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Mattarella: «Sarò arbitro imparziale, i giocatori aiutino…

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Mattarella: «Sarò arbitro imparziale, i giocatori aiutino con la correttezza»

LaPresse
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Comincia dalla crisi economica che ha messo a dura prova il sistema produttivo, che ha generato ingiustizie sociali, nuove povertà, difficoltà soprattutto per i giovani. Il discorso di Sergio Mattarella parte da qui, dalla società e non dalle istituzioni. Sono, insomma, i nuovi bisogni sociali e dei cittadini, dei lavoratori, degli imprenditori, che dettano quell’«agenda esigente» a cui è chiamata a rispondere la politica e i massimi vertici dello Stato per «scongiurare il rischio di intaccare il patto sociale» scritto nella Costituzione. Dunque è il legame forte con la realtà, soprattutto con quella economica, che porta alla necessità delle riforme, di tutte e non solo di quelle istituzionali. Ne cita molte, alcune in modo più puntuale come quelle istituzionali, altre le scorre come la pubbblica amministrazione, la giustizia, la scuola. Il discorso di insediamento del capo dello Stato non è un un programma politico. Anzi, lui dice che sarà «arbitro imparziale» ma se va trovato un senso al mandato che si apre è di certo in continuità con Giorgio Napolitano. Sul percorso riformista e nel rapporto con l’Europa che Mattarella conferma in una chiave molto vicina a quella del Governo Renzi quando dice che l’austerità va declinata con «una robusta crescita soprattutto a livello europeo».

Ed è anche questo il lavoro che si aspetta – e che seguirà attivamente – da Governo e Parlamento: rimuovere gli ostacoli che limitano l’espressione delle energie dei giovani, delle imprese che nonostante la crisi «trovano il coraggio di competere e innovare». Un lavoro da fare con gli strumenti legislativi adeguati, attraverso le riforme istituzionali ed economiche, per centrare l’obiettivo di «restituire pari dignità sociali a tutti i cittadini». Si sente la cultura e la formazione di Mattarella in questo discorso, lo spirito di un cattolicesimo sociale, di una politica che ha senso se è a servizio degli altri, una tradizione che nasce dalla sinistra Dc ma che diventa contemporanea quando indica un percorso riformatore. «C’è l’esigenza di rivedere la seconda parte della Costituzione – le soluzioni competono al Parlamento – ma bisogna portare a compimento la riforma per rendere adeguata la nostra democrazia ai tempi di oggi». Così sull’Italicum: «Come più volte sollecitato dal presidente Napolitano, un’altra priorità è l’approvazione di una nuova legge elettorale».

Ritaglia per sé il ruolo di «arbitro imparziale». Dice che così «deve essere» e così «sarà» ma «i giocatori mi aiutino con la loro correttezza». In questa sua veste di arbitro non sarà, però, spettatore inattivo. Tantomeno su due aspetti: lotta alla corruzione e lotta alle mafie e quasi si commuove citando Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

L’Europa non è sullo sfondo ma resta il luogo della «speranza», un «approdo sicuro» ma per andare verso una vera «unione politica». Anche della difesa del terrorismo globale che non si può combattere «rinchiudendosi nel fortino degli stati nazionali». Va però ricostruito un legame con la società così come «Governo, Parlamento, Consulta, Presidenza della Repubblica sono tutti interpellati nell’impegno che porti le istituzioni a ricollegarsi con i cittadini». Un filo che deve passare attraverso i “corpi intermedi”, il mondo del sindacato e dell’imprenditoria, del volontariato. «La strada maestra di un Paese unito è quella che indica la nostra Costituzione, quando sottolinea il ruolo delle formazioni sociali, corollario di una piena partecipazione alla vita pubblica».

Nei 30 minuti di discorso – ma in un passaggio perde i fogli – viene interrotto da 42 applausi. Uno particolarmente forte quando chiama in causa proprio il Parlamento che ha già in sé i segni del «cambiamento» per la presenza di molte donne e di giovani che «con la loro capacità critica e indignazione portano la voglia di cambiare. A loro chiedo di dare un contributo». Un passaggio apprezzato dai 5 Stelle mentre quello sui marò ha trovato l’applauso più forte nelle fila del centro-destra. «Si trovi al più presto una conclusione positiva con il loro definitivo ritorno in patria».

