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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2015 alle ore 12:09.
L'ultima modifica è del 19 gennaio 2015 alle ore 12:10.

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Il profondo significato del viaggio storico di Papa Francesco nelle Filippine, culminato nella messa di ieri a Manila cui hanno partecipato 7 milioni di persone, è anche nella frase confidata al cardinale Luis Tagle, giovane (e annoverato tra i possibili futuri “papabili”) arcivescovo della capitale: “L'Asia è il futuro della Chiesa”. Da quando è stato eletto pontefice Bergoglio ha compiuto sette viaggi internazionali, e ben quattro hanno toccato il continente asiatico se si considera anche la tappa di Ankara.

Che l'Asia fosse in cima alla sua agenda è stato chiaro dall'inizio, quando ha messo le periferie al centro della sua pastorale, e l'Asia è periferia per la Chiesa cattolica molto più dell'America Latina e per certi versi anche della stessa Africa, dove per adesso non è mai stato (ma dovrebbe andare in Uganda quest'anno). Le Filippine rappresentano il cuore cattolico di un continente a maggioranza musulmano e buddista, e dove il cattolicesimo ha avuto un approccio fortemente missionario, con una declinazione diversa da quello nelle terre americane.

Questo principio di “rispetto” delle tradizioni locali, che fu adottato da Matteo Ricci in Cina e che il Papa ha ribadito nella tappa in Sri Lanka, che permette una missionarietà non invasiva, rientra appieno dentro la grammatica pastorale del papa argentino, che sta sfumando il concetto di proselitismo – perlomeno quello inteso per secoli dalla Chiesa di Roma - come obiettivo prioritario e irrinunciabile. Bergoglio sa che questo può costargli qualche opposizione dentro le gerarchie, ma non teme le critiche, come ha dimostrato nel Sinodo sulla famiglia.

Quindi l'Asia al centro della geopolitica bergogliana, uno sforzo pastorale e diplomatico condiviso dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che del continente è profondo conoscitore e dove raccoglie grande stima, soprattutto a Pechino. Dalla capitale cinese per adesso non ci sono segnali riguardo al viaggio nelle Filippine: i giornali ufficiali oggi non hanno dato notizia della messa oceanica, ma bisognerà vedere se ci saranno dei messaggi dopo il volo di ritorno. Un elemento da non sottovalutare è che tra la Cina e le Filippine c'è da tempo un contenzioso (sulla sovranità di alcune isole nel Mar Cinese Meridionale) e quindi è da considerare normale che l'evento sia tenuto in minore rilievo rispetto a quello, per esempio, dell'agosto scorso in Corea del Sud.

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