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L’Isis che dà alle fiamme i libri di Mosul: il rogo della ragione

Dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini. L’aforisma del poeta tedesco Heinrich Heine si tramutò in una drammatica realtà la notte del 25 agosto 1992 quando l'artiglieria serba distrusse a cannonate la Vijecnica, l’antica biblioteca di Sarajevo. Fu così qualche anno dopo anche a Baghdad, dove in pochi giorni, nell’aprile 2003, venne distrutta da un incendio doloso la biblioteca nazionale e insieme anche gli archivi nazionali che custodivano i segreti del regime di Saddam Hussein. E ora la storia si ripete con il Califfato a Mosul.

Migliaia di libri sono stati sequestrati e dati alle fiamme dai jihadisti dello Stato Islamico. I miliziani sunniti hanno assaltato la biblioteca centrale di Mosul portando via più di 2mila volumi: storie per bambini, libri di poesia e testi di filosofia, giudicati contrari all'Islam. Ma non contenti hanno fatto irruzione anche nell’università dando alle fiamme centinaia di libri davanti agli studenti. E per mandare un messaggio ancora più chiaro hanno arrestato il titolare della più antica libreria di Mosul, ad al Najafi, con l’accusa di vendere testi cristiani.

L’Iraq non è solo guerre e petrolio. È storia, arte e civiltà del libro. Qui nel 4000 a.C. furono aperte le prime biblioteche nelle quali Sumeri, Assiri e Babilonesi raccolsero le loro tavolette d’argilla. Nella città di Ninive, proprio nel governatorato di Mosul dove ora i jihadisti abbattono le antiche mura, sorse, voluta dal re Assurbanipal, la più grande biblioteca del mondo antico ricca di oltre ventimila tavolette tra cui quelle recanti la narrazione dell’epopea di Gilgamesh. Un culto della conservazione del sapere proseguito con la civiltà araba, durante la quale, sotto il lungo regno degli Abbassidi, la capitale Bagdad arrivò ad avere ben 63 biblioteche. Poi, a spazzare via tutto ci pensarono i mongoli che nel 1258 devastarono la capitale. Si racconta che i manoscritti e i volumi gettati nel Tigri erano così numerosi da permettere, per lungo tempo, il passaggio da una riva all’altra attraverso cataste affioranti.

Oggi, un’altra invasione, quella del Califfato, rischia di distruggere quel che resta dell’antica e fragile civiltà del libro giunta fino a noi, attraverso i secoli, tramite l’Iraq moderno. Ma la furia dei jihadisti non si ferma davanti alle bilioteche. A farne le spese sono state anche alcune parti delle millenarie mura di Ninive, già capitale dell’impero assiro, dove scavano da anni anche gli archeologi italiani. La città viene più volte citata anche nella Bibbia dove il profeta Giona ne annuncia la distruzione. Ora la profezia si sta avverando ma per mano del Califfato, inarrestabile orda di barbarie.

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