In tribuna ad ascoltarlo c’era la sua famiglia: i tre figli Laura, Bernardo e Francesco, i nipoti e Irma Chiazzese, vedova del fratello Piersanti. Con loro sarà a pranzo al Quirinale dove arriva dopo il giuramento e discorso alle Camere e dopo aver deposto una corona all’Altare della Patria. A riceverlo è Pietro Grasso che prende la parola ricordando il loro primo incontro: 35 anni fa a Palermo, Grasso era un giovane magistrato e andò sul luogo in cui fu ucciso Piersanti, fratello di Mattarella, che Sergio teneva tra le braccia. Un destino, 35 anni dopo, li ha portati ai vertici dello Stato e sembra il finale giusto per un Paese in cerca di esempi.

Il capo dello Stato ringrazia ma dice che «sempre più il Quirinale deve diventare la casa degli italiani». Parole che fanno pensare a decisioni anche sul Palazzo, sulla possibilità che possa diventare un luogo pubblico. Intanto sullo staff conferma – pro tempore – gli attuali consiglieri e il segretario generale Donato Marra che resterà fino ad agosto, al compimento dei suoi 75 anni.

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LE PAROLE AL CENTRO DEI PRIMI MESSAGGI DEI CAPI DELLO STATO

Gli undici predecessori di Mattarella

Per un’Italia che usciva dalla guerra, era quasi scontato che i nuovi capi dello Stato incentrassero i loro discorsi di insediamento su tematiche come la ricostruzione e la democrazia. Negli anni 60-70 le parole d’ordine si spostarono sul conflitto sociale che attraversava il paese. Nella seconda repubblica il tema centrale divenne quello delle riforme e dei nuovi assetti istituzionali

. «RICOSTRUZIONE»

«Per l’Italia inizia un nuovo

periodo storico di decisiva importanza. All’opera immane

di ricostruzione politica e sociale dovranno concorrere tutte le energie vive della Nazione»

. «DEMOCRAZIA»

«Il nostro Paese è ormai maturo per la democrazia; che è discussione, è lotta tra opinioni diverse e opposte; ed è alla fine vittoria di una opinione, chiaritasi dominante, sulle altre»

L’ECONOMIA

Spingere sulla crescita a livello europeo

COSA HA DETTO

«Per uscire dalla crisi, che ha fiaccato in modo grave l’economia nazionale e quella europea, va alimentata l’inversione del ciclo economico, da lungo tempo attesa. È indispensabile che al consolidamento finanziario si accompagni una robusta iniziativa di crescita, da articolare innanzitutto a livello europeo. Nel corso del semestre di Presidenza dell’Unione Europea appena conclusosi, il Governo a opportunamente perseguito questa strategia»

LA FOTOGRAFIA

Secondo le ultime previsioni Istat il 2014 dovrebbe chiudersi con una diminuzione del Pil pari allo 0,3%. L’anno in corso invece dovrebbe registrare una ripresa dello 0,5%, mentre nel 2016 si dovrebbe realizzare un + 1,0%. Ma secondo diversi analisti la ripresa potrebbe essere più forte grazie al Qe della Bce, i bassi prezzi del greggio e la svalutazione dell’euro. Il tasso di disoccupazione a dicembre
s’è fermato al 12,9%,
diminuirà lievemente al 12,4% quest’anno

TASSO DISOCCUPAZIONE

12,9%

LE MISURE IN CANTIERE

Con la legge di Stabilità il governo ha messo in campo misure espansive per 7 miliardi per l’anno in corso. Tra le principali azioni: la stabilizzazione del bonus da 80 euro, la decontribuzione sulle nuove assunzioni e la sterilizzazione dell’Irap sul costo del lavoro. L’80% della crescita tendenziale prevista (0,5%) sarà frutto delle riforme strutturali. A livello Ue si aspetta il Piano Juncker per gli investimenti, ma lo scetticismo sembra giustificato. Più potente il QE della Bce.

