Un politico, non un tecnico. È questa l’indicazione che arriva dal premier Matteo Renzi e dal ministro dell’Interno Angelino Alfano nel primo giorno di consultazioni tra il Pd e le altre forze politiche nella sede dei democratici al Nazareno. I primi sono stati gli esponenti di Per l’Italia-Centro democratico e Scelta civica, poi è stata la volta di Alfano e Area popolare-Ncd, Lega. Fdi. Poi la delegazione di Forza Italia e dopo Sel. Il presidente del Pd, Matteo Orfini, ha invitato gli ex parlamentari del M5S fuoriusciti dal gruppo a partecipare stasera agli incontri al Nazareno (oggi ci sono stati nuovi dieci addii a Grillo).
Berlusconi: possibile incontro ristretto domani a pranzo
Intanto Berlusconi ha annunciato che non sarà questa sera alle consultazioni, ma sarà presente la delegazione di Forza Italia composta dai capigruppo Romani e Brunetta, dai loro vice Bernini e Gelmini, dal consigliere politico Giovanni Toti e dalla portavoce, Debora Bergamini. Indiscrezioni rendono noto che un incontro “ristretto” tra Renzi e Berlusconi potrebbe essere previsto domani a pranzo. L’ex cavaliere ha convocato in mattinata i dirigenti del partito a palazzo Grazioli in vista dell’incontro con Renzi previsto alle 19.
Alfano usa una metafora tennistica: puntiamo all’ace
Il ministro dell’Interno Alfano ha ribadito a Renzi che anche i centristi, come il Pd, voteranno scheda bianca alle prime tre votazioni per puntare a chiudere «alla quarta-quinta votazione». «Puntiamo all’ace per evitare il doppio fallo, con la quinta che non vada bene», ha precisato. La metafora tennistica non è sfuggita: Giuliano Amato è un grande appassionato di tennis. Ma l’unico a fare esplicitamente il suo nome è il socialista Riccardo Nencini: «Il nuovo presidente della Repubblica deve avere le caratteristiche di Amato».
No a un tecnico, serve un politico
L’identikit sembra definito. «In modo molto chiaro - ha detto Alfano - abbiamo chiesto che il prossimo presidente della Repubblica sia un politico che abbia militato nelle istituzioni, abbia rapporti internazionali e sia un politico. Non è il momento per un tecnico al Quirinale perché deve accompagnare la più grande riforma istituzionale. Deve avere zero scheletri nell’armadio. Non andiamo a prendere novellini». A chi gli ha chiesto se tra i papabili ci sia un ministro, Alfano ha tagliato corto: «Abbiamo parlato delle personalità più adeguate dal punto di vista del curriculum, della forza e della personalità non della sedia che occupano attualmente».
Giannini: sì a un profilo politico alto
Anche con i centristi di Scelta Civica e Per l’Italia, ha detto la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini, «c’è stato un confronto sui principi di merito per l’individuazione di un profilo alto: noi riteniamo che la figura di un politico sia una garanzia importante in tal senso». «Come metodo - ha spiegato Giannini - ci siamo dati quello di riconfrontarci nella giornata di domani». Quanto ai nomi, «non ne abbiamo fatti e non ne abbiamo pensati».
Salvini: «Ho detto no a Prodi e Amato»
La Lega procederà da sola, indicando un proprio nome sin dalla prima votazione.
«Lo faremo oggi e sarà un candidato di centrodestra», ha detto Matteo Salvini, che ha aggiunto: «Da Renzi non è uscito nessun nome e nessuna ipotesi e questo mi preoccupa. Noi gli abbiamo detto che non vorremmo Prodi e Amato».
Vendola: no a proiezione del Nazareno, sì a garante del Parlamento
Per Nichi Vendola, governatore della Puglia e presidente di Sel, il nuovo presidente della Repubblica «non deve essere la proiezione di palazzo Chigi nè il sigillo del patto del Nazareno, ma il garante dell'autonomia del Parlamento». Uscendo dalle consultazioni al Nazareno sul prossimo inquilino del Quirinale, Vendola ha chiarito che «la sua elezione deve essere un momento che fa battere il cuore al paese». La speranza, ha concluso dopo aver escluso di aver parlato di nomi con Renzi, è quella di avere «un grande presidente, libero da poteri e garante del popolo italiano».
Meloni: Renzi vuole taglianastri, noi siamo con Salvini
«Da Renzi solo liturgie da prima Repubblica, per protesta contro questo metodo vecchio, noi di Fratelli d’Italia saremo in piazza per fare scegliere simbolicamente agli italiani il presidente della Repubblica», ha detto Giorgia Meloni al termine dell’incontro con Renzi al Nazareno. «Presenteremo oggi pomeriggio con Salvini un nome autorevole. Renzi sta lavorando evidentemente a un presidente consenziente, una sorta di taglianastri, e non autorevole».
Idv chiede un capo dello Stato autorevole. E non dispiacerebbe fosse donna
«L’Italia dei valori chiede che il nuovo capo dello Stato sia una persona autorevole, onesta. E non ci dispiacerebbe che fosse donna con le caratteristiche che potranno essere la garanzia per rappresentare al meglio l'Italia», ha dichiarato il segretario nazionale di Italia dei Valori Ignazio Messina all’uscita della sede del Pd dopo le consultazioni. «Abbiamo molto apprezzato la disponibilità del Pd che ha mostrato interesse per l'ascolto di tutte le forze presenti in Parlamento», ha sottolineato Messina.
Autonomie fanno nomi, poi precisano: non è la posizione dei senatori a vita
Il gruppo Per le Autonomie ha diffuso dopo le consultazioni una rosa di tre nomi graditi: Sergio Mattarella, Anna Finocchiaro, Graziano Delrio. Ma poco dopo, con una nuova nota, ha precisato che quella è la posizione dei senatori autonomisti Zeller, Fravezzi, Lanièce, panizza e del deputato Alfreider (Svp) ma non dei senatori a vita del gruppo: Giorgio Napolitano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia.
Contestato Rizzetto: non entra al Nazareno
Sputi e urla di contestatori Cinque stelle hanno impedito all'ex deputato M5s Walter Rizzetto di entrare nella sede del Pd di largo del Nazareno per incontrare Matteo Renzi sul Quirinale. Quando Rizzetto è arrivato al Pd, i contestatori gli hanno gridato «vergogna, non eri nessuno. Ora ti devi dimettere». Rizzetto è stato circondato dalla polizia che lo ha scortato lontano dalla sede Pd mentre i contestori ancora inveivano contro di lui. Intanto domani all'assemblea congiunta del M5s sarà scelta una rosa di nomi da proporre sul blog e da far votare agli iscritti. La decisione durante una riunione tra Grillo e Casaleggio a Milano. L'intenzione sarebbe quella di mettere in votazione 4 nomi, tra i quali quello di Romano Prodi.
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