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Il fenomeno Naomichi Hanazono: kabuki & Lady Gaga, shamisen &…

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Il fenomeno Naomichi Hanazono: kabuki & Lady Gaga, shamisen & rock

TOKYO – Che c'entrano le danze tradizionali per il kabuki con Lady Gaga, o lo shamisen (lo strumento delle geishe) con la chitarra elettrica per travolgenti rock'n roll? Apparentemente, nulla. Ma non esistono limiti alla possibilità di travolgere le barriere tra generi artistici e musicali per delineare nuove formule di intrattenimento. Lo dimostra Naomichi Hanazono, nato a Tokyo 26 anni fa e diventato un fenomeno culturale all'insegna dell'ibridazione, protagonista di performance decisamente originali che di recente ha portato anche fuori dal Giappone (negli Usa e in Corea): una sfida alle convenzioni che può apparire estrema ed è in grado di offrire all'osservatore straniero una nuova prospettiva sulla cultura giapponese.

Hanazono, figlio d'arte per parte di madre, spiega di essersi formato fin da giovanissimo sul Nihon buyo, arte tradizionale che combina danza e pantomima (in particolare nello stile Bando-ryuu), oltre ad acquisire presto una maestria nel suonare lo tsugaru shamisen, antico strumento adatto anche a improvvisazioni. Su questa base ha sviluppato un tipo di spettacolo che incorpora la musica occidentale contemporanea, in un apparente eclettismo che lo porta vere e proprie virtuosità trasformistiche: sul palcoscenico alterna la costruzione di un personaggio in kimono, hakama e ventaglio a quello di un interprete di melodie popolari drammatiche, e con la sua compagnia Kabuto arriva a mettere in scena una versione danzata made in Japan di “Judas” di Lady Gaga. Certo, per quanto innovatrice, la sua formula di spettacolo è inevitabilmente orientata ai gusti del pubblico giapponese, che viene coinvolto ad esempio in un karaoke o in risposte ritmiche gestuali. L'audience si entusiasma e lo spettacolo finisce con la gente sul palco a cantare e ballare. Nella sua schiera di fan entusiasti prevale un pubblico femminile di età non giovanissima.

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