
“Enough is enough” urlano i sostenitori di Syriza all'arrivo del leader nel quartiere generale di piazza Eleftherias. Si accendono le luci dei flash e dei riflettori delle tv. Ma ci sono più giornalisti che supporter. L'appuntamento è per stasera a mezzanotte, quando sarà chiaro se Syriza potrà governare con la maggioranza assoluta. La festa attraverserà tutta la notte tiepida di Atene, ma queste sono le ore concitate dell'alchimia elettorale, una scienza che si alimenta di infiniti conteggi e percentuali.
Colpisce la rapidità e l'efficienza del sistema elettorale greco: 12 ore di tempo per votare e poi lo spoglio immediato che nella stessa nottata del voto archivierà i risultati definitivi. E colpisce la compostezza dei supporter di Tsipras e dei partiti sconfitti. Nulla è stato concesso all'emotività mediterranea che ci si aspetterebbe in questi frangenti e a queste latitudini.
Nelle case gli ateniesi sono incollati ai televisori. Despina Alexiou, un'insegnate di inglese e di greco agli immigrati, celebra la vittoria ripetendo “enough is enough”. I festeggiamenti di piazza non le interessano. Dice: “Domattina, come tutte le persone normali, inizio a lavorare alle otto”. E spiega: «Non mi aspettavo che Tsipras vincesse con queste percentuali così alte. Sono felice, e allo stesso tempo sono convinta che parte del risultato vada attribuito alla reazione collettiva contro la politica di Samaras nei confronti dei ceti più deboli. Un governo, anche se sotto scacco per i diktat della troika, non può accanirsi sui disoccupati, le donne, i bambini e i malati. In una parola, sui più deboli. Da domani, se la maggioranza assoluta a Syriza sarà confermata, la Grecia diventerà il nuovo laboratorio d'Europa».
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