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Papa Francesco: «Basta imprenditori di morte che vendono armi ai Paesi…

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l’omelia a santa marta

Papa Francesco: «Basta imprenditori di morte che vendono armi ai Paesi in guerra»

Duro monito di papa Francesco contro la vendita di armi ai Paesi in guerra. Basta “imprenditori di morte” che vendono armi perché continui la guerra, ha detto nella omelia a Santa Marta. «“Ma, siamo imprenditori!” Sì, di che? Di morte? E ci sono i Paesi che vendono le armi a questo, che è in guerra con questo, e le vendono anche a questo, perché così continui la guerra. Capacità di distruzione». «Ma prendete un giornale, qualsiasi, di sinistra, di centro, di destra...qualsiasi. E vedrete che - ha sottolineato il Pontefice - più del 90% delle notizie sono notizie di distruzione. Più del 90%. E questo lo vediamo tutti i giorni».

«Offriamo questa Messa per i nostri 21 fratelli copti, sgozzati per il solo motivo di essere cristiani». Così, Papa Francesco all'inizio dell'omelia . «Preghiamo per loro che il Signore come martiri li accolga, per le loro famiglie, per il mio fratello Tawadros, che soffre tanto», si legge sul sito di radio Vaticana.

Il vescovo Martinelli a Tripoli: «Resto, mi taglino pure la testa»
Intanto, a Tripoli come in altri Paesi devastati dai conflitti, resta al suo posto il vicario apostolico monsignor Giovanni Martinelli, dopo l’evacuazione degli italiani dal Paese. «Devo rimanere. Come lascio i cristiani senza nessuno?» ha detto in un'intervista a Radiovaticana, in cui spiega che «c'è tanta paura tra i civili», non solo cristiani; si interroga sul ruolo della comunità internazionale nel cercare un dialogo con «questo Paese diviso che fa fatica a ritrovare innanzitutto l'unità interna». Dietro ai jihadisti, osserva infine «c'è il petrolio, i pozzi di petrolio della Libia, quelli del Golfo Persico, eccetera».

«Ho visto delle teste tagliate e ho pensato che anch'io potrei fare quella fine - ha detto monsignor Martinelli al Corriere della Sera -. E se Dio vorrà che quel termine sia la mia testa tagliata, così sarà. Anche se Dio non cerca teste mozzate, ma altre cose in un uomo».

«È un padre che rimane al suo posto - scrive oggi l’Osservatore Romano -, uomo di coraggio come il vicario apostolico di Bengasi, il francescano Sylvester Carmel Magro: per loro dobbiamo tutti pregare».

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