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Dossier Un’agenda «esigente» per sostenere la crescita

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    Un’agenda «esigente» per sostenere la crescita

    L'agenda «esigente» sulla quale Sergio Mattarella vigilerà dal Quirinale parte dal lavoro che non c'è, da incisive riforme economiche e sociali, con una particolare attenzione alle imprese. In primo piano dunque quel tessuto sano e produttivo del Paese che ha affrontato la crisi «trovando il coraggio di continuare a innovare e competere sui mercati internazionali».

    Nel «programma economico» che Mattarella espone in Parlamento si coglie l'ansia per gli effetti della crisi sul tessuto sociale del Paese. Deciso il richiamo alle riforme, al pari dell'urgenza di una rapida inversione del ciclo economico in direzione della crescita.

    l consolidamento finanziario va sostenuto da una «robusta iniziativa di crescita», osserva con decisione Mattarella. Ora che, grazie soprattutto alla Bce di Mario Draghi ,il rischio di un dissolvimento dell'eurozona pare scongiurato, s'impone un rapido cambio di marcia. La crisi ha messo a dura prova la tenuta del sistema produttivo e il neo presidente della Repubblica lo sottolinea con precisione. In linea con Giorgio Napolitano, Mattarella punta il dito contro il dilagare della disoccupazione giovanile, soprattutto nel Mezzogiorno. Imprese, rappresentanze e «formazioni sociali» svolgono un ruolo fondamentale.

    Eccole dunque le priorità del settennato: crescita e lavoro per offrire al paese un «orizzonte di speranza». Riforme economiche e sociali che per Mattarella vanno attuate so con le riforme istituzionali. Collegamento che spesso non si coglie con la dovuta attenzione, poichè anche le riforme della macchina dello Stato hanno un impatto tutt'altro che trascurabile in termini di incremento della capacità di crescita del paese. A partire da una pubblica mministrazione che “parli” ai cittadini attraverso le sue diverse declinazioni con il linguaggio dell'efficienza. Occorre una giustizia che assicuri rapidità e certezza delle sentenze.

    Lotta alla corruzione, all'evasione e alle mafie: mali endemici del nostro paese che alterano le regole del mercato e sottraggono risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini. L'esempio - sottolinea Mattarella - giunge da quegli imprenditori che hanno pagato in prima persona le conseguenze della crisi: il volto di chi ha dovuto chiudere l'impresa, accanto a quello di chi continua a investire nonostante la crisi.

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