RIFORME ISTITUZIONALI

Riforme-Italicum, rafforzare la democrazia

COSA HA DETTO

«Senza entrare nel merito delle singole soluzioni, che competono al Parlamento, desidero esprimere l’auspicio che questo percorso sia portato a compimento con l’obiettivo di rendere più adeguata la nostra democrazia. Riformare la Costituzione per rafforzare il processo democratico (...). Come è stato più volte sollecitato dal Presidente Napolitano, un’altra priorità è costituita dall’approvazione di una nuova legge elettorale, tema sul quale è impegnato il Parlamento»

LA FOTOGRAFIA

A dicembre 2013 la Consulta ha bocciato il premio di maggioranza e le liste bloccate del Porcellum. Nel caso di nuove elezioni si voterebbe con un proporzionale puro con preferenze, ma il rischio ingovernabilità sarebbe molto alto. Nel 2001 una riforma costituzionale ha aumentato i poteri delle Regioni, introducendo le materie concorrenti tra Stato e Regioni (come energia e infrastrutture) che hanno aumentato il contenzioso di fronte alla Consulta (1.474 ricorsi dal 2001)

CONFLITTO STATO-REGIONI

1.474 ricorsi

LE MISURE IN CANTIERE

Il Senato ha approvato la nuova legge elettorale (premio di maggioranza alla lista, preferenze tranne che per 100 capilista bloccati). Entro marzo la Camera dovrebbe dare l’ok definitivo (le norme saranno in vigore a luglio 2016). La Camera deve approvare la riforma del Senato e del Titolo V (dando più poteri allo Stato). Il testo deve tornare al Senato. Servirà poi una seconda lettura, a distanza almeno di 3 mesi, da parte di Camera e Senato. A primavera 2016 atteso il referendum confermativo

. «NUOVI DIRITTI»

«È interesse della democrazia rafforzare le basi della stabilità. Occorre il riconoscimento concreto dei nuovi diritti e della nuova posizione del lavoro»

. «Unità EUROPEA»

«L’Italia ha dato e, a mio avviso, continuerà a dare la sua opera efficace al proseguimento di una unità europea effettiva, sviluppando i germi di una comunità politica»

. «collettività»

«Si impongono tre doveri: difesa della pace, consolidamento delle libere istituzioni, avvento di un sistema in cui l’iniziativa individuale si saldi con la collettività»

IMPRESE

L’eccellenza che investe al di là della crisi

COSA HA DETTO

«La lunga crisi, prolungatasi oltre ogni limite ha messo a dura prova la tenuta del sistema produttivo (...). Penso alle imprese, piccole medie e grandi che, tra rilevanti difficoltà, trovano il coraggio di continuare a innovare e a competere sui mercati internazionali (...). Per la nostra gente, il volto della Repubblica è quello che si presenta nella vita di tutti i giorni (...), il volto di chi ha dovuto chiudere l’impresa a causa della congiuntura economica e quello di chi continua a investire nonostante la crisi»

LA FOTOGRAFIA

Si valuta che dall’inizio della recessione la produzione industriale abbia accusato un calo del 25 per cento. Se si considera la capacità produttiva, intesa come l’insieme di fabbriche, linee e laboratori industriali, si è smaterializzato quasi un quinto del potenziale. Ma nel contempo le imprese più innovative hanno contribuito a mantenere il manifatturiero al quinto posto per avanzo commerciale tra i Paesi del G-20, e al secondo posto in Europa alle spalle della Germania

SURPLUS MANIFATTURIERO

122 miliardi $

LE MISURE IN CANTIERE

In Parlamento sta per iniziare l’iter di conversione in legge del decreto su banche e investimenti che contiene misure a favore delle Pmi innovative e del credito alternativo al canale bancario. Il provvedimento potrebbe essere arricchito da misure più orientate all’industria, a partire dalle aggregazioni tra imprese, e da un piano per il rilancio dell’attrazione degli investimenti esteri

