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L'incubo del miliardario DeGroote: da filantropo a finanziatore della…

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la storia/ gomorra IN CANADA

L'incubo del miliardario DeGroote: da filantropo a finanziatore della mafia (a sua insaputa)

Michael DeGroote (foto  da Cbc Hamilton)
Michael DeGroote (foto da Cbc Hamilton)

A 81 anni uno dei più rispettabili uomini d'affari canadesi si ritrova a dover combattere in tribunale contro businessmen legati alla mafia che hanno trasformato il suo ultimo sogno imprenditoriale in un “bad dream”.

Spiagge, casinò, gangster, mafiosi, finti uomini d'affari con tripli passaporti, incontri segreti, spie, mercenari, avvocati senza scrupoli, scontri armati e legali: la vicenda che ruota attorno a Michael DeGroote, sulle prime pagine dei giornali canadesi, ha tutti gli ingredienti per diventare il prossimo film di David Cronenberg. Il regista che in “A History of Violence” aveva indagato i rapporti tra gli affiliati della mafia irlandese e nella “La promessa dell'assassino” quella russa, ora dovrebbe raccontare le infiltrazioni dei mafiosi italocanadesi nella Dream Corporation, società di uno degli imprenditori più stimati del Paese. Ecco l'ipotetica sceneggiatura ricostruita sulla base dell'inchiesta di 35 pagine del «The Globe&Mail».

Prima scena maggio 2013 Toronto - Michael DeGroote, nato in Belgio classe 1933, in Canada dall'età di 14 anni, completo beige e cravatta lilla, nell'aula magna della prestigiosa università MacMaster nel dipartimento di medicina, a lui dedicato, annuncia ai neolaureati un'altra donazione da 50 milioni di dollari (dopo i 125 milioni già versati negli anni precedenti).

Seconda scena autunno del 2010 Toronto - Tutto inizia al matrimonio della figlioccia dove Michael DeGroote incontra un amico di vecchia data, Andrew Pajak. DeGroote e Pajak si conoscono da 40 anni quando il primo era già un imprenditore noto per le sue fiorenti attività nei trasporti e, il secondo, nell'immobiliare. I due si rivedono al party e brindando agli sposi decidono di fare affari insieme. Il belga, naturalizzato cittadino canadese, dispone di liquidità illimitata ed è abituato a collezionare aziende come francobolli, che vanno dalla gestione dei rifiuti, alle squadre di football, dalle concessionarie di auto, alle compagnie di taxi fino ai giacimenti di petrolio e gas. E' anche un filantropo, ha alle spalle un'accusa di insider trading finita con una conciliazione da 23 milioni di dollari, ama i Caraibi e da 20 anni risiede alle Bermuda. Pajak che, nel frattempo è entrato nel business delle macchine da gioco di seconda generazione con i fratelli Carbone, lo convince a investire in Jamaica nel casinò Vegas Flamingo. Dopo una ricognizione in loco con il suo consulente finanziario, DeGroote il primo dicembre decide di prestare all'amico 5 milioni di dollari.

Terza scena gennaio 2011 Santo Domingo - Pajak e i soci iniziano, con i soldi del milionario canadese, a fare shopping di casino' per creare una nuova Las Vegas a Santo Domingo. Nasce la Dream Company dove il ruolo di investitore è affidato a Pajak, la gestione a Antonio e Francesco Carbone e DeGroote risulta essere il creditore, colui che in cambio di futuri profitti ha prestato il contante.

Quarta scena Wooldbridge (periferia di Toronto) - I fratelli Carbone nascono come imbianchini e finiscono a fare gli imprenditori nel settore del tabacco e ,solo più tardi, si avvicinano al mondo del gambling: prima con un sito di scommesse online, che verrà chiuso dalle autorità canadesi, e poi con un'azienda di slot machines. I due, con l'appoggio di Pajak e con i soldi del magnate, comprano 12 casinò, 200 sale scommesse, 1100 terminali da gioco in 13 mesi. I fratelli acquisteranno anche due revolver con il numero di matricola cancellato che verranno scoperte più tardi negli uffici della società di Toronto ma, indicate dai due, come armi di difesa.

Quinta scena novembre 2011 Giamaica - Ad agosto il filantropo attratto da businessplan tarocchati apre una linea di credito di 92 milioni di dollari per il trio Pajak Carbone. A novembre il Vegas Flamingo chiude per bancarotta e DeGroote comincia ad aver il sospetto di non aver investito bene il suo denaro.

