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Russia, la Ue estende le sanzioni a persone e società fino a settembre

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CONSIGLIO ESTERI

Russia, la Ue estende le sanzioni a persone e società fino a settembre

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Dopo un acceso dibattito, segnato anche dalle posizioni controverse del nuovo governo greco, i Ventotto hanno deciso la proroga delle sanzioni contro personalità ed entità russe e ucraine, in risposta ai nuovi scontri tra nazionalisti ucraini e separatisti russofoni in Ucraina orientale, dove Mosca è accusata di ingerenze. Sul fronte delle sanzioni economiche, i governi si sono limitati a chiedere ai servizi della Commissione europea di preparare eventuali nuove misure.

Presentando qui a Bruxelles l'esito della riunione straordinaria dei ministri degli Esteri europei, Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza, ha spiegato che le diplomazie nazionali hanno preso tre decisioni. La prima è stata di estendere fino al settembre 2015 le sanzioni contro individui ed entità russe ed ucraine (attualmente sono colpite 132 persone e 28 entità), decise nel marzo 2014 e che dovevano in origine scadere nel marzo prossimo.

“Inoltre – ha aggiunto – abbiamo chiesto ai nostri servizi di individuare entro una settimana i nuovi nomi da aggiungere a questa lista”. I nomi, ha precisato la signora Mogherini, saranno pronti per una decisione nella prossima riunione dei ministri fissata per il 9 febbraio. Infine, è stato deciso di chiedere alla Commissione di preparare “qualsiasi altra misura appropriata”. L'espressione è stato il risultato di un acceso dibattito all'interno del Consiglio; ed è nei fatti un compromesso.

Nel canovaccio delle conclusioni circolato mercoledì si leggeva che i ministri avrebbero chiesto la preparazione di “ulteriori misure restrittive”. Secondo un esponente comunitario, il testo è stato negoziato fino all'ultimo dai ministri, provocando anche un alterco tra i paesi che vogliono rafforzare le sanzioni contro la Russia, in particolare la Gran Bretagna; e i paesi che invece premono per posizioni più miti. L'accordo è stato trovato su un testo leggermente meno esplicito di quello del canovaccio.

La riunione è stata segnata dalla posizione greca. Nei giorni scorsi, il nuovo governo - guidato dal partito della sinistra radicale Syriza che conta tra i suoi leader persone ai tempi vicine all'Unione Sovietica - si è opposto a nuove sanzioni contro la Russia. “La Grecia è venuta a Bruxelles pronta al veto”, ammetteva un funzionario comunitario. Nella sua conferenza stampa, la signora Mogherini ha notato che la Grecia “ha difeso la sua posizione, ma è stata costruttiva e dedicata a mantenere l'unità europea”.

Sulla proroga delle sanzioni mirate contro persone ed entità, Atene era isolata nel rifiutare la misura. In un primo tempo, la scadenza doveva essere dicembre; è stata portata a settembre anche per venire incontro al governo greco. Sul fronte della sanzioni economiche, la Grecia non era, e non è sola. Sempre qui a Bruxelles, il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha sottolineato che l'Italia “è soddisfatta che non si siano state prese decisioni che dal nostro punto di vista sarebbero state premature”.

Commentando l'esito della riunione, il nuovo ministro degli Esteri greco, Nikos Kotzias, ha detto che l'accordo è “un buon compromesso”. Arrivando a Bruxelles, il nuovo capo della diplomazia greca aveva spiegato che il compito della Grecia era di “prevenire una frattura” tra l'Unione europea e la Federazione russa. “La Grecia – aveva detto – lavora per restaurare la pace e la stabilità in Ucraina, e nel contempo a prevenire una frattura” tra i due blocchi.

Il vertice di giovedì è giunto dopo nuovi scontri in Ucraina orientale, dove la Russia è accusata di ingerenza. La signora Mogherini ha definito “molto negativa” la situazione sul terreno. Al netto dell'evoluzione in Ucraina - oggi ci saranno a Minsk nuovi incontri tra Mosca e Kiev - i prossimi passaggi politici sono una riunione il 9 febbraio dei ministri degli Esteri, che possono decidere misure mirate; e un vertice il 12 febbraio dei capi di stato e di governo, a cui spettano le decisioni su eventuali sanzioni economiche.

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