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    Grecia, Gozi: pronti a lavorare con il nuovo governo. Salvini: un elettroshock

    «La vittoria di Syriza è certamente importante, ora sarà importante capire le proposte che farà il partito guidato da Alexis Tsipras. Noi siamo pronti a lavorare con il nuovo governo di Atene e, dopo questo voto, contiamo di avere nuove opportunità per proseguire il cambiamento in Europa a favore della crescita, degli investimenti e della lotta contro la disoccupazione che il nostro Paese ha già avviato». Così Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Unione europea, che su twitter aggiunge: «Congratulazioni a Alexis Tsipras, pronti a lavorare con il nuovo governo greco per una più democratica e politica Ue».

    Serracchiani: Tsipras consolidi lavoro Renzi in Ue
    A Gozi ha fatto eco la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani: «Siamo convinti che Tsipras saprà sfruttare al meglio il risultato elettorale raggiunto, per il bene della Grecia e per consolidare in Europa il percorso per la crescita cui ha lavorato il governo Renzi in questi mesi».

    Squinzi: sarà un problema per l'Europa
    Più problematica la lettura dei risultati delle elezioni in Grecia da parte del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che ad Affariitaliani.it ha dichiarato: «Sarà un problema per l'Europa, vedremo. Non c'è molto da commentare per il momento».

    Salvini: vittoria di Tsipras è elettroshock, ma Lega è altra cosa
    Il segretario della Lega Matteo Salvini ha parlato di «elettroshock» e di «un bello schiaffone all'Unione Sovietica Europea dell'euro, della disoccupazione e delle banche». Poi ha aggiunto: «ovviamente la Lega è un'altra cosa». E ha spiegato: «Tsipras è per un'immigrazione senza controllo e non parla di uscire dall'euro. È positivo perché è un partito anti-sistema, però ad Atene c'è Vendola a festeggiare, ma non è esattamente la rivoluzione a cui pensiamo noi». E ancora: «Adesso tocca a noi! Purtroppo, per colpa di Monti, Letta e Renzi, se Tsipras non pagherà una parte del debito, a rimetterci saranno gli italiani»

    Vendola: Europa si cambia da sinistra
    E in effetti Vendola ha festeggiato davvero. «La Grecia manda un messaggio straordinario: è da #sinistra che si cambia l'Europa, è da sinistra che si salva l'Europa», ha scritto il leader di Sel dopo i primi exit poll che sanciscono la netta affermazione del partito di sinistra radicale Syrizas, guidato da Alexis Tsipras. E ha aggiunto in un altro tweet: «Grazie Alexis, grazie compagni e compagne greci: una speranza contro la cinica politica austerity».

    Fassina: speranza per democrazia e per svolta
    Entusiasta anche Stefano Fassina. «La vittoria di Syriza è un fatto straordinario. Può essere una svolta per la democrazia prima che per il futuro dell'Unione europea e dell'euro-zona», ha dichiarato l’esponente della minoranza Pd. E ha aggiunto: «I cittadini greci hanno resistito alla minaccia di scenari catastrofici prospettati da forze interne e internazionali in conseguenza di una scelta alternativa al memorandum della Troika. Ad Atene la politica si rianima. Per la prima volta da tanto tempo in qua vince e va al governo un partito con un programma alternativo al mercantismo liberista centrato su austerità e svalutazione del lavoro». Poi l’auspicio finale: «Ora è fondamentale che il governo italiano e i socialisti europei» insieme «al governo greco, si impegnino per una radicale correzione della rotta dell'euro-zona».

    Capezzone: esito austerità Berlino-Bruxelles
    Laconico (e in latino) il commento di Daniele Capezzone (Fi), presidente della Commissione Finanze della Camera: «Se Berlino-Bruxelles non comprendono neanche il messaggio delle elezioni in Grecia, resta una sola spiegazione: 'Quos Deus perdere vult, dementat prius...'»

    Sacconi (Ap): nuovo umanesimo politico contro fallimento
    Per Maurizio Sacconi, capogruppo di Ap al Senato, il risultato elettorale in Grecia, invece, «segna il fallimento di un intero ceto politico europeo, incapace di affrontare le grandi sfide del nostro tempo perché privo di una visione che riconosca sempre la centralità dell'uomo».

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