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Ira Ncd, Lupi: non siamo il tappetino di Renzi. Sacconi:…

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le tensioni nel centrodestra e il governo

Ira Ncd, Lupi: non siamo il tappetino di Renzi. Sacconi: pronti a uscire dal governo

Dopo lo sfaldamento di Fi nel giorno dell'elezione del nuovo capo dello Stato (un drappello di una quarantina di azzurri ha votato Mattarella, non seguendo l’indicazione di scheda bianca), Berlusconi è al lavoro per ripristinare una leadership parecchio ammaccata. Ma anche Ncd è in forte fibrillazione, dopo le dimissioni di Maurizio Sacconi da capogruppo al Senato di Area popolare (Ncd e Udc) e di Barbara Saltamartini da portavoce del partito. La deputata, che questa mattina ha annunciato anche l’abbandono di Ncd, secondo indiscrezioni potrebbe approdare nella Lega di Matteo Salvini. Non solo. Sarebbero altri sei senatori pronti a lasciare Ncd in aperta protesta per la la strategia adottata da Alfano durante l'elezione del capo dello Stato e la gestione del partito. Mentre Sacconi, che ha ribadito la «leale collaborazione con Alfano», ha però avvertito: «Ncd si deve tener pronto ad uscire al governo, se ci troviamo di fronte a provvedimenti inaccettabili sui grandi temi sensibili come il fisco, lavoro e la giustizia». E il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha rincarto la dose: «A Renzi diciamo che non siamo nati per fare i cespugli e neppure i tappetini».

A preoccupare invece l’ex Cavaliere è il clima da guerra tribale dentro Forza Italia: Raffaele Fitto ha attaccato a testa bassa i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani, chiedendo l’azzeramento del gruppo dirigente. A finire sotto il fuoco del cosiddetto “cerchio magico”, è soprattutto Denis Verdini, il plenipotenziario della trattativa con Matteo Renzi sul Patto del Nazareno. «Ci rimproveriamo di aver continuato a dare fiducia al premier nonostante della sua incoerenza avessimo avuto prova più volte in questi mesi. Ed è un’inaccettabile ingenuità da parte di chi si è assunto la responsabilità di trattare politicamente con Renzi per conto di Forza Italia. Mi sarei aspettata, soprattutto da parte di Denis Verdini, una presa di responsabilità pubblica di questo fallimento» ha affermato in un'intervista a Repubblica, la senatrice di Forza Italia Maria Rosaria Rossi, braccio destro di Berlusconi, che ha aggiunto: «Ad oggi, il patto del Nazareno è sospeso». Pronta la replica di Verdini a Repubblica tv: «Le dimissioni non sono nel mio Dna e non ne vedo le ragioni. Le opinioni della Rossi non le condivido e non le commento».

Bruno (Fi): patto Nazareno è tramontato
Renzi è ottimista («L'elezione del capo dello Stato ci mette il turbo, sulle riforme andiamo avanti anche senza Forza Italia»), ma, nonostante le smentite dei giorni scorsi di Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi («Faremo le riforme, continueremo a farle. Anche se con un clima diverso»), i rischi per la tenuta il patto del Nazareno sono seri. «Berlusconi vuole mantenere la parola data, ma adesso non so come sarà possibile far votare i nostri parlamentari: nel loro animo il patto del Nazareno è tramontato. Non so se, e come, Berlusconi riuscirà a convincerli a tenerlo in piedi». Così, intervistato dalla Stampa, il vicepresidente dei senatori di Fi Donato Bruno ha spiegato che, dopo la partita del Quirinale, «niente sarà come prima».