Sesta scena gennaio 2012 ufficio di DeGroote a Toronto - DeGroote capisce che qualcosa non va e chiama la Pricewaterhousecoopers per analizzare i documenti della società. I Carbone prendono tempo con i revisori dei conti e rimandano le scadenze di mese in mese. L'industriale fa causa ad Antonio e Francesco Carbone e Andrew Pajak accusandoli di essersi appropriati di parte dell'investimento in modo fraudolento.

Settima Scena 10 maggio 2013 Palazzo DeGroote Toronto - Il milionario, stufo di non avere risposte plausibili dai Carbone, accetta di incontrare un giovane avvocato Peter Shoniker, figlio di un conoscente. Shoniker va all' appuntamento accompagnato da Alex Visser, che giustifica la sua presenza dicendo di essere stato chiamato da Pajak, con lo scopo di fare luce sugli inciuci contabili dei fratelli Carbone. Visser si presenta come un ex soldato, anche lui vittima di un raggiro dei Carbone in un casinò nel Montenegro. E' alto e forte e, con modi sbrigativi, chiede denaro per risolvere la faccenda. Gli servono cinquecentomila dollari per comprare i servizi di alcuni poliziotti a Santo Domingo e scoprire gli altarini dei due fratelli. DeGroote promette ma non è convinto, e si riserva di parlare con gli avvocati prima di dare una risposta. Pochi giorni dopo il milionario scoprirà che quella conversazione era stata registrata e ora in possesso dei fratelli Carbone che la usano come prova di cospirazione nei loro confronti. Inizia l'incubo per Mr. DeGroote. A luglio dovrà poi fare i conti con una più cruda realtà: Mr. Visser, conosciuto alle forze dell'ordine come Zeliko Zderic, è un criminale assoldato dai fratelli Carbone per uccidere il socio minoritario Pajak e ricattare nuovamente DeGroote.

Ottava scena agosto 2013 Dream Casinò Santo Domingo - Un file dove i Carbone minacciano di morte Pajak arriva nelle mani della polizia. Antonio Carbone viene arrestato e durante la sua assenza Visser, alias Zderic, fuggito a Santo Domingo, si insedia alla Dream Corporation. Non è solo. Insieme a lui, in uno dei casinò, si vede spesso Vito Rizzuto, uno dei padrini della mafia siciliana in Canada. Rizzuto, Pajak e Vissner si vedono a Casa de Campo, un resort di lusso dell'isola caraibica.

Nona scena dicembre 2013 Toronto - Cadute le accuse su Carbone è ora lui stesso a subire le minacce di Zderic alleato con il boss Rizzuto. I due si incontrano a Toronto grazie all'intervento di Bruno Pisani, 75 anni, un vecchio socio di Pajak, con dieci anni di prigione alle spalle per traffico di stupefacenti. Bisogna risolvere la faccenda della società che dovrà avere, d'ora in poi, un unico capo.

Decima scena 19 dicembre 2013: raid al casinò- Gli uomini di Rizzuto assaltano la sede della corporation. Da un lato a menar pugni, lo scopriranno poi gli investigatori, ci saranno il rappresentante del presidente Andrew Pajak, Gianpietro Tiberio, mafioso canadese e dall'altro Richard Stacey Krolik, detto Rick il russo, un mercenario assoldato da Rizzuto. Colpo di scena 23 dicembre 2013 ospedale di Montreal- Vito Rizzuto muore per un cancro al polmone. A febbraio, mentre la disputa legale avanza nei tribunali, gli avvocati di Pajak intervistati in una trasmissione radiofonica di Santo Domingo affermano che la proprietà della Dream Corporation è ancora nelle mani dei fratelli Carbone.

Undicesima scena Corte di Giustizia novembre 2014 Toronto - Il finale è ancora da scrivere, ci sono almeno tre cause in atto. Pajak contro i Carbone e DeGroote, che ha perso più 90 milioni di dollari nel business del gioco d'azzardo, contro i “soci d'affari”. L'unico commento ufficiale che l'ottantenne ha rilasciato mentre sta preparando la battaglia legale è stato: “Sono sinceramente dispiaciuto e mortificato per aver accettato di investire in questa brutta avventura, soprattutto dopo una vita spesa a far crescere imprese di successo”.

Fine 23 gennaio 2015 sito del The Globe&Mail - Il giornalista Greg MacArthur pubblica l'inchiesta “Bad Dream” con un monito ai lettori: “La storia della Dream Corporation è un caso di studio sul potere, sulla ricerca di profitto in un Paese dove regolamenti permissivi, scarsa applicazione della legge e istituzioni pubbliche corrotte e corruttibili tramutano il business in un incubo. È dunque un promemoria per chi pensa che un investimento rischioso sia unicamente un gioco, dove si perde o si guadagna denaro”.

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