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Tokyo, riunione ministeriale d’emergenza dopo la decapitazione dell’ostaggio giapponese

(Ansa)
(Ansa)

TOKYO - Sono rimasto senza parole e sono profondamente indignato. Cosi' il premier giapponese Shinzo Abe, dopo una notte insonne durante la quale ha convocato una riunione ministeriale di emergenza, ha commentato oggi alla televisione il messaggio su Internet con l'immagine di uno degli ostaggi giapponesi decapitato, Haruna Yukawa.
L'altro ostaggio, il giornalista Kenji Goto, appare anch'egli in foto e la sua voce, in inglese, dichiara che i suoi rapitori dello stato islamico non chiedono più un riscatto in denaro, ma la liberazione di una terrorista detenuta in Giordania, Sajida Al-Rishawi, coinvolta nella strage del 2005 in un albergo di Amman.

Il padre dell'ostaggio ucciso dice di sperare che il messaggio non sia vero, ma il governo giapponese ne ha sostanzialmente confermato l‘autenticità. Abe ha parlato al telefono con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il quale ha dichiarato che l'America sta al fianco del Giappone nel condannare il brutale assassinio e nell'evitare cedimenti al terrorismo internazionale.

Tokyo ha fatto sapere di essere in contatto con le autorità della Giordania, dove aveva istituto la sua unità di crisi, e con altri Paesi per cercare di assicurare la liberazione di Goto. Ma l'escalation anche internazionale della vicenda non promette nulla di buono e Tokyo non ha confermato di avere canali di comunicazione effettivi con i rapitori.

Se è assurda la tesi espressa nel video dal giornalista rapito, secondo cui Abe deve considerarsi responsabile della morte del primo ostaggio, è anche vero che molti giapponesi si fanno una domanda: perche' il premier ha lasciato solo l'Imperatore alla cerimonia di commemorazione dei venti anni del grande terremoto di Kobe per andare a cercare guai con un viaggio troppo lungo in Medio Oriente, durante il quale oltretutto aveva sottolineato in modo eccessivo il contributo del Giappone alla lotta allo stato islamico? Le precisazioni successive, secondo cui i 200 milioni di dollari promessi ai Paesi sotto pressione dell'Isis andranno solo in aiuti umanitari, sembrano essere arrivate troppo tardi. E alcuni politici di opposizione, come Ichiro Ozawa, hanno cominciato a parlare di “impreparazione” del governo nella gestione della vicenda.

Tra coloro che oggi hanno pregato per il rilascio di Goto – che si era recato nell'ottobre scorso in Siria per cercare di contribuire alla liberazione di Yukawa – ci sono anche i fedeli di una chiesa evangelica di Denenchofu (un sobborgo di Tokyo), di cui Goto fa parte dopo essersi convertito al cristianesimo nel 1997.

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