Toti a Fitto: no divisioni, sì patto generazionale
Intanto da Giovanni Toti è arrivata un’apertura all’eurodeputato Raffaele Fitto, leader dell’ala “frondista” dentro Fi. «A Fitto voglio fare appello per assumersi delle responsabilità - ha detto Toti -. Lui ha fatto un'opposizione a viso aperto, gliene va dato atto. Ora trasformi le idee di opposizione in idee di gestione, entri dentro con patto generazionale, un “patto dei quarantenni”. Non è il momento delle divisioni»

Sacconi (Ncd): asse troppo a sinistra, pronti a uscire da governo
Anche Ncd, alleato di maggioranza nel Governo, ha subito una notevole torsione con la svolta decisa all'ultimo da Angelino Alfano di convergere su Mattarella e abbandonare la scheda bianca concordata con Forza Italia. «Mi sono dimesso da capogruppo e confermo le mie dimissioni» ha chiarito ieri il presidente dei senatori di Area popolare (Ncd e Udc) Maurizio Sacconi, ribadendo però la «leale collaborazione con Alfano». Oggi Sacconi ha rincarato la dose. Ospite de 'La telefonata' di Maurizio Belpietro, ha affermato che Renzi «ha pericolosamente spostato a sinistra l'equilibrio politico». E ha avvertito: «Ncd si deve tener pronto ad uscire al governo, se ci troviamo di fronte a provvedimenti inaccettabili sui grandi temi sensibili come il fisco, lavoro e la giustizia».

Lupi a Renzi: noi necessari, non tappetini
Anche il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi non ha nascosto la sua irritazione: «Al segretario del Pd, nonché presidente del Consiglio, diciamo che non siamo abituati e non siamo nati per fare i cespugli; non siamo attaccati alle poltrone ma non siamo neanche abituati a fare i tappetini - ha detto Lupi -. I cespugli sono quelli che hanno permesso con responsabilità la nascita del governo Letta e poi Renzi». E dopo aver assicurato che la leadership di Alfano «non è in discussione» ha rivendicato la necessità di essere «più forti e più chiari sul ruolo che l'area popolare vuole e deve assumere». Mentre per il coordinatore del partito, la “colomba” Gaetano Quagliariello, Ncd è a un bivio: «Deve decidere se restare al governo - ma con un'alleanza strutturata in cui Renzi non possa scegliere, di volta in volta, con chi allearsi, a seconda della convenienza, - oppure se perseguire da subito una ricomposizione di un centrodestra, oggi balcanizzato, che superi la leadership di Berlusconi».

Saltamartini lascia Ncd, stamattina incontro con Alfano
Intanto Barbara Saltamartini lascia il Nuovo centrodestra. Dopo essersi dimessa sabato scorso da portavoce del partito in dissenso con la decisione di Angelino Alfano di votare Sergio Mattarella presidente della Repubblica, Saltamartini ha deciso di dire addio a Ncd.
La deputata, che questa mattina ha incontrato Alfano, secondo indiscrezioni, potrebbe approdare nella Lega di Matteo Salvini. «La mia scelta - ha dichiarato Saltamartini - è maturata dopo l'ennesimo strappo compiuto dal premier Renzi che, non sulla scelta del nome del Presidente Mattarella, ma nel metodo, ha imposto agli alleati una decisione presa solo con il Pd e che Ncd ha avvallato alla quarta votazione». Poi ha aggiunto: «L’appoggio a Renzi non è più sostenibile né utile a costruire il centrodestra.

Salvini (Lega): centrodestra morto
Sullo sfondo la partita della ricomposizione del centrodestra a partire dalle regionali di primavera. La Lega, per ora, si tira fuori: «Il centrodestra è morto - ha tuonato il segretario dsel Carroccio Matteo Salvini intervistato da Qn e Tempo - va ricostruito dalle fondamenta. Attualmente in Parlamento non esiste un'alternativa moderna, liberale, veramente europea al governo Renzi. C'è il Ncd di Alfano che pur di mantenere la poltrona si allea anche con Vendola, com'è accaduto per il Quirinale. E c'è Fi nel caos più totale». Secondo Salvini, «viste le attuali condizioni del quadro politico, se si votasse domani mattina la Lega non si alleerebbe né con Berlusconi né con Alfano».

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