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Banche greche, bruciati 10 miliardi in tre giorni, poi il rimbalzo. Rischio nazionalizzazione, giù i depositi

I capitali che gli investitori internazionali avevano messo sul piatto lo scorso anno puntando sulle banche greche e la loro rinascita, è stato cancellato in tre giorni sotto la minaccia di un maggiore controllo del governo Tsipras sul credito, un segnale che suona molto vicino a una nazionalizzazione del settore.

In un tentativo di ricapitalizzare i loro bilanci squassati dall'haircut “volontario” del 53% di tutti i bond sovrani in mano ai privati deciso dal cancelliere tedesco Merkel e dal presidente francese Sarkozy il 7 dicembre 2011 nel vertice di Deauville, le banche greche hanno raccolto oltre 11,5 miliardi dollari in vendite di azioni supplementari nel 2014, il maggior aumento di capitale in almeno un decennio, secondo dati compilati da Bloomberg.

Tutto questo capitale è stato quasi spazzato via tutto nel momento in cui i titoli bancari hanno perso circa 11,4 miliardi dollari (oltre 10 miliardi di euro) in valore di mercato in questa settimana. Azioni della Piraeus Bank e della Banca Nazionale di Grecia sono precipitate diventando solo frazioni di quanto valorizzavano prima dell'inizio della crisi nel 2009. Oggi in Borsa è andato in scena un rimbalzo dei titoli bancari greci (Alpha Bank +19%, Eurobank +14%, National Bank of Greece +12,6%), a conferma della fortissima volatilità che regna sul mercato.

Nella sua prima settimana in carica, il primo ministro Alexis Tsipras si è impegnato a rinegoziare i termini del piano di salvataggio della Grecia e ha nominato alcuni ministri che hanno annunciato il congelemento delle privatizzazioni di alcuni società pubbliche. Questa decisione ha scatenato una percentuale record di vendite dell'indice bancario della Borsa di Atene che ha perso il 44% in tre giorni.

“Tsipras non è affatto pro-mercato, ma il governo possiede una grossa fetta delle azioni delle grandi banche,” ha detto Vassilis Patikis, responsabile dei mercati globali a Banca del Pireo, a Bloomberg. “Anche se non hanno diritto di voto, c'è il timore che il nuovo governo cercherà di riconquistare questi diritti e il controllo delle banche. Tale possibilità ha spaventato il mercato. Non è la nazionalizzazione, ma è abbastanza vicino».

Si parla anche di cambi al vertice della maggiori banche, personaggi che avrebbero dato prestiti a imprese o soggetti importanti della vita del paese (i cosidetti oligarchi) non in base a motivazioni economiche ma personali. Molte società del settore dei media sarebbero in grave difficoltà economiche e gravemente indebitati con le banche. Ci sarebbero quindi molti crediti inesigibili in vista. Si parla anche di possibili dimissioni del governatore della Banca di Grecia, Yannis Strournars, ex ministro delle Finanze del governo Samaras ed ex presidente del think tanks Iobe, un centro studi liberista di Atene.

Tsipras ha ricevuto ieri una telefonata del presidente americano Barak Obama che si è congratulato con lui e lo ha sostenuto nella sua richiesta di ridurre le politiche di austerità in Europa. Obama ha aggiunto, scherzando, a Tispras che anche lui all'inizio del suo mandato aveva i capelli neri.

Grecia: depositi bancari -2,4%, giù per il terzo mese di fila
Intanto, i dati della banca centrale greca rivelano che i depositi bancari in Grecia calano del 2,4% a dicembre. È il terzo mese di seguito che i risparmiatori greci ritirano i soldi dai loro conti correnti, per il timore di un braccio di ferro tra il governo di Atene e i suoi creditori. I depositi bancari delle aziende e dei risparmiatori scendono a da 164,3 a 160,3 miliardi di euro.

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