BRUXELLES
I mercati finanziari hanno scommesso ieri su una rapida soluzione della crisi greca, acquistando azioni e obbligazioni del Paese. Sul fronte politico, invece, prevale la cautela, mentre oggi i ministri delle Finanze della zona euro si riuniranno a Bruxelles per un vertice straordinario durante il quale il governo greco presenterà le sue attese proposte.
Ancora ieri sera c’era incertezza sui contenuti del piano. La Commissione europea ha spiegato che l’incontro di oggi sarà preliminare, permetterà di toccare con mano la probabilità di una intesa entro la fine del mese. «Le attese per un accordo mercoledì o giovedì, in occasione del vertice europeo dei capi di Stato e di governo, sono poche», ha ammesso la portavoce dell’esecutivo comunitario Mina Andreeva.
Da un lato, il governo greco vuole che l’attuale programma di aggiustamento giunga a conclusione alla fine di febbraio, come promesso in campagna elettorale. Successivamente, l’esecutivo vuole un prestito-ponte da parte dei suoi creditori, mentre le parti negoziano un nuovo programma meno impegnativo e più leggero (pari al 70% del piano attuale). L’establishment comunitario non è felice di questa proposta.
Molti Paesi preferirebbero una proroga del programma attuale per evitare incertezza politica e finanziaria. Ricordano che l’idea di un prestito-ponte non è prevista dagli strumenti comunitari. Sottolineano inoltre che i partner della Grecia sono pronti ad aiutarla solo nel rispetto di condizioni. Da Istanbul, il commissario agli affari economici Pierre Moscovici ha detto: i greci «conoscono il nostro quadro di riferimento. Dobbiamo trovare una soluzione dentro a questo quadro, non fuori da esso».
Sul fronte diplomatico, il primo ministro Alexis Tsipras ha chiesto di poter parlare direttamente al telefono con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, alla vigilia dell’Eurogruppo di oggi.
Da Atene, funzionari citati dalla stampa greca hanno definito il colloquio «positivo», avvenuto «in un clima molto buono». A Bruxelles, la Commissione europea ha parlato di una conversazione che ha avuto luogo «in uno spirito positivo di cooperazione», anche se non vi sono state da parte greca «proposte concrete». La prudenza dell’esecutivo comunitario è comprensibile. Difficilmente un accordo sarà possibile già oggi. Si tratta dopotutto di una prima presa di contatto tra i ministri delle Finanze.
Ciò detto, vi è da parte di Bruxelles anche il desiderio di raffreddare le attese, per eventualmente sorprendere gli osservatori. La speranza di Moscovici è di trovare un accordo nell’Eurogruppo già fissato per il 16 febbraio («una riunione molto importante»), in modo da chiudere la partita entro fine mese. I mercati vedono il contorno di un’intesa nella quale Atene può contare su una proroga surretizia del programma (che permetta a Syriza di salvare le apparenze dinanzi ai greci), in cambio di nuove riforme.
Spiegava ieri un responsabile comunitario: «Vi sono sempre margini di manovra. I programma di aggiustamento sono strumenti vivi, che possono essere adattati. Ogni tre mesi sono rivisti. Ma i greci devono venire a Bruxelles con proposte convincenti. Non basta spiegare che Syriza è stata votata perché è contraria all’attuale programma, e che quindi bisogna rispettare la democrazia. I partner hanno gioco facile nel rispondere che i loro contribuenti non devono per forza dare altri soldi alla Grecia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA