Italia

Padoan: riconosciuti gli sforzi per le riforme strutturali

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

Padoan: riconosciuti gli sforzi per le riforme strutturali

  • –Davide Colombo

DENTRO LA MANOVRA

«Validi gli interventi di riduzione fiscale su lavoro

e imprese». Con la ripresa

della fiducia

torneranno anche i consumi»

roma

Le stime d’inverno della Commissione europea, prudenziali e allineate con quelle messe nero su bianco in autunno dal Governo nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, valgono come un primo importante riconoscimento dello sforzo messo in campo per le riforme strutturali.

Il ministero dell’Economia affida ad un comunicato le reazioni italiane alle previsioni di Bruxelles dove finalmente, dopo un triennio di recessione, si conferma un ritorno alla crescita del Pil (0,6% quest’anno e 1,3% nel 2016, contro il +1% previsto nella Nota). Una ripresa fievole e pari a circa la metà di quella stimata per l’eurozona (+1,3%) ma che il ministro Pier Carlo Padoan registra con favore perché «il Governo ritiene che la Commissione abbia riconosciuto l’efficacia delle misure adottate e la validità degli argomenti tecnici presentati a supporto delle proiezioni». In attesa del pronunciamento definitivo della Commissione sulla legge di Stabilità 2015, insomma, si tratta di un primo disco verde più che significativo. «L’aggiustamento del saldo strutturale nella misura di circa ¼ di punto di Pil presente nella legge di Stabilità è ora incorporato anche nelle previsioni europee - dice Padoan -. Inoltre la Commissione riconosce gli sforzi che abbiamo realizzato e che stiamo continuando a realizzare sul fronte delle riforme strutturali». Secondo le stime Ue la gestione dei conti pubblici impostata con la manovra garantirà una riduzione al 2,6% del deficit/Pil contro il 2,7% previsto in autunno.

È un riconoscimento articolato, secondo l’Economia, quello che è arrivato ieri. Che parte dalla riduzione delle tasse sul lavoro e sulle imprese e che si accompagna a una effettiva riduzione della spesa pubblica. Anche se quest’ultima è stimata in crescita «soltanto perché - si fa notare - come ricorda la Commissione, il bonus Irpef, secondo i criteri statistici ufficiali, è classificato all’interno della spesa sociale».

La prospettiva che indica Bruxelles è di possibili revisioni al rialzo delle previsioni, se le riforme messe in campo saranno attuate fino in fondo e in tempi certi e se seguirà il ritorno degli investimenti dopo anni di declino. La crescita 2015 sarà ancora trainata dall’export, secondo la Commissione, che resta cauta sull’ipotesi di un rafforzamento della domanda interna, visto che il maggior reddito disponibile per le famiglie - anche grazie al calo dei prezzi energetici - verrebbe inizialmente utilizzato per ricostituire i risparmi bruciati dalla crisi. Un’analisi da cui il Mef si discosta leggermente quando indica, nella nota, che a rafforzare i redditi contribuiscono anche i bonus fiscali «come ha constatato recentemente l’Istat» mentre il miglioramento del clima di fiducia e l’aumento degli occupati potrebbero «stimolare ulteriormente la ripresa dei consumi».

È proprio sul fronte del mercato del lavoro, invece, che l’analisi della Commissione è totalmente condivisa dai tecnici dell’Economia. La stima è di un moderato incremento degli occupati nel 2015 (+0,4% rispetto al +0,2% dell’autunno scorso), mentre la disoccupazione resterebbe inalterata (12,8%) perché un maggior numero di persone sarà stimolata a cercare occupazione. «L’aumento degli occupati sarà più consistente nel 2016 con un conseguente calo dei disoccupati, a dispetto dell’incremento della forza lavoro complessiva» scrive il Mef. Che riconosce come la successione ripresa–occupazione è fisiologica: «In presenza di una ripresa della produzione le imprese hanno la propensione a massimizzare l’impiego delle risorse disponibili prima di effettuare nuove assunzioni. Con il consolidamento della ripresa l’occupazione aumenterà». Parole da registrare come un ulteriore segnale di cautela in vista del debutto delle nuove regole su assunzioni, licenziamenti e ammortizzatori sociali, atteso per i primi di marzo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA