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Eurostat: a dicembre Italia prima in Ue per calo disoccupati

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Eurostat: a dicembre Italia prima in Ue per calo disoccupati

Una partenza o meglio una ripartenza con passo da maratoneta. Al momento lento ma sicuramente incisivo e, c’è da sperare, destinato ad arrivare bene fino in fondo, sulla lunga distanza. Così il mercato del lavoro italiano visto con un’ottica allargata al resto d’Europa.

Prima i numeri, che indicano uno stato di salute in ripresa: a dicembre (rileva Eurostat) l’Italia ha fatto segnare il risultato migliore per quanto riguarda il calo della disoccupazione su base mensile. Il tasso è cioè sceso di 4 decimi di punto, passando dal 13,3% di novembre al 12,9% dello scorso dicembre. Un risultato ancora più rilevante se si considera che a dicembre 2013 la percentuale dei senza lavoro italiani toccava il 12,6 per cento. Ciò sembrerebbe indicare che, per quanto rispetto all’anno precedente ci sia stato un aumento, abbiamo comunque invertito il trend di un 2014 horribilis.

Anche perché il dato Ue 28 indica un risultato ben più ridimensionato dal 10% di novembre al 9,9% di dicembre. Al di là dell’ammontare dei quattro decimi di punto, il fatto di averli realizzati indica cioè che cerchiamo, con forza, di restare agganciati: a dicembre il tasso di disoccupazione nell'area euro si è attestato all'11,4%, in calo dall’11,5% del mese precedente e dall'11,8% dello stesso mese del 2013. Si tratta del livello più basso da agosto 2012.

Le consolazioni qui si fermano tuttavia. Se prendiamo i risultati raggiungi dai nostri diretti partner europei è presto evidente come la situazione resti critica. Lasciamo da parte l'irraggiungibile Germania che con il suo 4,8% (a dicembre 2013 era 5,1%) continua l’inesorabile progressione verso la piena occupazione e guardiamo Oltralpe. La Francia è con l’Italia e la Finlandia (dall'8,3% all'8,9%) l’altro paese in cui la disoccupazione è aumentata: 10,3% come a novembre e con un leggerissimo incremento rispetto al 10,2% di dicembre 2013.

Poi la Spagna: insieme alla Grecia (25,8% di disoccupazione) è il Paese che fa peggio, tuttavia il suo 23,7 appena riportato delle statistiche europee è ben sotto quel 25,6 % segnato a fine di 2013. La ricetta? Difficile al momento codificarla. Sicuramente un mix che vede l’apporto delle riforme e della ripresa economica, ottenuta grazie alla messa a frutto degli aiuti europei al sistema creditizio.

Più specificatamente per quanto riguarda il mercato del lavoro è l’effetto dell’entrata in vigore di una serie di misure che vanno dall’eliminazione della reintegra in caso di licenziamento, alla riduzione dell’indennizzo, al decentramento della contrattazione che ha portato una forte moderazione salaria e a un conseguente aumento dei margini dei profitti per le imprese. La bontà della strategia è ancora più evidente nell’impatto sulla disoccupazione giovanile passata dal 54,6% del dicembre 2013 al 51,4% del 2014, il risultato migliore in Europa che cede il primato solo all’Italia degli ultimi due mesi: dal 43% di novembre al 42% del mese scorso. Bene certo, ma ancora troppo poco se si considera che nell’area euro il dato è del 23 per cento.

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