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Dossier Berlusconi (per ora) ribadisce il no

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    Berlusconi (per ora) ribadisce il no

    Silvio Berlusconi (Ansa)
    Silvio Berlusconi (Ansa)

    Apparentemente il Patto del Nazareno traballa. Solo apparentemente però perché Silvio Berlusconi all’intesa con Matteo Renzi non vuole rinunciare. Per questo ieri, quando sulla tavola imbandita a Palazzo Chigi il premier gli ha presentato come portata principale Sergio Mattarella quale candidato del Pd per il Quirinale, il Cavaliere anziché alzarsi da tavola ha concluso il pranzo salutando l’ospite con un arrivederci.

    Si rivedranno stamattina. Nell’incontro di ieri Berlusconi ha ribadito che tanto per lui che per Area popolare (Ncd-Udc) in cima alla classifica ci sono Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini. Al no di Renzi ai suoi candidati ha quindi replicato anche lui con un diniego. Ma si tratta di una questione più di forma che di sostanza. Chi rammenta le vecchie ruggini per il «no» nel 1990 dell’allora ministro Mattarella alla legge Mammì, quella che consentiva a Fininvest di mantenere tre reti televisive, deve anche ricordare che Fi non si oppose alla sua elezione a giudice costituzionale nel 2011.

    Non ci sono insomma «pregiudiziali» verso quello che alcuni temono possa rivelarsi un «novello Scalfaro». E Berlusconi ora sta valutando attentamente quali sarebbero invece i possibili danni collaterali. Al primo posto c’è il rischio Prodi, rilanciato nelle ultime ore dai 5 Stelle; al secondo l’ipotesi di un nome estraneo alla politica, ma di sicuro impatto popolare, quale ad esempio di Raffaele Cantone, il magistrato anticorrotti che Renzi sarebbe pronto a lanciare per uscire dalla palude dei veti incrociati. Di qui la prudenza dell’ex premier, che dopo aver concluso l’incontro a Palazzo Chigi, ha riunito i suoi parlamentari rassicurandoli che il confronto va avanti («non conviene a nessuno non avere un accordo sul Colle») ed evitando accuratamente di mostrare il peso sullo stomaco provocatogli dal pasto indigesto di Palazzo Chigi. Con Alfano ha concordato di mantenere per ora ferma la posizione.

    Il leader di Ncd in una riunione con i suoi ha ribadito il fronte comune con il Cavaliere. Ma cosa accadrà se Renzi dovesse oggi ufficializzare la candidatura di Mattarella all’assemblea del Pd? I numeri al momento dicono che il premier ha a disposizione 560 voti, compresi gli ex grillini, ai quali potrebbero aggiungersi anche i frondisti azzurri (circa 40) per marcare ancora di più la sconfitta del Cavaliere. Una prova di forza che Berlusconi vuole evitare, consapevole comunque che anche per Renzi una rottura plateale in un prossimo futuro potrebbe rivelarsi pericolosa, soprattutto per il buon esito delle riforme. Ecco perché tanto gli amici che i nemici del Cavaliere sono convinti che il Nazareno reggerà «nonostante Mattarella».