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Gli Emirati rilanciano la loro strategia sulle rinnovabili

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Gli Emirati rilanciano la loro strategia sulle rinnovabili

(Corbis)
(Corbis)

A chi gli chiedeva se il calo del prezzo del petrolio poteva creare seri problemi agli Emirati Arabi Uniti, il ministro dell'Energia Suhail Mohamed Faraj Al Mazrouei, rispondeva senza esitazioni che la caduta dei prezzi del petrolio non avrà «effetti catastrofici» negli Emirati, aggiungendo che il petrolio rappresenta solo il 30 per cento del prodotto interno lordo degli Emirati Arabi Uniti.

È passato solo un mese da quella conferenza organizzata dal National Media Council ad Abu Dhabi, con un centinaio di giornalisti arrivati da tutto il mondo, e solo in questi giorni, dal vertice mondiale per le energie del futuro (Wefs) arrivano le conferme: il calo del petrolio non avrà un impatto rilevante sugli investimenti nelle energie pulite. In effetti il paese del Golfo, ha fatto di tutto per non essere schiavizzato da un'economia che abbia solo il petrolio come fonte di arricchimento e la diversificazione delle offerte sugli investimenti inizia a dare i primi risultati.

Il settore simbolo è quello delle energie rinnovabili. Il ministro dell'Energia ha affermato che gli Emirati Arabi Uniti adotteranno una nuova strategia per la diversificazione delle fonti di energia e che integreranno l'energia nucleare con gli idrocarburi e le fonti di energia rinnovabili per la generazione di energia. Una decisione presa anche per la crescita del settore, che lo stesso ministro precisa come abbia visto un notevole salto di importante crescita in questi ultimi 15 anni.

Il futuro degli Emirati è molto focalizzato sulle rinnovabili, basti pensare ai 13 miliardi di euro che Dubai indirizza direttamente ai progetti energetici verdi per i prossimi cinque anni. Ha già avuto inizio il programma per lo sviluppo di quattro centrali nucleari da 1.400 MW che servono a fornire il 25 per cento del fabbisogno di energia elettrica degli Emirati Arabi Uniti nel 2020.

Inoltre, insieme all'Egitto, il Paese con la più alta domanda di green energy nell'area Mena (Medio Oriente e Nord Africa), gli Emirati Arabi uniti hanno dichiarato che entro la fine dell'anno presenteranno una strategia energetica per l'intera Confederazione: Dubai rivede la propria e ne triplica l'obiettivo mentre Abu Dhabi riassesta il proprio budget idrico in prospettiva di meno consumi e maggiore efficienza. E ancora: Dubai, che per il 2030 si era già prefissa il traguardo di soddisfare almeno il 5% del proprio fabbisogno energetico attraverso energie pulite, ha spostato il suo target verso l'alto, fissandolo al 15%. A medio termine, l'emirato ha annunciato che il target 2020 è stato invece innalzato di sette volte. Come dire: da queste parti si tiene molto ai record, e l'oro nero, non si ferma al petrolio.

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