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Lite Renzi-toghe, allarme mafie

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Lite Renzi-toghe, allarme mafie

  • –Giovanni Negri

Attacco delle toghe al premier nel corso delle inaugurazioni dell’anno giudiziario nelle corti d’appello. Il Pg di Torino Marcello Maddalena paragona Renzi al Napoleon della Fattoria degli animali («vuol far crepare di lavoro gli altri»). Duro anche il presidente della Corte d’appello di Bologna Giuliano Lucentini. Renzi amareggiato: o c’è un disegno o hanno perso il contatto con chi lavora. Intanto Canzio denuncia: il Nord è nelle mani della criminalità organizzata. pagina 7

Dal Nord al Sud il filo rosso di una forte preoccupazione per l’intensificarsi dell’attacco della criminalità, in varie forme, cuce, da tribunale a tribunale, relazioni e interventi in occasione del nuovo anno giudiziario, segnato dalle frizioni tra i magistrati e il governo Renzi. Tanto che in serata, dall’entourage del premier filtra «l’amarezza» confidata ai suoi: «accusarci di voler far “crepare” i magistrati per una settimana di ferie in meno significa che hanno un disegno o più semplicemente che hanno perso il contatto con gli italiani che lavorano». A provocare lo scontro, le parole di Marcello Maddalena, procuratore generale di Torino: «Pensavo che una delle prime riforme del Governo Renzi sarebbe stata quella relativa alla prescrizione, la famosa legge ex Cirielli (...) e invece la prima riforma è stata quella che ha brutalmente e malamente ridotto le ferie dei magistrati, riforma che ancora ci offende». Secondo Maddalena, Renzi «non ha trovato niente di meglio che ispirarsi al personaggio Napoleon de La fattoria degli animali di orwelliana memoria, che aveva scoperto, per risolvere tutti i problemi della vita, il grande rimedio: lavorare, anzi: far lavorare gli altri di più. Fino a farli crepare dalla fatica». Polemiche anche a Bologna, dove il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti ha lasciato l’Aula al termine dell’intervento del presidente della Corte d’appello Giuliano Lucentini che, dopo avere bollato come modesta la riforma della giustizia civile made in Renzi, ha attaccato osservando che, rispetto ai periodi di maggiore tensione tra magistratura e Governi Berlusconi, è cambiato solo il metodo «che è diventato mediaticamente più sottile e dunque di maggiore suggestività».

Tornado alla criminalità, Milano il presidente della Corte d’appello Giovanni Canzio ha sottolineato, con preoccupazione, l’offensiva di mafia e ’ndrangheta. Tanto che «la presenza mafiosa al Nord deve ormai essere letta in termini non già di mera “infiltrazione”, quanto piuttosto di “interazione/occupazione”. E ciò in forza di un diffuso controllo di intere aree del territorio, esercitato col metodo intimidatorio e in un clima di omertà che ne consente la penetrazione negli interstizi della società, delle istituzioni, delle amministrazioni locali, dell’economia».

E per Antonio Marini, procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma, neppure il mondo delle tifoserie organizzate è immune dal contagio criminale: «crea forte preoccupazione anche l’infiltrazione della criminalità organizzata nel mondo del calcio, come emerge da una serie di episodi e di inchieste giudiziarie avviate di recente. In questi ultimi anni i rapporti fra la criminalità organizzata sono diventati sempre più stretti e connotati di ambiguità, soprattutto quelli con la tifoseria degli ultras».

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando che, per rafforzare gli organici del personale ha annunciato almeno 2mila reclutamenti entro la fine dell’anno, prima, in termini generali ha ammesso che «la crisi sociale e l’indebolimento della struttura statale rende quest’ultima sempre più fragile di fronte agli interessi particolari che la condizionano e ai poteri illegali che la insidiano».

Poi il ministro ha avvertito che il terrorismo «rappresenta un pericolo reale che deriva dal fatto che ci troviamo di fronte a reti che hanno una dimensione transnazionale e che necessitano di un’attività di coordinamento delle indagini». Il ministro ha ribadito, da Genova, che «è importante che si crei una rete tra tutti i soggetti che indagano su questi temi e come abbiamo visto nella vicenda francese la tempestività della trasmissione delle informazioni è importante sia sul fronte della amministrazione che su quello della giurisdizione. In questo senso è fondamentale che ci sia un coordinamento anche sul fronte nazionale delle procure».

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