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Dossier Squinzi: giusto l’appello su unità e riforme

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    Squinzi: giusto l’appello su unità e riforme

    L'appello all'unità, il riconoscimento alle imprese che tra le difficoltà continuano ad innovare e a competere sui mercati, la lotta alla corruzione, la crescita e il lavoro. I temi sollevati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nelle parole di insediamento hanno trovato consenso nel mondo imprenditoriale. «Confindustria ha molto apprezzato il discorso del nuovo presidente della Repubblica, la sua concretezza, la grande attenzione riservata al paese in tutte le sue forme e condizioni», è stato il commento messo nero su bianco dal presidente Giorgio Squinzi.

    Un «ringraziamento particolare – ha aggiunto – va alla grande sensibilità che il presidente ha voluto dimostrare, fin dal suo insediamento, al mondo dell'industria riconoscendo a tutti gli imprenditori italiani grandi, medi e piccoli, il coraggio di continuare ad innovare e a competere sui mercati internazionali, anche in momenti di enorme difficoltà, come quello che stiamo vivendo». Un riconoscimento alle imprese che Mattarella ha inserito in vari passaggi del suo discorso, quando ha ricordato che la crisi ha messo a dura prova il settore produttivo, quando ha definito le aziende, insieme ai giovani, «energie» del paese che aspettano il modo di «esprimersi compiutamente», sottolineando che per uscire dalla crisi serve una «robusta iniziativa di crescita». Quella crescita su cui Squinzi insiste dall'inizio del suo mandato e che è l'unica carta da giocare per creare benessere e occupazione.

    Ma c'è un altro aspetto che Confindustria «condivide pienamente», ha detto il presidente Squinzi: «Il richiamo all'unità rivolto a tutte le forze del paese e l'appello alla necessità di proseguire con le riforme economiche, istituzionali e sociali». Ed ha voluto rimarcare che «gli imprenditori continueranno a fare con responsabilità la propria parte per ridare all'Italia e agli italiani speranza e dignità sociale». Oggi più che mai, secondo Squinzi, «il paese ha bisogno di alti riferimenti che devono essere come la maggior parte degli italiani, concreti, laboriosi, onesti. La priorità assoluta riservata dal presidente al rispetto della legalità e alla lotta alla mafia e corruzione è anche la priorità di Confindustria».
    Sotto la presidenza di Emma Marcegaglia Confindustria ha istituito una delega ad hoc sulla legalità e lotta alla corruzione, delega confermata anche dalla presidenza Squinzi ed affidata sempre ad Antonello Montante. «Da tempo siamo impegnati in questa battaglia che è per noi condizione di gravissima disparità per le imprese sane e oneste: avere al nostro fianco la sua figura – ha detto Squinzi riferendosi a Mattarella – ci farà proseguire con ancora più coraggio e forza».

    Con la presidenza di Giorgio Napolitano Confindustria si era trovata a fianco il Quirinale in molte battaglie importanti, non solo la legalità, ma anche il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, l'emergenza della disoccupazione, specie quella giovanile. Bisogna andare avanti sulle riforme: è ciò che ha sollecitato Mattarella, è la sfida di Confindustria per riportare l'Italia ad essere competitiva. Con il Jobs act è stato fatto un passo avanti, ma l'agenda delle priorità è lunga, si va dal fisco alla semplificazione burocratica, alla giustizia. Questioni che vanno affrontate per cogliere i segnali di ripresa che si stanno verificando, favoriti da condizioni esterne come l'azione della Bce, il prezzo del petrolio, l'andamento dell'euro e il commercio mondiale.

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