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Dossier Si rafforzano i numeri pro-Patto del Nazareno

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    Si rafforzano i numeri pro-Patto del Nazareno

    (Ansa)
    (Ansa)

    I nove fuoriusciti del Movimento 5 Stelle che accettano di essere consultati da Renzi e che fanno arrivare a quota 35 i transfughi pentastellati, i 184 voti a favore dell’Italicum al Senato (quando la scorsa settimana l’emendamento Esposito aveva ottenuto solo 175 sì): questi due numeri ieri hanno fatto tirare un sospiro di sollievo agli uomini della maggioranza di governo che aggiornano il pallottoliere in vista del voto per l’elezione del successore di Napolitano. Le due cifre, infatti, danno un duplice segnale: da una parte si ingrossano le file dei possibili sostenitori del candidato che farà il Pd dopo le consultazioni con i partiti, e dall’altra si assottiglia il gruppo dei dissenzienti all’interno dei principali partiti, Pd e Forza Italia in primis.

    Il peso degli schieramenti
    Ricapitolando, sulla carta i grandi elettori del Patto del Nazareno (448 del Pd, 142 di Forza Italia e circa 200 dell’area centrista) contano su 750 voti quindi 77 in più del necessario alla prima votazione quando serve la maggioranza dei due terzi, quindi 673 voti. Ma le fratture all’interno di democratici e azzurri sconsigliano di rischiare, più sicuro aspettare la quarta votazione quando il quorum scenderà a 505 voti. Allora, sempre sulla carta, il “Patto del Nazareno” potrà contare su poco meno di 250 voti in surplus rispetto al necessario. Questo significa che l’alleanza potrà “permettersi” 250 franchi tiratori. Insomma un voto che dovrebbe essere blindato a meno di fronde dell’ultima ora che il voto segreto aiuta a manifestarsi.

    I frondisti
    Chi infatti in questi giorni sta tenendo sotto controllo i numeri che ciascun candidato potrebbe portare in dote guarda con apprensione a quel “Fronte del no” che potrebbe essere sottovalutato o sottostimato e comportare un doloroso insuccesso. Sommando i grandi elettori dei partiti di opposizione (Cinque stelle, Lega, Fratelli d’Italia, Gal e Sel) e i dissidenti del Pd, di Forza Italia e dei centristi si potrebbe arrivare ad una quota di 440-460 voti. Ma la performance ottenuta ieri in Senato sulla legge elettorale, insieme allo sgretolamento del M5S indurrebbero ad assottigliare questi numeri. I senatori dissidenti di Pd e Fi ieri in Senato sulla legge elettorale si sono fermati a quota 36 (24 democratici e 12 azzurri). Un numero che autorizza a immaginare scenari ben diversi rispetto a quelli che lasciavano prefigurare i 140 parlamentari raccolti da Bersani nella sua adunata della scorsa settimana.
    Sembra che, al momento del voto, la fronda dei dissidenti tenda a ridursi inesorabilmente. Vero è che sull’Italicum il voto è palese mentre sul Quirinale esso sarà segreto ma, al momento, i segnali sembrano più di distensione che di tensione. Ovviamente, anche le ultime trattative di oggi tra i leader avranno il loro peso e potranno cambiare gli esiti della votazione finale. Il pallottoliere rimane un’incognita fino alla fine.

    L’area centrista
    Il quadro dei numeri nel puzzle dei grandi elettori si esaurisce con la componente di area centrista composta da una quantità di mini-gruppi: si va da Ncd all’Udc, da Scelta civica agli ex montiani, dai socialisti a Tabacci, dagli autonomisti a Gal. Piccole ed anche piccolissime formazioni che però messe insieme esprimono una quantità davvero rilevante di grandi elettori, 200 per l’esattezza, assai più dei Cinque stelle o di Forza Italia (130 circa). In teoria i centristi dovrebbero tener fede all’accordo con Renzi, ma anche qui alcuni voti potrebbero mancare. Soprattutto da Gal, ma non solo: ieri sull’Italicum al Senato si sono manifestati anche 4 dissidenti Ncd: non hanno partecipato al voto Antonio Azzollini, Paolo Bonaiuti, Luigi Compagna e Carlo Giovanardi.

    I QUORUM
    Per l’elezione del capo dello Stato sono previsti due diversi quorum: la maggioranza dei due terzi nelle prime tre votazioni e la maggioranza assoluta dei voti a partire dalla quarta votazione
    Maggioranza due terzi - 673 voti
    Maggioranza assoluta - 505 voti

    PD
    Il Partito democratico conta su 448 grandi elettori (senatori, deputati e delegati regionali) anche se Piero Grasso, in qualità di capo dello Stato supplente, non voterà. I dissidenti non dovrebbero superare i 140 al massimo
    Grandi elettori - 448
    Potenziali dissidenti - 140

    FORZA ITALIA
    Forza Italia conta su 142 grandi elettori compresi senatori, deputati e delegati regionali. Più difficile individuare l’area del dissenso che però dovrebbe aggirarsi intorno ai 38
    Grandi elettori - 142
    Potenziali dissidenti - 38

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