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Amman tratta lo scambio di ostaggi

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Amman tratta lo scambio di ostaggi

IL RICATTO

Gli uomini dell’Isis hanno chiesto la scarcerazione di una donna aspirante kamikaze e di un terrorista detenuti in Giordania

Amman e forse anche Tokyo hanno trattato con l’Isis la liberazione di due ostaggi, il reporter giapponese Kenji Goto e il pilota giordano Maaz al-Kassasbeh e, secondo alcune fonti, la liberazione dei due uomini catturati in Siria sarebbe imminente.

In cambio la Giordania, alleata degli Stati Uniti nella lotta all’autoproclamato califfato islamico, ha concesso la jihadista irachena detenuta ad Amman, Sajda al-Rishawi e, sembra, anche Ziad al-Karbouli, stretto collaboratore di Abu Musab al-Zarqawi, il feroce capo di al Qaida in Iraq ucciso dagli Stati Uniti nel 2006, responsabile degli attentati più gravi del dopo Saddam. Ma le trattative e le febbrili procedure per lo scambio ieri sera non erano ancora concluse. Il ministro degli Esteri, Nasser Judeh, intervistato dalla Cnn, ha dichiarato che non ci sono le prove che il pilota sia vivo.

È stato il governo giordano ieri mattina, sul filo della scadenza di un ultimatum lanciato martedì dai terroristi, a uscire allo scoperto per dire di essere pronto a mettere in libertà la donna, responsabile di un attacco nella capitale giordana avvenuto dieci anni fa. «La nostra priorità è salvaguardare la vita del pilota» catturato alla vigilia di Natale a Raqqa ha fatto sapere un portavoce.

Nessun riferimento veniva fatto al giornalista giapponese apparso sabato in un terribile video nel quale mostrava la foto del suo connazionale decapitato dall’Isis e chiedeva, con un netto cambio di strategia degli jihadisti, la liberazione della terrorista. In precedenza, invece, gli uomini di al-Baghdadi avevano chiesto a Tokyo 200 milioni di dollari per i due giapponesi rapiti ma il premier Shinzo Abe aveva definito inaccettabile il ricatto. Sembra a questo punto che la posizione del governo giapponese si sia ammorbidita mentre il destino del giornalista veniva legato dai terroristi a quello del pilota. Secondo indiscrezioni infatti per la vita del giovane reporter gli jihadisti avrebbero chiesto la libertà di al-Karbouli.

Ieri sera la donna era in via di trasferimento da un carcere di Amman a uno sul confine iracheno mentre, sempre secondo i media, il giovane giornalista giapponese «era già in viaggio per la Giordania». Per completare lo scambio il governo giordano aspettava però garanzie sull’incolumità del suo pilota.

Sajda al-Rishawi era stata arrestata nel 2005 per un attacco suicida ad Amman che provocò 60 morti. Tre kamikaze, tra i quali il marito di Sajda, si fecero esplodere mentre l’innesco della cintura esplosiva della donna non funzionò. Arrestata, venne condannata a morte da un tribunale militare ma lo stesso anno la Giordania aderì a una moratoria sulle esecuzioni che sono però riprese dal mese scorso e la donna sarebbe stata probabilmente messa a morte tra poco. Dopo la richiesta di sabato e l’ultimatum di martedì - scaduto ieri alle cinque ora italiana - l’Isis ha allargato la richiesta di liberazione all’altro terrorista: due uomini per due uomini. Sarebbe un precedente importante, una svolta nei rapporti con l’Isis. Da Washington un solo commento, duro: «La nostra politica è che non paghiamo riscatti».

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IL PERSONAGGIO

La terrorista condannata a morte

Sajida al-Rishawi, la terrorista di cui l’Isis ha chiesto la liberazione in cambio del rilascio dell’ostaggio giapponese Kenji Goto Jogo è in prigione con l’accusa di essere coinvolta negli attacchi simultanei contro tre alberghi di Amman, il 9 novembre del 2005, costati la vita a 56 persone. Quella sera, la cintura esplosiva che al-Rishawi aveva addosso si inceppò e lei sopravvisse. Arrestata qualche tempo dopo, in un primo tempo confessò la sua partecipazione agli attacchi, salvo ritrattare. Condannata a morte nel 2006, ha presentato appello ed è al momento in attesa della sentenza