Italia

Dossier Doppia fumata nera Schede bianche in calo segnale di «allerta»

  • Abbonati
  • Accedi
    Dossier | N. (none) articoli(none)

    Doppia fumata nera Schede bianche in calo segnale di «allerta»

    • –di Se.

    Le prime tre votazioni, quelle con quorum dei due terzi si chiudono con tre attese fumate nere. L'unico elemento fuori dal copione è quel numero di schede bianche (538 alla prima chiama, 531 alla seconda, 513 alla terza) che si assottiglia una votazione dopo l'altra ma che continua a discostarsi dal numero di grandi elettori dei partiti che avrebbero dovuto attenersi a questa scelta: 661. Si tratta di 148 voti di scarto che - solo teoricamente - potrebbero trasformarsi in franchi tiratori durante il voto di stamattina.

    Anche nelle votazioni di ieri (seconda e terza) è continuata la conta interna ai partiti. Non solo con le schede bianche ma anche con candidati di bandiera. Il Movimento Cinque stelle ha continuato a votare il magistrato Ferdinando Imposimato scelto attraverso le quirinarie sul blog di Grillo. E il partito ha tenuto contando tra i 120 e i 126 voti.
    Altra conta quella interna a Sel che su Luciana Castellina ha raccolto fra i 33 e i 37 voti, anche più dei suoi grandi elettori. Stessa storia per Vittorio Feltri sostenuto da Lega e Fdi che ha portato a casa da 49 a 56 voti registrando simpatie e consensi anche fuori dai due gruppi che contavano solo su 48 elettori. Stabile Emma Bonino sostenuta dai socialisti di Nencini che ha raccolto poco più di 20 voti per ogni scrutinio e Stefano Rodotà, usato da un gruppo di ex M5S, favorevoli alla candidatura di Mattarella, per contarsi. In questo caso il risultato ha fluttuato tra i 22 e i 23 voti.
    Un po' meno alla luce del sole invece un'altra conta, questa volta interna a Udc-Ncd. Marcello Gualdani e Giuseppe Pagano, due parlamentari Ap, hanno ottenuto in totale 17 voti alla seconda votazione e 18 alla terza. Voti che, sottolineano fonti parlamentari Pd, potrebbero provenire in buona parte da quel gruppo di Grandi elettori siciliani dell'area centrista tutt'altro che convinto sulla linea della scheda bianca (inizialmente indicata da Alfano)da mantenere alla quarta votazione. E i 17 e poi 18 voti di ieri, sottolineano le stesse fonti, potrebbero essere un segnale per oggi, quando sarà in campo Sergio Mattarella.

    Nella seconda e terza votazione si sono invece ridotti i voti a favore di personalità di centro-sinistra che potevano indicare una fronda interna ai democratici. Le preferenze per Prodi, che erano state nove (dichiaratamente provenienti dall'area di Civati) alla prima votazione, si sono ridotte a cinque nella seconda e a due nella terza. Stessa parabola per Pierluigi Bersani: cinque preferenze alla prima chiama, 2 alla seconda, una alla terza. E se Anna Finocchiaro, che aveva avuto due voti al primo scrutinio è uscita di scena nei due successivi, lo stesso Sergio Mattarella ha totalizzato cinque voti al primo tentativo e 4 negli altri due.
    Risultano infine in calo le schede nulle dalle 33 della prima votazione alle 27 della terza e in aumento invece i voti dispersi che passano dai 48 del primo scrutinio ai 61 dell'ultimo. Quanto agli assenti, dopo il picco della seconda votazione (56), si sono un po' ridotti nella terza (40).

    © Riproduzione riservata