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«Non si fa tutto a Francoforte»

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«Non si fa tutto a Francoforte»

MILANO

Giocare nel campionato europeo non vuol dire svendersi. E non vuol dire nemmeno che da oggi in poi c'è qualcun altro che risolverà i nostri problemi.

Lo ha spiegato ieri il governatore, in poche parole pronunciate a braccio: «Il ministro Padoan, a commento delle misure decise dal governo, ha detto che il sistema italiano deve adeguarsi al nuovo quadro internazionale. Si tratta di una considerazione sulla quale io sono pienamente d'accordo» ha esordito Visco. E ha aggiunto: «Ciò non vuol dire, come alcuni ritengono, soccombere a un non meglio definito “capitale straniero”. Vuol dire avere ed accrescere capacità produttiva, capacità organizzativa e capacità patrimoniale in un contesto molto più ampio di quello nazionale e,per le banche interessate, non semplicemente locale, quale è quello del mercato interno e dell'area dell'euro».

Alla vigilanza unica – ha sottolineato - devono corrispondere progressi e un'uniformità sempre maggiore sul fronte delle norme, delle regole e della gestione aziendale. E la Banca d'Italia «è impegnata come e più di prima, con tutte le sue risorse, in particolare, umane, in questo processo». Poi Visco ha concluso: «Chi pensa che oramai tutto si fa a Francoforte, nella vigilanza come nel sistema dei pagamenti, come nella politica monetaria, non ha ben compreso la natura e il modus operandi dell'Unione europea, nelle sue diverse componenti, economica, monetaria e bancaria».

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