RAPPRESENTANZA

Rappresentanza in crisi, strumenti ormai inefficaci

COSA HA DETTO

«La strada maestra di un Paese unito è quella che indica la nostra Costituzione, quando sottolinea il ruolo delle formazioni sociali, corollario di una piena partecipazione alla vita pubblica. La crisi di rappresentanza ha reso deboli o inefficaci gli strumenti tradizionali della partecipazione, mentre dalla società emergono, con forza, nuove modalità di espressione che hanno già prodotto risultati avvertibili nella politica e nei suoi soggetti. Questo stesso Parlamento presenta elementi di novità e di cambiamento»

LA FOTOGRAFIA

Confindustria e sindacati hanno firmato il Testo unico sulla rappresentanza il 10 gennaio 2014, fissando le regole per misurare e certificare il peso di ciascuna sigla (sulla base del mix tra numero degli iscritti e voti alle elezioni delle Rsu). Anche nel privato la soglia per partecipare ai negoziati contrattuali è del 5%. È prevista l’esigibilità dei contratti nazionali e aziendali che vincolano le parti firmatarie, con sanzioni in caso di violazioni e clausole di tregua sindacale

SOGLIA PARTECIPAZIONE

5%

LE MISURE IN CANTIERE

La Convenzione con l’Inps per consentire la rilevazione annuale del numero di deleghe sindacali relative a ciascun ambito di applicazione del contratto nazionale, dovrebbe essere firmata a breve dalle parti sociali con il neopresidente Tito Boeri. Si tratta del primo passaggio necessario per attivare il nuovo sistema di regole. Il premier Matteo Renzi si è espresso a favore di una legge sulla rappresentanza

SCUOLA

Garantire diritto allo studio in ambienti sicuri

COSA HA DETTO

«Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro» (...). Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale.
Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici»

LA FOTOGRAFIA

In attesa dei dati ufficiali dell’Anagrafe sull’edilizia scolastica - che da Mariastella Gelmini in poi è stata (inutilmente) annunciata da tutti i ministri dell’Istruzione e che è attesa entro giugno - la fotografia più attendibile sullo “stato di salute” delle nostre scuole è contenuta nei rapporti di Legambiente e Cittadinanzattiva. Il primo considera a rischio un edificio su tre, il secondo parla di un 40% di scuole senza manutenzione e del 70% con lesioni strutturali

FONDI PER L’EDILIZIA

1 miliardo

LE MISURE IN CANTIERE

Con quelle risorse sono state attivate tre tipologie di intervento: «scuole sicure», «scuole nuove» e «scuole belle». A fine 2014 risultavano conclusi: 500 interventi per il primo gruppo (altri 1.600 saranno appaltati entro il 28 febbraio); 200 interventi per il secondo (più 254 in corso); 7.100 interventi di piccola manutenzione per il terzo. Più in generale, a fine febbraio dovrebbe arrivare l’atteso decreto «buona scuola» con assunzione di 140mila precari e riforma carriera dei docenti

GIUSTIZIA E LEGALITÀ

Lotta a mafia e corruzione sono priorità

COSA HA DETTO

«Garantire la Costituzione significa che si possa ottenere giustizia in tempi rapidi (...). La lotta alla mafia e quella alla corruzione sono priorità assolute. La corruzione ha raggiunto un livello inaccettabile. Divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini. Impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato. Favorisce le consorterie e penalizza gli onesti e i capaci. È allarmante la diffusione delle mafie, antiche e nuove, anche in aree geografiche storicamente immuni»

LA FOTOGRAFIA

Il numero dei processi prescritti è tornato a crescere nel 2014, soprattutto in appello (da 18.936 a 23.254) e in Cassazione (da 438 a 930) e molti riguardano reati dei colletti bianchi. La corruzione costa 4 punti di Pil, 60 miliardi l’anno, riduce del 16% gli investimenti esteri, aumenta del 20% il costo degli appalti. La giustizia conta ancora quasi 5 milioni di cause civili e 3,5 milioni di processi penali pendenti la cui durata è in aumento. Negli uffici mancano magistrati e circa 8mila cancellieri

