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Un piano radicale per soddisfare le frange estreme

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Un piano radicale per soddisfare le frange estreme

  • –Vittorio Da Rold

«ABBASSO LA TROIKA»

Il ministro Varoufakis propone di sostituirla

con l’Organizzazione

per la cooperazione

e lo sviluppo economico

C’è molta ideologia radicale, per soddisfare la parte estrema di Syriza, un po’ di inesperienza e un pizzico di caos creativo, nel piano Tsipras per rilanciare la Grecia.

Alcuni spunti interessanti sono inseriti in fughe in avanti che farebbero spaventare anche il creditore più volenteroso.

Messa nel cassetto la prima richiesta di tagliare ancora il debito (haircut), Atene ha chiesto di agganciare il pagamento dei prestiti e degli interessi alla crescita del Pil del Paese. Una proposta che il linea di principio ha senso, ma che non riduce di molto l’esborso, visto che il Paese è previsto crescere nel 2015 del 2,5% e del 3,6% l’anno prossimo.

Il secondo elemento che l’esecutivo Tsipras chiede è l’abolizione della troika, un gruppo di lavoro che ha raccolto i funzionari dell’Fmi, Ue e Bce che, comunque, si occupavano quotidianamente di Grecia.

Se oggi se ne dovesse occupare il fondo salva-stati Esm, erede dell’Efsf, non ci sarebbe molto da ridire, anche perché allora l’Esm non c’era e oggi ha in mano 141,8 miliardi di euro pari al 45% del totale del suo debito (315,5 miliardi di euro). Certo l’Esm ha poca esperienza ma è il principale titolare dei crediti.

Atene chiede anche di mettere la sordina all’austerità e aprire a maggiori spese sociali. Effettivamente, secondo uno studio di Macropolis su 254,4 miliardi di prestiti internazionali e finanziamenti sul mercato alla Grecia, solo 27 miliardi di euro sono andati ad esigenze dello Stato, il resto è stato usato per pagare interessi, scadenze di obbligazioni e ricapitalizzazioni delle banche.

Insomma, al rilancio dell’economia reale è arrivato poco o nulla. Ci vorrebbe un accordo che parlasse anche di crescita, un «Greek Growt Compact», suggerisce Daniel Gros, presidente del Ceps di Bruxelles.

Ma invece di proporre alcune richieste in modo chiaro e circonstanziato, il nuovo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, lancia ballon d’essai a ripetizione, allo scopo di saggiare la reazione dei creditori. Così spaventa senza ottenere nulla in cambio.

L’ultima proposta è quella di sostituire l’”odiata” troika con l’Ocse, l’organizzazione internazionale, guidata dal messicano, Angel Gurria.

Poco importa che l’Ocse non sia il rappresentante dei creditori, anzi è molto meglio così, perché, secondo Atene, potrà svolgere con più equilibrio un ruolo importante per la sua indiscussa expertise nelle politiche strutturali.

Bisognerà cominciare dall’evasione fiscale di massa e qui, secondo il responsabile per le politiche fiscali dell’Ocse, Pascal Saint Amans, «la Grecia può recuperare ingenti somme dall’evasione». Almeno 60 miliardi di euro sono nelle banche svizzere, stima l’economista Gabriel Zucman e non è che la punta di un iceberg. L’allora ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, portò nel 2012 al suo omologo greco George Papacostantinou un primo elenco della lista dei facoltosi greci “pescati” nella lista Falciani della Hsbc di Ginevra. Per questo, la lista dei correntisti greci nella HSBC in Grecia si chiama lista “Lagarde”,ma alla denuncia dello scandalo non seguì nessuna indagine di rilievo.

L'obiettivo principale è quindi una riforma del fisco che cancelli i privilegi dei quali godono in particolare gli armatori, la cui esenzione dalle tasse sugli utili e' addirittura prevista dalla Costituzione.

Varoufakis fa sapere che è disposto ad accettare «solo il 70% delle riforme previste dal Memorandum», ma non è dato sapere quali sono quelle “rottamate”, probabilmente le più impopolari. Il segretario generale dell'Ocse, Gurria, è arrivato ieri sera ad Atene dove oggi incontrerà Varoufakis e il neo premier, Alexis Tsipras, nel tentativo di trovare una mediazione tra le posizioni del governo greco e quelle dell’Eurogruppo.

Obiettivo, trovare sostegno al piano che punta a ottenere un prestito ponte , in cambio di un nuovo pacchetto di riforme, ancora confuse.

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I NUMERI

141,8 miliardi

I crediti dell’Esm

Il debito della Grecia, pari al 45% del totale (315,5 miliardi di euro) in mano al Fondo salva-Stati Esm. L’Esm ha poca esperienza ma è il principale titolare dei crediti

27 miliardi

Dove vanno gli aiuti

Secondo uno studio di Macropolis su 254,4 miliardi di prestiti internazionali e finanziamenti sul mercato alla Grecia, solo 27 sono andati a esigenze dello Stato, il resto è stato usato per pagare interessi, scadenze di obbligazioni e ricapitalizzazioni delle banche