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Dossier Da Catania ad Enna il carcere diventa luogo di formazione

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Da Catania ad Enna il carcere diventa luogo di formazione

Fine 2014 e inizio d'anno scoppiettante in Sicilia, regione nella quale la cultura della legalità passa anche attraverso il ricordo dell'informazione con la schiena dritta e il recupero, costituzionalmente previsto, di chi espia o ha espiato una pena.

Il 26 gennaio a Siracusa è stato inaugurato un giardino botanico di circa 3.000 metri quadrati intitolato al giornalista siracusano del Giornale di Sicilia Mario Francese, ucciso 36 anni fa da Cosa nostra. L'iniziativa è dell'amministrazione comunale, su decisione del sindaco Giancarlo Garozzo. Per il delitto sono stati condannati in via definitiva alcuni componenti della cupola di Cosa nostra dell'epoca (Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Raffaele Ganci e Francesco Madonia) e l'esecutore materiale, Leoluca Bagarella. Il giardino botanico “Mario Francese”, approvato dalla soprintendenza ai beni culturali e ambientali, riqualifica una vasta area attorno alla biglietteria del parco archeologico, un passaggio obbligato per i turisti italiani e stranieri. Sono state impiantate, oltre al prato, più di 40 specie fra arbusti, piante erbacee perenni, stagionali, rampicanti, officinali e aromatiche. Inoltre, è in fase di completamento una vasca per le piante acquatiche.

In altre parole, quel che non è stato ancora del tutto possibile a Palermo, con un ampio parco della memoria a ricordo delle stragi che colpirono l'isola negli anni Novanta, a Siracusa è stato realizzato per chi, attraverso una penna e non per mezzo di una toga o di una divisa, combatteva la cultura e i disvalori mafiosi.

Molte anche le iniziative all'interno dei beni confiscati a Cosa nostra e nelle carceri tra ottobre e novembre 2014.

Ad Altavilla Milicia (Palermo) il 24 novembre, nel centro culturale polivalente “Cambio rotta”, bene confiscato alla mafia, sono partiti i corsi della Scuola di cucina del Mediterraneo ma a tenere banco sono stato gli istituti penitenziari.

Diciassette detenuti di età compresa tra i 18 ed i 21 anni del carcere minorile di Bicocca (Catania), hanno cominciato nell'Ente scuole edile un corso di formazione tecnico-pratico per effettuare interventi di riqualificazione nel quartiere di San Berillo Vecchio. L'iniziativa, resa possibile da un protocollo d'intesa firmato poche settimane prima da Comune, Ente scuola edile ed Accademia di Belle arti, rientra nell'ambito di un piano, approvato dal ministero della Giustizia, di reinserimento sociale di giovani che hanno subìto una condanna penale e sono detenuti o in regime di semilibertà. «Un momento di straordinaria importanza per Catania – ha commentato il sindaco Enzo Bianco – perché con questo intervento coniughiamo il recupero di energie giovanili, che vanno canalizzate nelle legalità e nel vivere civile, con i concreti interventi di ripristino di un quartiere storico di particolare rilevanza che da decenni attende di essere valorizzato».

La formazione dei giovani detenuti nella prima fase è avvenuta negli uffici dell'Ente scuola edile con un cantiere simulato nel boschetto della Plaia, per poi passare dal 16 dicembre all'istituzione di un cantiere di lavoro nel quartiere principalmente per il rifacimento di intonaci esterni.

Ad ottobre, invece, 30 detenuti del carcere di Enna hanno partecipato ad un corso di “addetto alimentarista” organizzato per il secondo anno consecutivo nella struttura dalla Confartigianato. Il corso è stato organizzato in collaborazione con l'associazione Spiragli, che da anni collabora con il carcere di Enna. «Il lavoro non è un'ulteriore pena da espiare – ha detto il segretario provinciale delle Imprese di Confartigianato Enna Rosa Zarba – ma un trattamento rieducativo e di reinserimento sociale. Ecco perché bisogna favorire la partecipazione dei detenuti ai corsi professionali, che risultano indispensabili per l'acquisizione di qualifiche spendibili anche dopo la scarcerazione». Il corso è stato rivolto agli addetti alla manipolazione degli alimenti, cioè a tutti coloro che hanno a che fare con cibi e bevande e nello specifico ai detenuti impegnati nella casa circondariale come cuoco, aiuto cuoco e inserviente di cucina, che subiscono spesso una rotazione. Tra gli esperti impegnati nel progetto il dirigente sanitario del Siam dell'Asp di Enna Giuseppe Stella, il biologo Rosario Velardita, la responsabile settore ambiente e sicurezza della Confartigianato Eloisa Tamburella e la responsabile del settore ambiente e sicurezza della Confartigianato Rosa Zarba, coadiuvati dai volontari dell'associazione Spiragli.

Tempo anche di consuntivi. Il centro operativo della Dia di Palermo, con le sezioni di Agrigento e Trapani, nel corso del 2014, nell'ambito dell'attività finalizzata all'aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dalla mafia, ha proceduto al sequestro di beni mobili, immobili, aziendali, quote e capitali societari, autoveicoli e imbarcazioni, per un valore di oltre 2 miliardi e 46 milioni. Sono stati confiscati beni per oltre 18 milioni.

r.galullo@ilsole24ore.com

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