PRO E CONTRO
Tre ex grillini potrebbero
dare l’ok all’Italicum,
mentre sono una ventina
i senatori del centrodestra pronti a votare contro
ROMA
Il voto contrario o, comunque, la non partecipazione al voto dei dissidenti Pd e dei frondisti di Fi ha un peso politico, soprattutto all’interno del partito di maggioranza. Ma, sulla carta, l’atteggiamento che terranno in Aula al Senato le rispettive minoranze interne dei dem e degli azzurri non dovrebbero mettere a rischio la tenuta della maggioranza e del patto del Nazareno che, in ogni caso, pallottoliere alla mano, dovrebbe uscire indenne dalle eventuali rispettive spaccature interne.
Stando ai numeri a Palazzo Madama, infatti, il nuovo testo dell’Italicum, così come riscritto dall’emendamento Esposito, può contare - salvo sgambetti imprevisti e sorprese dell’ultimo minuto - su un minimo di 195 voti circa, a seconda dei presenti in Aula, 33 in più rispetto alla maggioranza assoluta (pari a 162 voti). Mentre la riforma dovrebbe avere al massimo 202 voti. Certo, bisogna tener conto di quanti senatori saranno in Aula al momento del voto, quanti in missione e quante saranno le assenze “strategiche”. Sulla carta comunque l’Italicum dovrebbe avere il sostegno di 81 senatori Dem su 108 iscritti al gruppo. I dissidenti, originariamente 29, sono scesi a 26 dopo che tre senatrici hanno annunciato di voler di votare a favore della riforma: si tratta di Donatella Albano, Josefa Idem e Laura Puppato. Le tre senatrici fanno sapere di essere pronte a schierarsi con la maggioranza alla prova del nove del voto in Aula: «Il punto politico della riforma da promuovere – dicono - vale più di ogni motivata riflessione nel merito e vincola la nostra scelta al voto favorevole verso l’Italicum». Dal numero dei senatori Pd va sottratto anche il voto del presidente Pietro Grasso che, attualmente ricopre il ruolo di capo dello Stato pro tempore e che comunque, per prassi, non partecipa alla votazione.
Nel campo del centrodestra invece dovrebbero esserci 55 voti a favore dell’Italicum: potrebbero essere invece una ventina i senatori del centrodestra convinti a non votare per la riforma (13 senatori di Fi e 7 di Gal che vanno quindi sottratti ai 60 forzisti e ai 15 di Grandi autonomie). Dal gruppo misto dovrebbero arrivare 4 voti (compresi quelli dei senatori a vita Carlo Azeglio Ciampi e Renzo Piano) e tre potrebbero essere i sì di ex grillini (tanti sono quelli che non si sono espressi a favore dell’emendamento Gotor), mentre i 12 senatori ex M5s che gravitano nel gruppo Misto voteranno contro. Dai 17 voti che dovrebbero arrivare dal gruppo delle Autonomie va invece scomputato il voto del senatore a vita Giorgio Napolitano che ha già annunciato di non voler prendere parte a questa votazione. Ai 195 voti a favore dell’Italicum si arriva sommando a questi numeri i 36 voti del gruppo di Area Popolare (che raggruppa il Nuovo centrodestra e Udc), i 7 voti di Scelta Civica. Contrari all’Italicum tutti i 37 senatori del Movimento % stelle i sette di Sinistra ecologia libertà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA