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riforma del credito cooperativo

Dl Popolari, la lente di Consob e Procura sulle «informazioni privilegiate»

Al momento il fascicolo non conta né indagati né reati. Ma la Procura della Repubblica di Roma vuole vederci chiaro nella supposta rivelazione di informazioni privilegiate sul decreto legge di riforma delle banche popolari. Un'operazione già paventata dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, nella sua audizione alla Camera, e che avrebbe provocato una scalata all'interno di alcuni istituti.

L’intervento degli intermediari finanziari londinesi
Le novità del decreto legge riguardano, soprattutto, l'introduzione dell'obbligo per le banche popolari con un attivo superiore a 8 miliardi di euro, di trasformarsi in società per azioni. Questa informazione, trapelata prima dell'effettiva emanazione del provvedimento, sarebbe filtrata in ambienti finanziari, al punto che intermediari con base a Londra - per conto di altri clienti - avrebbero provveduto all'acquisto di azioni di vari istituti. Tra questi ci sarebbe anche il Fondo speculativo Algebris, fondato da Davide Serra, imprenditore vicino al presidente del Consiglio Matteo Renzi che, tuttavia, il 30 gennaio scorso, sul “Sole 24 Ore”, ha precisato che «investiamo sulle banche popolari da marzo 2014».

Vegas: titoli Popolari in crescita anomala da inizio gennaio
Secondo Vegas, «la data in cui è possibile assumere che il mercato abbia avuto una ragionevole certezza dell'intenzione del governo di adottare il provvedimento è individuabile nel 16 gennaio 2015. In tale data, a mercati chiusi, il presidente del Consiglio ha annunciato la riforma del credito cooperativo. Il giorno in cui erano già circolate le prime indiscrezioni è determinabile nel 3 gennaio 2015», con un lancio dell'agenzia Ansa che annunciava l'imminente riforma ma senza entrare nel merito. Di fatto, secondo il presidente della Consob, «dal 3 gennaio al 9 febbraio 2015 i corsi delle banche popolari sono saliti da un minimo dell'8 per cento per Ubi a un massimo del 57 per cento per Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, a fronte di una crescita dell'indice del settore bancario dell'8 per cento circa; anche i volumi negoziati hanno fatto registrare consistenti aumenti».

Indagini Consob per accertare beneficiari delle operazioni
In particolare, è proprio la Banca dell'Etruria, il cui vice presidente è Pier Luigi Boschi, padre del ministro per le Riforme Maria Elena (la quale risulta essere azionista dell'istituto) ad essere nel mirino della Procura e del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, per le operazioni che risulterebbero sospette. Secondo la relazione di Vegas, infine, «le indagini avviate sono volte ad appurare l'identità dei beneficiari ultimi dell'operatività con margini di profitto significativi effettuata prima del 16 gennaio. La difficoltà di tali accertamenti, come in tutte le indagini di insider trading, è costituita dal fatto che spesso l'intermediario che opera in Borsa agisce per conto di propri clienti, i quali a loro volta possono essere soggetti giuridici organizzati in ramificate strutture societarie, spesso con sedi all'estero, rispetto alle quali può essere complesso risalire al controllante ultimo».

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