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Da Consip oltre 10 miliardi di risparmi

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Da Consip oltre 10 miliardi di risparmi

  • –Marco Rogari

giÀ «tagliati» 8,1 miliardi

Complessivamente nel 2014 il risparmio realizzato è cresciuto del 18% sul 2013

Nel mirino sanità e servizi

agli immobili e alle comunità

ROMA

«Presidiare non meno di 50 miliardi di uscite per acquisti di beni e servizi su circa 90 miliardi di spesa complessivamente “appaltabile” da parte della pubblica amministrazione, con la possibilità di realizzare risparmi per almeno 10 miliardi se non di più». A definirli «obiettivi alla portata» di Consip per il biennio 2015-2016 è, in una conversazione con Il Sole 24 Ore, Domenico Casalino, l’amministratore delegato della società controllata dal ministero dell’Economia. Anche perché per effetto delle ultime ondate di spending review innescate dai governi Monti, Letta e Renzi il ruolo di Consip è diventato sempre più centrale nel sistema di qualificazione della spesa e di eliminazione degli sprechi. Non tutti gli ingranaggi del meccanismo di contenimento dei costi però funzionano ancora a dovere.

Il nuovo dispositivo basato su un sistema di sole 35 grandi stazioni appaltanti, con Consip perno centrale, che era stato previsto dal decreto Irpef non è ancora pienamente operativo. Rispetto alla tabella di marcia originaria c’è un ritardo di circa sei mesi: i decreti attuativi sono apparsi sulla Gazzetta ufficiale soltanto il 20 gennaio. E alla Camera c’è una forte spinta parlamentare, a suon di emendamenti di vari gruppi (anche della maggioranza) al milleproroghe, per posticipare ulteriormente l’operazione. Il Governo sembra però orientato a tenere duro. Il dispositivo «contribuirà ad arginare il fenomeno delle frodi», afferma Casalino. Che, guardando ai risultati già raggiunti da Consip, sottolinea: «Stiamo riportando la fiducia nei confronti dello Stato nella gestione degli appalti».

Anche se il consuntivo dell’attività non è ancora nero su bianco, dai dati in possesso della società del Mef emerge che «lo scorso anno Consip ha gestito circa il 50% delle transazioni di acquisto pubbliche» avendo di fatto voce in capitolo su un acquisto su due. E Casalino fa notare che se si tenesse in considerazione anche l’attività delle Centrali regionali, «con cui la collaborazione è molto buona» la percentuale salirebbe ulteriormente. È un caso interessante di vantaggio competitivo del pubblico sul privato, se si considera il fatto che nel privato solo il 12% dei contratti avviene su piattaforme di e-procurement. Consip, che ha triplicato i livelli di risparmio in cinque anni, opera tra l’altro con i propri specialisti su 75 mercati diversi.

Complessivamente nel 2014 i risparmi ottenuti facendo leva sul modello Consip hanno raggiunto quota 8,14 miliardi: il 18% in più rispetto ai quasi 7 miliardi realizzati nel 2013. La spesa presidiata dalla società del Mef ha raggiunto i 38 miliardi, quasi 1,9 miliardi in più rispetto ai 36,1 miliardi del 2013. Per far salire ulteriormente l’asticella a 50 miliardi nel prossimo biennio sarà necessario anche ricorrere a interventi maggiormente selettivi su singoli comparti merceologici di spesa. E due in particolare appaiono quelli con maggiori margini di risparmio potenziale: i servizi agli immobili e alle comunità, come ad esempio la ristorazione collettiva o la vigilanza armata, e la sanità. Su quest’ultimo fronte già rientrano nel modello Consip il lavanolo (ovvero i servizi di lavaggio e noleggio di biancheria ospedaliera) e la pulizia degli ospedali.

Il concetto di “spesa appaltabile” utilizzato in Consip comprende anche le spese per investimento che non sono invece inserite nella spesa per beni intermedi contabilizzata dalla Ragioneria generale dello Stato. Che nel 2011 cifrava quella voce in circa 91,5 miliardi (per il 71% imputabile alle amministrazioni locali, per il 27% alle amministrazioni centrali e il 2% agli enti di previdenza). Una spesa che vale il 12-13% delle uscite primarie e che è cresciuta del 20-30% a quinquennio tra il 1990 e il 2005.

Al “tetto Consip” dei 50 miliardi di spesa presidiata si arriverà anche (non solo) premendo l’acceleratore sulle convenzioni bilaterali con grandi enti (Sogei, Inail, Protezione civile sono i casi realizzati nel 2014) o lavorando su progetti complessi come quello sostenuto per l’Ato dell’Alta Murgia, una gara bilaterale gestita per il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani del valore di 153 milioni (il settore fattura ogni anno 6,8 miliardi). «Non c’è solo un obiettivo di risparmio sulla spesa ma la qualificazione e certificazione dei contratti, la trasparenza delle procedure, e la riduzione degli spazi per fenomeni corruttivi fanno degli appalti aggregati un vero e proprio strumento di politica industriale del Paese» dice Casalino, il cui mandato scade il prossimo mese di maggio.

Il cerchio di azione di Consip nei prossimi mesi si incrocerà anche con il programma di digitalizzazione dei processi amministrativi (dal 31 marzo scatta l’obbligo per tutta la Pa della fatturazione elettronica ed entro il 2016 si dovrebbe giungere alla dematerializzazione completa dei documenti). «Qualche anno fa - ricorda Casalino - era stato stimato in 5 miliardi l’anno il risparmio potenziale che il Codice dell’amministrazione digitale avrebbe potuto determinare. Si tratta di aggiornare quelle stime tenendo conto del fatto che il risparmio vero si ottiene quando lo switch off è davvero completo. Se pensiamo invece a quello che è avvenuto con il processo civile telematico, dove comunque è rimasto l’orientamento per un deposito cartaceo allora i risultati saranno diversi».

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