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Cdm rinviato, slitta per la terza volta l’esame del decreto…

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Cdm rinviato, slitta per la terza volta l’esame del decreto antiterrorismo

(Ansa)
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Mentre in Libia si scatena il caos, dopo l'attentato di un gruppo di uomini armati all'hotel Corinthia di Tripoli (11 vittime, e rimpallo di responsabilità tra il governo sostenuto dalle milizie islamiche e il governo riconosciuto dalla comunità internazionale, esiliato a Tobrouk), in Italia l'atteso “pacchetto antiterrorismo” segna il passo. Per la terza volta in pochi giorni, il governo ha deciso di rinviare l'esame del decreto legge destinato a rafforzare le misure contro il terrorismo internazionale, oltre che a finanziare l'impegno all'estero delle nostre Forze armate. Rinviato alla prossima settimana il Cdm in programma domani.

Maggioranza divisa sul “pacchetto”
Colpa delle consultazioni per l'elezione del presidente della Repubblica, spiega una fonte di Palazzo Chigi. Ma non solo. Non tutti nella maggioranza (e nella fila della magistratura) sarebbero concordi a rafforzare i poteri degli 007 e della procura nazionale antiterrorismo. Lo slittamento si sarebbe imposto anche per ragioni di opportunità: il pacchetto è troppo delicato perché a firmarlo sia il capo dello Stato “supplente”, Pietro Grasso: molto meglio attendere l'elezione del nuovo inquilino del Quirinale, che dovrà innanzitutto valutare l'esistenza dei requisiti di “necessità” ed “urgenza”.

Stretta su foreign fighters e propaganda sul web
Il provvedimento tornato nel cassetto a palazzo Chigi prende le mosse da un disegno di legge predisposto dal ministro dell'Interno Angelino Alfano sulla spinta della minaccia dell'Isis. Un testo agile, pochi articoli che miravano a colpire le modalità emergenti della minaccia jihadista: foreign fighters e lupi solitari. Da qui la previsione di pene fino a dieci anni di carcere per chi va a combattere nei teatri di guerra, sorveglianza speciale e ritiro del passaporto per i sospetti, giro di vite sui precursori degli esplosivi, stretta sui siti web.

Nuovi obiettivi dopo i fatti di Parigi
Dopo i fatti di Parigi, però, il testo ha ampliato notevolmente il suo raggio d'azione, con l'idea di istituire di una Procura nazionale antiterrorismo, da inserire nella struttura della Direzione nazionale antimafia. In cantiere anche un potenziamento dell'intelligence: oltre a stanziamenti straordinari per nuove assunzioni e tecnologie (circa 10 milioni di euro), anche novità normative come l'allargamento delle garanzie funzionali (commettere reati dietro autorizzazione) per gli 007, possibilità di fare colloqui in carcere, rilascio del permesso di soggiorno alle fonti dei servizi.

Ipotesi ddl per finanziare le missioni all’estero
Inoltre, il decreto avrebbe dovuto contenere anche il rifinanziamento delle missioni militari, con all'interno il ripristino dei 4.250 militari da impiegare nell'operazione Strade Sicure a fianco delle forze dell'ordine (con la legge di stabilità il contingente dall'1 gennaio è sceso a 3.000 unità). La “pausa di riflessione” dovrebbe portare a separare in due distinti provvedimenti: un ddl per il rifinanziamento delle missioni internazionali, un decreto legge per le nuove misure antiterrorismo.

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