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Europa: no a prestiti ponte ad Atene

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Europa: no a prestiti ponte ad Atene

  • –Beda Romano

Il tour europeo del ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis è terminato con un nulla di fatto. «Non facciamo prestiti ponte», ha dichiarato ieri all’Aja il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, commentando le prime proposte tratteggiate finora dal governo greco che puntano ad archiviare l’impopolare programma di aiuti per negoziare poi un programma più leggero. Dopo l’accoglienza fredda nelle capitali, il negoziato si preannuncia lungo e complesso e la riunione straordinaria dell’Eurogruppo di mercoledì prossimo «sarà un primo passo per capire come vogliamo procedere nei prossimi mesi» ha detto Dijsselbloem. S&P’s, intanto, ha declassato a B- il rating della Grecia.

Beda Romano pagina 6

con l’analisi di Vittorio Da Rold

BRUXELLES

A due settimane dall’irruente arrivo al potere di un nuovo governo greco, la stretta finale sul futuro del Paese mediterraneo è ancora in alto mare. I ministri delle Finanze della zona euro si riuniranno mercoledì a Bruxelles per ascoltare direttamente dal loro omologo greco le richieste del nuovo esecutivo, guidato dal premier Alexis Tsipras, leader della sinistra radicale Syriza. Negli ultimi giorni, l’isolamento della Grecia è parso sempre più evidente.

Il tour del ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis è terminato con un drammatico nulla di fatto. L’economista è stato accolto freddamente a Berlino, così come anche a Parigi e Roma. Le prime proposte tratteggiate da Varoufakis non convincono l’establishment comunitario. Il nuovo governo vuole che l’attuale impopolare programma di aiuti giunga a scadenza alla fine del mese. Successivamente, vuole negoziare un programma più leggero, e durante le trattative vuole poter contare su un prestito-ponte europeo.

«Non facciamo prestiti-ponte», ha dichiarato ieri all’Aja il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Riferendosi alla riunione straordinaria dei ministri delle Finanze, lo stesso Dijsselbloem ha aggiunto: «Sarà un primo passo per capire come vogliamo procedere nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. Ci sono molte differenze da risolvere». Da Berlino il ministero delle Finanze ha precisato: «Per ora, la posizione esatta del governo greco non è chiara».

I direttori del Tesoro europei si sono riuniti giovedì sera a Bruxelles. «Il nuovo rappresentante greco non ha fatto alcuna proposta – spiegava ieri un funzionario comunitario –. Non è ancora chiaro come potrebbe essere l’eventuale accordo». Mentre Atene vuole rinnegare il programma attuale, per mostrare ai greci un cambio di passo rispetto al passato, Bruxelles vuole una estensione del piano attuale, preoccupata da una soluzione greca che creerebbe incertezza politica, giuridica e finanziaria.

«L’idea di un prestito-ponte è difficile da attuare – spiega un responsabile europeo –. Non abbiamo strumenti di questo tipo, tanto più che il nuovo governo vorrebbe un prestito senza condizioni. Non dobbiamo poi dimenticare che già ora per alcuni Paesi il costo di finanziarsi sul mercato per dare soldi alla Grecia è superiore al tasso d’interesse che ricevono dal Paese». La Grecia continua ad avere bisogno di sostegno finanziario. Quanto? Difficile da dire.

Le stime cambiano a seconda della giornata. Dipendono dalle previsioni sul gettito fiscale, ma anche dall’instabilità dei mercati finanziari, dai livelli dei depositi bancari, dalle scelte che si faranno sul futuro andamento dell’attivo primario di bilancio (il governo greco vorrebbe ridurre l’obiettivo imposto finora dai creditori). Qui a Bruxelles si parla di 10-20 miliardi di euro su un periodo di 12 mesi. Questa somma andrebbe ad aggiungersi ai 240 miliardi di euro di prestiti finora concessi.

Nei giorni scorsi, Varoufakis ha proposto di trasformare i prestiti governativi in titoli indicizzati all’andamento dell’economia e quelli detenuti dalla Banca centrale europea in titoli perpetui. Quest’ultima idea rischia di essere bocciata perché nei fatti sarebbe monetizzazione del debito. «L’ipotesi di indicizzare i titoli all’andamento dell’economia non piace a molti paesi e costa cara allo stesso governo, perché prevede un sovrapprezzo», spiega il responsabile comunitario.

I tempi sono stretti, anche per via della scelta di Francoforte di congelare il rifinanziamento delle banche greche in assenza di programma. L’Europa sta mettendo la Grecia sotto pressione; il Paese è isolato. In un primo tempo, il presidente francese François Hollande e il premier italiano Matteo Renzi hanno flirtato con l’idea di sostenere Tsipras nei suoi sforzi. Hanno rivisto le loro priorità, forse perché una vittoria di Syriza nel braccio di ferro con l’Europa potrebbe rafforzare la sinistra radicale nei loro stessi paesi.

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