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il naufragio della costa concordia

La tragedia della Costa Concordia: dall’urto contro lo scoglio del Giglio alla sentenza che condanna Schettino

Dopo l'arrivo a Genova del relitto della Concordia, la sentenza di primo grado al processo a Grosseto è l'ultima tappa di una vicenda tragica. Ecco una cronologia dei fatti.

13 gennaio 2012, ore 21.42 - La Costa Concordia salpata Civitavecchia per la prima tappa di una crociera nel Mediterraneo, 4.229 persone a bordo, urta lo scoglio delle Scole nei pressi del Giglio: sullo scafo, lato sinistro, si apre uno squarcio di 70 metri. La nave subisce un violento sbandamento e si arena su uno scalino roccioso: nell'incidente muoiono 32 persone. Già nelle prime ore dopo il naufragio emerge, in negativo, la figura del comandante Francesco Schettino, che abbandona la nave e lancia l’allarme in ritardo.

16 gennaio 2012 - È proprio su di lui che si concentrano le indagini: Schettino viene fermato, va prima in carcere poi ai domiciliari. Molti gli aspetti da chiarire: dal cosiddetto “inchino”, cioé una manovra di avvicinamento al Giglio per porgere una sorta di saluto, al comportamento del comandante durante il naufragio, all'invio di richiesta di soccorso .

17 gennaio 2012 - Schettino si difende dalle accuse di fronte agli inquirenti. Viene diffusa la sua telefonata dopo il naufragio con il capitano della Capitaneria di Livorno Gregorio De Falco: l'ordine di quest'ultimo a Schettino, quel “vada a bordo, c....”, fa il giro del mondo.

10 aprile 2012 - La Cassazione decide che Schettino resta ai domiciliari

18 giugno 2012 - Con le manovre per il 'taglio' dell'albero della nave, partono le operazioni di rimozione: esecutore del progetto un consorzio di imprese guidato dalla statunitense Titan e dall'italiana Micoperi.

5 luglio 2012 - Revocati i domiciliari a Schettino, obbligo di dimora a Meta di Sorrento.

20 dicembre 2012 - Chiuse le indagini sul naufragio, 8 gli indagati, tra cui Schettino: per lui le accuse sono di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse, abbandono di nave, omessa comunicazione dell'incidente alle autorità marittime.

15 gennaio 2013 - Medaglie d'oro al valor civile ai Comuni del Giglio e di Monte Argentario per gli aiuti offerti ai naufraghi.

10 aprile 2013 - Il gip accoglie la richiesta di Costa Crociere, che patteggia una sanzione da un milione di euro ed esce dall'inchiesta

22 maggio 2013 - Il gup rinvia a giudizio Schettino per tutti i reati contestati. Revocato l'obbligo di dimora.

20 luglio 2013 - Prime condanne per il naufragio: 5 coimputati patteggiano pene tra un anno e 6 mesi e due anni e 10 mesi. Si tratta del comandante in seconda Ciro Ambrosio, del terzo ufficiale Silvia Coronica, del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin, del responsabile sicurezza della Costa Crociere Roberto Ferrarini e dell'hotel director Manrico Giampedroni. Sono tutti accusati di omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. Gli ufficiali Ambrosio, vice di Francesco Schettino in plancia, Coronica e il timoniere Rusli Bin sono anche accusati di naufragio colposo.

16 settembre 2013 - Parte il “parbuckling”, la spettacolare operazione di rotazione della nave, che avviene sotto la direzione del sudafricano Nick Sloane. Il giorno dopo alle 4 del mattino l'allineamento è concluso: il capo della Protezione civile Franco Gabrielli annuncia la fine delle operazioni.

30 giugno 2014 - Il Consiglio dei ministri annuncia che il relitto dovrà essere demolito nel porto di Genova. Nei mesi precedenti erano state prese in considerazioni anche altre ipotesi, tra cui Piombino e un porto turco.

14 luglio 2014 - Terminate le operazioni di rigalleggiamento.

23 luglio 2014 - La Concordia lascia in Giglio trainata da due rimorchiatori oceanici, il Blizzard e il Resolve Earl per raggiungere il porto di demolizione, quello di Genova.

27 luglio 2014 - Dopo cinque giorni di navigazione, alle 11.38, il relitto della Costa Concordia entra nel porto di Genova.

11 febbraio 2015 - Sentenza del processo di primo grado condanna Schettino a 16 anni di reclusione e un mese di arresto. Per ora non andrà in carcere: il tribunale di Grosseto ha respinto la richiesta avanzata dalla Procura di una misura di custodia cautelare in carcere per Francesco Schettino, perché non esiste, secondo i giudici, un concreto pericolo di fuga. Il tribunale ha anche rigettato ogni richiesta di misura cautelare nei confronti di Schettino, compresa quindi la più grave, la custodia in carcere, o anche il semplice ritiro del passaporto per il divieto di espatrio. Schettino è stato anche interdetto per 5 anni come comandante di nave, condannato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e al risarcimento delle parti civili in solido con Costa Crociere.

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