COSTO DELLA CORRUZIONE

60 miliardi

LE MISURE IN CANTIERE

Il ritardo del governo nel presentare le riforme annunciate ha rallentato l’iter dei ddl già in Parlamento su corruzione e prescrizione: si prevedono tempi lunghi e risultati inferiori alle aspettative dei magistrati. Nel penale, è stato approvato il nuovo reato di autoriciclaggio e il decreto sulla «tenuità del fatto»; nel civile, solo misure per deflazionare, come la negoziazione assistita, mentre il governo non ha ancora presentato il ddl delega per snellire il processo

PARLAMENTO E DECRETI

Leggi, bilanciare esigenze di governo e Parlamento

COSA HA DETTO

«Vi è la necessità di superare la logica della deroga costante alle forme ordinarie del processo legislativo, bilanciando l’esigenza di governo con il rispetto delle garanzie procedurali di una corretta dialettica parlamentare (...). I giovani parlamentari portano in queste aule le speranze dei propri coetanei (...). A loro chiedo di dare un contributo positivo al nostro essere comunità nazionale, non dimenticando mai l’essenza del mandato parlamentare. L’idea, cioè, che in queste aule si è rappresentanti dell’intero popolo italiano»

LA FOTOGRAFIA

Il ricorso sempre più frequente ai decreto legge, al di là dei confini della necessità e urgenza tracciati dalla Costituzione, è una costante nelle ultime legislature. Il peso dei Dl sul totale dei provvedimenti approvati dal Parlamento è in crescita e in quella attuale rappresentano il 42%. Altra anomalia ormai praticata da anni è il ritardo con cui i decreti vengono trasmessi alle Camere per la conversione. Nel caso del governo Renzi la media è di 9 giorni dal varo in consiglio dei ministri

IL PESO DEI DECRETI LEGGE

42%

LE MISURE IN CANTIERE

Nel Ddl di riforma costituzionale, all’esame della Camera, si dà una corsia preferenziale ai Ddl del governo considerati «essenziali per l’attuazione del programma di governo»: essi vengono iscritti con priorità all’ordine del giorno e sottoposti alla votazione finale entro 60 giorni dalla richiesta. Decorso il termine, il testo è posto in votazione senza modifiche, articolo per articolo e con votazione finale

EUROPA

Ripartire dalla Ue per vincere le sfide globali

COSA HA DETTO

«È indispensabile che al consolidamento finanziario si accompagni una robusta iniziativa di crescita, da articolare innanzitutto a livello europeo. Nel corso del semestre di presidenza dell’Ue, il Governo ha perseguito questa strategia (...). Nella nuova Europa l’Italia ha trovato l’affermazione della sua sovranità; un approdo sicuro ma soprattutto un luogo da cui ripartire per vincere le sfide globali. L’Ue rappresenta oggi una frontiera di speranza e la prospettiva di una vera unione politica va rilanciata»

LA FOTOGRAFIA

Rinivato il pareggio di bilancio al 2017, dopo gli interventi correttivi contenuti nella legge di stabilità 2015 e le riforme economiche messe in campo, l’Italia attende il giudizio di Bruxelles sul bilancio che dovrebbe arrivare a marzo. Intanto si sta mettendo a punto il cronoprogramma di attuazione dei provvedimenti economici mediando anche sui margini di flessibilità concessi dalla Commissione Ue. Un primo banco di prova saranno le nuove stime Ue su crescita e conti pubblici di domani

DEFICIT/PIL 2015

2,6%

LE MISURE IN CANTIERE

Per agganciare poi al meglio il treno del Qe da 60 miliardi al mese fino a settembre 2016 lanciato dalla Bce, l’Italia sta lavorando a «misure aggiuntive», cui attribuire un effetto moltiplicatore della liquidità in arrivo. La partita per la crescita potrà giocarsi anche agganciando il piano Juncker per gli investimenti strategici che mobiliterà 315 miliardi. Il ministero dell’Economia sta definendo interventi di spesa per investimenti aggiuntivi che potrebbero non essere calcolati ai fini del rapporto deficit/Pil