È necessario intervenire sulla legge Fornero con strumenti flessibili di accompagnamento al pensionamento, come il prestito previdenziale, o si rischia un problema sociale. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine di un convegno alla Luiss di Roma.
In difficoltà chi ha perso il lavoro prima di maturare la pensione
«Il tema è posto - ha detto - noi sappiamo che esiste un problema che riguarda in particolare quelle persone che sono vicine al completamento del loro periodo per maturare i diritti alla pensione e che nella situazione di difficoltà hanno perso o possono perdere il posto di lavoro e non hanno la copertura di ammortizzatori sociali sufficienti a maturare la condizione di pensionamento». Per il ministro «uno strumento flessibile che aiuti queste persone a raggiungere i requisiti bisognerà sicuramente produrlo. Abbiamo molte ipotesi all'ordine del giorno, il prestito previdenziale è una possibilità , ce ne sono anche altre, vedremo».
Modifiche alla Fornero solo dopo i decreto attuativi del Jobs act
Eventuali modifiche alla legge Fornero per dare una soluzione al problema di chi perde il lavoro ma non ha ancora maturato i diritti alla pensione potranno avvenire solo dopo il completamento dei decreti attuativi della riforma del lavoro, ha spiegato il ministro del lavoro. Poletti ha spiegato che «la priorità assoluta sono i decreti di attuazione della legge di riforma del mercato del lavoro. Per noi questa è la priorità».
La proposta di Damiano
Sul tema è intervenuto anche Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera. «Siamo totalmente d'accordo (con il ministro Poletti, ndr) anche perché è da tempo che chiediamo un intervento significativo e strutturale di correzione della riforma Fornero. Abbiamo avanzato le nostre proposte - continua Damiano - che sono già state tradotte in disegni di legge del Pd: la principale prevede di consentire, a chi ha 35 anni di contributi, di accedere alla pensione a partire dai 62 anni con una penalizzazione massima dell'8 per cento». «A questa soluzione vogliamo aggiungere quella di “Quota 100” e ricordare l’esigenza di risolvere l’annosa questione dell’Opzione donna, evitando ulteriori rimpalli di responsabilità con l’Inps e la Ragioneria dello Stato», conclude Cesare Damiano.
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