dagli attacchi del terrorismo».

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