La Hsbc era una vera cassaforte degli evasori e ancora oggi nasconde molti segreti non ancora rivelati. I conti degli oltre 100mila clienti di 200 Paesi aperti nella filiale di Ginevra della Hsbc Private Bank pubblicati dal Consorzio internazionale giornalisti investigativi in 45 Paesi di tutto il mondo (per l'Italia l'esclusiva è del settimanale l'Espresso) è infatti solo una parte dell'enorme archivio prelevato da Hervé Falciani e dagli uomini che lo hanno aiutato.
Altri 121.452 conti correnti restano ancora segreti e riguardano i soldi depositati in otto filiali della Hsbc Private Bank e in 20 società controllate dal colosso bancario britannico. Tra questi ulteriori 121mila conti si nascondono anche migliaia di italiani. Lo SwissLeaks potrebbe essere dunque soltanto l'aperitivo di un pranzo ben più sostanzioso.
La “lista Falciani” ancora segreta (la cui esistenza è stata rivelata dal Sole 24 Ore nel gennaio 2014) è oggi nelle mani dei magistrati spagnoli e francesi. Anche la procura di Torino ha chiesto l'anno scorso la disponibilità dei nuovi dati ma ha ricevuto soltanto quelli intestati direttamente a cittadini italiani.
I conti si riferiscono alle filiali di Monaco (in tutto 15.488), Lussemburgo (13.512 conti), Zurigo (13.482), Lugano (8.071), Guernsey (8.593) e Jersey (5.306), oltre a 53.642 conti aperti a Ginevra. Nell'elenco ci sono anche i depositi intestati a trust nelle Isole vergini britanniche e a società della Hsbc a New York e in Gran Bretagna. Il materiale era stato ottenuto nel 2013 dalla magistratura spagnola, che aveva avuto accesso al cloud nel quale sono custodite tutte le informazioni prelevate dalla Hsbc Private Bank.
È altamente probabile che quasi tutti gli 8.071 conti correnti accesi presso la Hsbc di Lugano appartengano a cittadini italiani, visto che la città del Canton Ticino è la piazza “naturale” per l'Italia. Circa 500 conti si riferiscono inoltre a clienti di consociate o controllate della Hsbc Private Bank in diversi paradisi fiscali. Si tratta di società che gestiscono o amministrano trust, come quella della Isole vergini britanniche, oppure di società di asset management e di riassicurazione o di gestioni immobiliari, come la Safra properties di Monaco.
I file pubblicati dai giornali aderenti al Consorzio internazionale giornalisti investigativi riguardano i conti ottenuti dalle autorità francesi nel 2010 e poi girati ai Paesi che ne hanno fatto richiesta, come l'Italia. I dati dei clienti italiani sono dunque nelle mani della Guardia di Finanza da cinque anni. Sono stati smistati alle procure competenti in base alla residenza dei clienti ma le indagini si sono infrante contro i condoni fiscali dei governi Berlusconi-Tremonti. Quasi tutti gli italiani che hanno portato i loro soldi in Svizzera hanno infatti scudato i loro depositi. L'effetto è che sul piano penale i magistrati italiani sono stati costretti ad archiviare migliaia di inchieste. Alle conseguenze dello scudo fiscale si è aggiunta la prescrizione. E alla fine, gli evasori fiscali sono riusciti a farla franca.
A fronte di 5.439 nominativi di italiani segnalati ai Reparti della Guardia di Finanza inclusi nella “Lista Falciani” sono stati conclusi 3.276 interventi ispettivi, con la constatazione di elementi positivi di reddito non dichiarati per 741.755.879 euro, e per 4,5 mln di Iva. Le altre posizioni non sono state approfondite in considerazione del fatto che i soggetti indicati risultavano non aver effettuato movimentazioni. L'attività ispettiva svolta dalla Gdf ha portato alla denuncia di 190 soggetti per reati tributari e alla scoperta di 101 evasori totali. Ad oggi l'attività svolta dalle Fiamme Gialle ha consentito di riscuotere circa 30 milioni di euro, di cui 3.300.000 a seguito di iscrizione a ruolo.
© Riproduzione riservata