I beni sottratti alle mafie sono gioie e dolori. Gioie per il piacere di sottrarli a mani criminali, dolori perché spesso il loro utilizzo ai fini sociali è lento e farraginoso.
Spesso, troppo spesso, anche la semplice conoscenza del “patrimonio” a disposizione diventa un percorso a ostacoli e così ogni sforzo nella direzione della trasparenza delle informazioni è benvenuto.
La Regione Toscana ha messo a disposizione l'Osservatorio e la Conferenza regionale sui beni confiscati alla criminalità organizzata. L'Osservatorio è realizzato dal Centro di documentazione Cultura della legalità democratica (Ccld) della Regione Toscana ed è finalizzato alla pubblicizzazione di tutta la documentazione disponibile sui beni confiscati alla criminalità organizzata presenti nella regione, con il proposito di facilitare le attività di studio, prevenzione e il riutilizzo sociale dei beni.
Il Centro di documentazione Cultura della legalità democratica è la struttura pubblica della Regione Toscana finalizzata alla raccolta, la produzione e la libera divulgazione di materiali informativi e documenti sui temi della criminalità organizzata e delle mafie, del terrorismo e delle stragi, della criminalità diffusa, della sicurezza urbana e dell'educazione alla legalità.
Il Centro è nato nell'ottobre 1994 e attualmente opera in attuazione della legge regionale n.11 del 10 marzo 1999 (Provvedimenti a favore delle scuole, delle università toscane e della società civile per contribuire, mediante l'educazione alla legalità e lo sviluppo della coscienza civile democratica, alla lotta contro la criminalità organizzata e diffusa e contro i diversi poteri occulti).
Il Centro fa parte del Coordinamento delle biblioteche e delle strutture documentarie della Regione Toscana) e della Rete degli archivi per non dimenticare.
L'Osservatorio è nato in occasione della XVIII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie (Firenze, 16 marzo 2013) in collaborazione con Libera. Le informazioni di base sono a cura dell' Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc). Le informazioni aggiuntive sono ottenute con il contributo delle amministrazioni locali, di Libera Toscana, dell'Arci Toscana, della Fondazione Caponnetto, dei volontari e dei ricercatori che hanno lavorato sul tema. L'iniziativa è aperta al contributo di tutte le associazioni operanti sul tema dell'antimafia sociale.
La banca dati liberamente consultabile sul sito della Regione Toscana contiene le informazioni dettagliate e le immagini dei 69 beni immobili e aziendali fino ad oggi confiscati, raggruppati nelle loro 37 localizzazioni. Sono presentate anche informazioni statistiche e altri documenti informativi su questa materia. L'Osservatorio supporta la Conferenza regionale sui beni confiscati, luogo per il confronto e la condivisione dei problemi e delle esperienze, per l'adozione di soluzioni operative e per agevolare il coordinamento con l'Agenzia nazionale.
Anche la Regione Lazio prosegue sulla strada del protocollo di intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati sottoscritto nel marzo 2013 con il Tribunale di Roma, il Comune di Roma, Confindustria, Abi, Confcommercio, Libera, Cgil, Cisl, Uil. L'obiettivo è quello di garantire l'utilizzo sociale dei beni e il rientro nell'economia legale delle aziende a partire dalla fase immediatamente successiva al sequestro senza aspettare i tempi della definitiva confisca. E' un passo avanti per migliorare e rendere più fluido l'intero iter di richiesta, assegnazione e gestione dei beni confiscati. Il Protocollo vuole creare un coordinamento comune per una loro gestione efficace e cerca di dare una risposta alla necessità di garantire l'occupazione delle aziende sequestrate e prevenire il rischio che beni immobili arrivino ai comuni, dopo gli anni che passano dal sequestro alla confisca, in condizioni di eccessivo deterioramento.
Con la sottoscrizione dell'accordo il patrimonio di Roma Capitale potrà arricchirsi di beni da mettere a disposizione della comunità, abbreviandone e semplificandone i termini di cessione e affidamento. Allo stesso tempo, il protocollo permette di assumere un impegno concreto per la salvaguardia dei livelli occupazionali di chi, senza colpa, da lavoratore si trova coinvolto nel sequestro per mafia di un'attività commerciale. Secondo i dati dell'Agenzia nazionale Roma è la terza città in Italia per numero di beni confiscati, ed è seconda, ex equo, con Milano per il numero di aziende confiscate.
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