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Tsipras insiste: vogliamo il prestito ponte

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Tsipras insiste: vogliamo il prestito ponte

  • –Vittorio Da Rold

DUE RIFORME SU TRE

Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis,

ha annunciato: faremo il 70% delle riforme previste

nel piano di salvataggio

Il premier greco, Alexis Tsipras, quando parla in Grecia usa toni incendiari e barricaderi ma quando va all’estero usa un linguaggio più soft e diplomatico. E anche ieri a Vienna il neo premier non ha mancato di adeguarsi a questa regola aurea.

Il prestito ponte chiesto dalla Grecia ai partner europei «non peserà sui contribuenti europei per nemmeno un euro», ha dichiarato il primo ministro greco, ieri da Vienna, dove ha incontrato il cancelliere austriaco Werner Faymann, nel corso della suo “forcing” diplomatico per trovare alleati nell’eurozona contro le politiche di austerità .

«Il nostro programma prevede un prestito ponte dal 28 febbraio al 1 giugno», ha spiegato Tsipras, «in questo modo avremo lo spazio di manovra fiscale e il tempo per iniziare ad applicare il programma e ripristinare i servizi pubblici». «Chi scommette sul fallimento della Grecia, scoprirà di aver sbagliato», ha aggiunto Tsipras, «voglio assicurare che ci sarà un accordo con i nostri partner».

Il primo ministro greco ha poi affermato di «non aver ancora sentito di alcuna alternativa specifica o percorribile al nostro piano». Forse non aveva sentito l’avvertimento del presidente della Commissione Ue, Jean-ClaudeJuncker ,che lo invitava a non aspettarsi un accettazione del suo programma senza intoppi a Bruxelles domani all’eurogruppo e dopodomani al Consiglio dei capi di stato e di governo.

Il negoziato sul debito tra la Grecia e i partner Ue si concluderà con un «compromesso vantaggioso per tutti» e l’attuale fase di stallo e dovuta unicamente a «motivazioni politiche», ha poi incalzato Tsipras sempre in tono conciliante.

Nessun accenno da parte sua al discorso fatto in Parlamento domenica che ha mandato a picco la borsa di Atene e fatto balzare i rendimenti dei bond sulla volontà di mantenere tutte le promesse annunciate durante la campagna elettorale che lo ha portato a guidare il nuovo esecutivo e, nello specifico, il piano di urgenza per «curare le profonde ferite» dovute all'austerity imposta ad Atene.

Tsipras ha aggiunto che «la storia dell'Ue è sempre stata costellata di alta e bassi e si è sempre trovata una soluzione. Non vedo ragioni per cui non si possa trovare un accordo», mentre ha indicato che «non solo la Grecia è in crisi, ma anche l’Europa», ribadendo il suo punto di vista che sono le politiche di austerità ad avere avvitato la crisi in Europa .

Il premier austrico Faymann ha rilevato che «è un dovere» dell’Eurogruppo e dell’Ue trovare una soluzione alla crisi e che «Eurolandia deve restare unita nelle difficoltà», ma ha anche esortato la Grecia «a rispettare i propri impegni e il quadro generale» concordato con i partner oltre a insistere sull’importanza di migliorare l’efficacia amministrativa e la lotta contro la corruzione e l'evasione fiscale da parte di Atene, uno dei punti dove le riforme hanno fallito miseramente in Grecia, rendendo ancora più pesante la politica di austerità che ha colpito soprattutto la classe media e lasciando ampi sacche di evasione soprattutto agli oligarchi greci.

Anche il ministro delle Finanze greche, Yanis Varoufakis, ha spiegato conciliante la nuova linea: «Presenteremo le nostre proposte, e andremo avanti, per attuare profonde riforme in collaborazione con l’Ocse. A questo elenco aggiungeremo circa il 70% delle riforme e degli impegni previsti nell’attuale piano di salvataggio. Il restante 30% sarà o sospeso o cancellato».

Purtroppo la distanza fra le due parti negoziali appare distante sebbene non siderale. Ma Tsipras sa anche se Atene dovesse tornare alla dracma, questo renderebbe evidente che l’euro, senza un’unione fiscale, non sarebbe altro che un insieme di Paesi legati da un sistema di tassi di cambio fissi da cui ciascuno membro può uscire in ogni momento.

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