Londra - Brexit, la possibilità di un'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, preoccupa non poco i Paesi membri da quando il premier britannico ha promesso un referendum ‘in/out'. David Cameron, invece, teme Grexit: stamani ha convocato una riunione di emergenza a Downing Street per preparare il Governo di Londra a una possibile uscita della Grecia dall'eurozona. Alti dirigenti del ministero delle Finanze e della Banca d'Inghilterra hanno discusso delle possibili conseguenze di Grexit per l'economia britannica e del rischio di un effetto-contagio sui mercati finanziari.
“Vogliamo essere vigili, - ha dichiarato il portavoce di Cameron. – Già nel 2012 il Governo aveva fatto piani di emergenza ai tempi della crisi nell'eurozona a causa della Grecia. Ora che c'é un nuovo Governo ad Atene è il momento giusto per rivedere i nostri piani.” L'eurozona, ha sottolineato il portavoce, “resta estremamente importante per la Gran Bretagna dato che è il nostro principale partner commerciale e quindi è logico che il primo ministro si prepari a una situazione in cui la crisi greca potrebbe peggiorare e un'uscita dall'euro non sarebbe più evitabile.”
Il cancelliere dello Scacchiere George Osborne, che ieri aveva dichiarato che le tensioni tra Atene e Bruxelles rappresentano un grave rischio per l'economia britannica, non ha potuto partecipare perché in viaggio verso il summit G-20 di Istanbul. Alla riunione però erano presenti i massimi vertici del Tesoro britannico, tra cui Lowrie Khan, il responsabile della stabilità finanziaria, e Nick Macpherson, segretario permanente. Per la Banca d'Inghilterra invece hanno partecipato il direttore internazionale Phil Evans e Megan Butler, responsabile della supervisione bancaria internazionale.
Secondo voci attendibili gli esperti hanno riferito a Cameron che gli effetti più devastanti di Grexit sarebbero sulle società e banche greche, che si troverebbero in gravi difficoltà finanziarie, mentre le imprese o banche britanniche sarebbero poco coinvolte. Il vero problema per Londra sarebbe l'effetto contagio se altri Paesi dopo la Grecia uscissero dall'euro e questo portasse a una nuova crisi finanziaria.
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