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Riforme, si vota alla Camera da martedì a sabato. Renzi:…

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la strategia del premier

Riforme, si vota alla Camera da martedì a sabato. Renzi: «Le porteremo a casa, poi referendum»

La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso oggi a maggioranza che l'Aula della Camera voterà sulle riforme costituzionali da martedì a sabato. Devono essere effettuate circa 1600 votazioni su articoli, emendamenti e subemendamenti. Forti le proteste di Fi. «Si sceglie di violentare il Parlamento, il che è inaccettabile», ha sostenuto Renato Brunetta, che ha sottolineato come «la maggioranza e il governo» hanno deciso di accelerare sulle riforme «posticipando» i decreti legge, alcuni in scadenza, «come il Milleproroghe, il decreto Ilva e il dl sulle banche popolari» e la legge «sulla responsabilità civile dei magistrati».

Ieri, appena terminata la cerimonia dell'insediamento al Quirinale di Sergio Mattarella, la capigruppo di Montecitorio aveva deciso di rinviare alla prossima settimana la ripresa dell'esame del Ddl costituzionale. Si era parlato di una «pausa di riflessione» finalizzata anche ad abbassare le tensioni e i malumori non solo tra maggioranza e opposizione ma al loro stesso interno. Ma il documento approvato oggi dal comitato di Presidenza di Fi sul patto del Nazareno non più vincolante («Riteniamo Forza Italia libera di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo politico») e le reazioni del Pd («Meglio così») fanno aumentare le incognite.

Renzi: porteremo a casa riforme, poi referendum
Restano ancora aperte solo alcune questioni su cui si sono registrate le maggiori frizioni, tra cui il giudizio preventivo di legittimità costituzionale sulle leggi elettorali, che la minoranza Dem vorrebbe si applicasse anche all'Italicum . Ma i cardini del provvedimento (tra cui il Senato non elettivo) sono stati approvati. «Porteremo a casa le riforme. Gli italiani con referendum avranno ultima parola. E vedremo se sceglieranno noi o chi non vuole cambiare mai». Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un messaggio oggi su twitter, ha ribadito l’urgenza di approvare a Montecitorio il ddl di riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione (per il via libera definitivo serve poi l’ok ulteriore di Palazzo Madama e una seconda lettura del Parlamento a distanza di almeno tre mesi).

Premier pensa a ministero Mezzogiorno
Il premier, intanto, a quanto si apprende, starebbe pensando ad allargare il Ministero degli Affari Regionali. A guidarlo, a quanto ha fatto intendere ieri il presidente del consiglio ieri a Porta a Porta, sarebbe un'altra donna dopo le dimissioni del ministro Maria Carmela Lanzetta. «Esce una entra una», ha detto Renzi.

Lo sprone di Mattarella sulle riforme
Sul fronte delle riforme ieri il presidente del Consiglio ha trovato una sponda indiretta nel capo dello Stato, che nel suo discorso in Parlamento ha chiesto esplicitamente alle forze politiche di andare avanti sul percorso riformatore «per rafforzare il processo democratico». Uno sprone alle Camere alle quali il capo dello Stato, pur senza entrare nel merito del provvedimento, ha ricordato che il suo giuramento avviene proprio «mentre sta per completarsi il percorso di un'ampia e incisiva riforma della seconda parte della Costituzione».

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