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Carta di Milano, sfida sul diritto al cibo

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Carta di Milano, sfida sul diritto al cibo

  • –Giovanna Mancini

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Sarà la prima volta nella storia delle Esposizioni universali che, a evento concluso, un’Expo lascerà in eredità un manifesto di impegni e priorità «frutto di un percorso condiviso e partecipato sul tema dell’Expo stesso», che nel 2015 sarà «Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita». Così il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina ha presentato la «Carta di Milano», l’eredità “morale” di Expo 2015 su cui sta lavorando da circa un paio di anni un gruppo di docenti e ricercatori coordinati da Laboratorio Expo e che ieri è stata al centro di 42 tavoli tematici a cui hanno partecipato oltre 500 esperti, durante il convegno «Expo delle idee».

Una prima versione ufficiale della Carta sarà presentata il 28 aprile, in occasione del terzo colloquio internazionale di Laboratorio Expo, il progetto di Expo Milano 2015 e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli curato da Salvatore Veca. L’ambizione della carta, ha spiegato Veca, è chiedere espressamente «un’assunzione di responsabilità, da parte di tutti, nella battaglia per il diritto al cibo e contro le diseguaglianze e gli sprechi alimentari», indicando contestualmente le priorità per raggiungere gli obiettivi.

«I contenuti della Carta emergono oggi per la prima volta – ha spiegato Martina – ma ci stanno lavorando da quasi due anni decine di ricercatori e universitari». E continueranno a lavorarci nei prossimi mesi, aprendosi ad altri contributi, per poi consegnare la Carta, sottoscritta da tutti coloro che ne condividono contenuti e obiettivi, al segretario dell’Onu Ban Ki-moon il prossimo ottobre, collegando così il semestre di Expo all’appuntamento degli Obiettivi del Millennio.

Dodici le priorità individuate dalla Carta di Milano, a cui Laboratorio Expo ha lavorato in collaborazione con 130 centri di ricerca nel mondo, a partire dall’idea del cibo e dei diritti, ma anche delle tecnologie come strumento per superare le diseguaglianze e dare vita a uno sviluppo sostenibile. Quattro le macro-aree affrontate: lo sviluppo tra equità e sostenibilità; cultura del cibo, energia per vivere insieme; agricoltura, alimenti e salute per un futuro sostenibile; la città umana, futuri possibili tra smart e slow city. La Carta si pone come una bussola per capire quale direzione e quali soluzioni adottare e si rivolge a quattro “target” di soggetti: cittadini, imprese, istituzioni e “corpi intermedi” (associazioni, partiti). Tutti, ha detto Veca, sono chiamati a dare il loro contributo per un futuro sostenibile. Avrà tre sezioni: una prima parte sarà un manifesto riassuntivo dei principi e degli obiettivi, la parte centrale sarà dedicata ai diritti e agli impegni di tutti i soggetti coinvolti, mentre l’ultima parte raccoglierà tutti i documenti elaborati sui temi della sostenibilità e dell’alimentazione.

La Carta di Milano ha perciò l’ambizione di «delineare l’agenda per uno sviluppo equo e sostenibile» e rappresenta per questo, secondo il ministro Martina, il valore aggiunto che l’Esposizione italiana vuole lasciare: non una generica dichiarazione di intenti, né un atto intergovernativo, calato dall’alto, ma un mosaico di documenti e contributi che nasce da un percorso condiviso e partecipato, aperto a tutti: «abbiamo l’ambizione di trasformare 20 milioni di visitatori di Expo in 20 milioni di ambasciatori del diritto al cibo nel mondo», ha concluso il ministro. Diritto che il ministro ha proposto di inserire nella Costituzione italiana nell’anno di Expo, incontrando il favore e l’appoggio anche del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi: «Ci confronteremo su questo nelle prossime settimane – ha detto Boschi –. Credo sia sensato che avvenga nel nostro Paese, che è anche sede della Fao, e nell’anno in cui ospitiamo l’Expo».

Ma non c’è diritto al cibo, né lotta agli sprechi, senza una corretta educazione all’alimentazione sostenibile. Per questo Expo 2015 mette al centro il coinvolgimento dei giovani con l’obiettivo, ha spiegato ieri il presidente di Expo spa e commissario generale del Padiglione Italia Diana Bracco, di «contribuire ad attirare oltre 2 milioni di ragazzi italiani e stranieri a Expo». In questa direzione va il progetto Scuola, portato avanti in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, che «rappresenta la nostra comune volontà di fare dell’esposizione un evento che parli soprattutto alle giovani generazioni», ha aggiunto Bracco. Il ministro Stefania Giannini ha ricordato del resto che «tutta la filiera della conoscenza, dalla scuola alla ricerca, non può essere che attiva e protagonista di una Expo delle idee».

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I CONTENUTI

SVILUPPO EQUO

AGROMAFIE

Ammonta a 15,4 miliardi di euro il business delle agromafie nel 2014, in crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Proprio al tema della legalità nel settore agroalimentare e delle agromafie è stato dedicato uno dei tavoli tematici della sezione «Le dimensioni dello sviluppo tra equità e sostenibilità»

15,4 miliardi

CULTURA DEL CIBO

SPRECHI ALIMENTARI

La lotta agli sprechi alimentari è uno degli obiettivi principali di Expo 2015: ogni anno in Italia ciascuno di noi butta nella spazzatura 49 chili di cibo, anche se sei italiani su dieci nel 2014 hanno ridotto o annullato gli sprechi. Il tema è stato trattato in un tavolo nella sezione «Cultura del cibo, energia per vivere insieme»

49kg

SMART E SLOW CITY

TERRA DI EXPO

La Regione Lombardia ha investito 41 milioni per lo sviluppo della banda larga sul territorio, all’interno dei fondi legati a Expo 2015. Il caso Lombardia, come quello di Milano sono stati discussi nei tavoli tematici dedicati al macro-tema su «Città umana, futuri possibili tra smart e slow city»

41milioni

FUTURO SOSTENIBILE

BIODIVERSITÀ

La metà delle specie vegetali europee si trova in Italia, che conta 6.700 varietà. Il nostro Paese, con fra 871 tra parchi, riserve, aree marine protette che sono pari al 10% del territorio nazionale, ha un patrimonio di biodiversità unico in Europa. Il tema fa parte della sezione «Agricoltura, alimenti e salute per un futuro sostenibile»