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Dossier Il leader dei neonazisti di Alba dorata esulta dal carcere: «Siamo…

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    Il leader dei neonazisti di Alba dorata esulta dal carcere: «Siamo terzo partito»

    Seppur da una cella, dove dal 28 settembreb 2013 risiede in attesa di giudizio perché sospettato di essere il mandante dell'omicidio di un rapper antifascista, il leader dell'estrema destra greca, Alba Dorata, esulta: «Siamo chiaramente il terzo partito», ha dichiarato Nikolaos Michaloliakos.

    Stando ai regolamenti greci, se i leader dei primi due partiti (Tsipras di Syryza e Samaras di Nuova Democrazia) non riusciranno a formare un governo, toccare al leader del terzo. Quindi, per quanto sia al momento un’ipotesi remotissima, stando alle ultime proiezioni il terzo potenziale gettone per la formazione di un governo in Grecia potrebbe spettare ad Alba Dorata, partito che non nasconde le proprie inclinazioni fasciste e razziste.

    Le prime proiezioni indicano che il peggior incubo dei democratici greci è diventato oggi realtà: ripetendo il successo delle politiche del 17 giugno 2012 (in cui ottenne il 6,92% e 18 seggi in Parlamento), il partito di estrema destra Chrysi Avghì (Alba dorata, formazione con forti connotazioni filo-naziste e razziste) secondo le proiezioni exit poll avrebbe ricevuto tra il 6,3% dei voti, diventando il terzo partito del Paese dopo Syriza e Nea Dimokratia.

    Le urne sembrano quindi aver confermato quanto andavano predicendo da mesi le solite Cassandre mai ascoltate: devastato da oltre cinque anni di crisi economica e profonda recessione, il Paese è sempre più spaccato e ciò è dimostrato dalla polarizzazione dell'elettorato ai danni dei partiti centristi e socialdemocratici.

    Coloro che speravano che le raffiche di arresti effettuati l'anno scorso tra le fila del partito fondato e guidato da Nikos Michaloliakos potessero stroncare il rigurgito dei neo-nazi in Grecia si sono sbagliati. La disperazione della gente e il voto “per rabbia” contro i partiti tradizionali, hanno avuto la meglio sulla ponderazione e anche stavolta i greci hanno votato per ripicca a favore delle formazioni politiche più estremiste.

    Alba Dorata era finita in Parlamento per la prima volta nella sua storia il 6 maggio 2012 ottenendo il 6.97% delle preferenze e 21 seggi (su 300) in Parlamento. Il 17 giugno successivo il partito di Michaloliakos fece il bis con il 6.92% e 18 seggi, scavalcando ampiamente a destra lo stesso partito Laos - un bastione della destra greca più retriva - che non superò (né il 6 maggio né il 17 giugno) la soglia di sbarramento del 3% per entrare in Parlamento.

    Fra i temi di Alba Dorata che hanno fatto più presa sui greci vi sono stati senz'altro la linea durissima contro il crimine, contro l'immigrazione illegale (tanto da arrivare a proporre di minare le frontiere) e l'espulsione forzata dei clandestini. Proposte che senza dubbio hanno contribuito ad attirare sulle liste di Chrysi Avghì i voti di un elettorato sempre più stanco e confuso ma, soprattutto, arrabbiato con i soliti partiti percepiti come i responsabili dello sfascio del Paese.

    Oggi tutti i parlamentari di Alba Dorata, detenuti da mesi con l'accusa di aver costituito un'organizzazione criminale, hanno votato nei seggi installati appositamente nelle carceri del Paese. Fra loro, hanno votato in prigione Michaloliakos ed il portavoce del partito Ilias Kassidiaris oltre a Nikos Michos, Yannis Lagos, Giorgos Germenis e Efstathios Mpoukouras. Per loro e per gli altri parlamentari del partito, lo scorso 16 ottobre il giudice istruttore Isidoros Dogiakos ha chiesto il rinvio a giudizio. La magistratura greca avviò un'inchiesta sulle asserite attività criminali del partito filo-nazista dopo l'uccisione del rapper antifascista Pavlos Fyssas avvenuta ad Atene il 18 settembre 2013 per mano di Georgios Roupakias, militante di Alba Dorata e reo confesso.

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