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Jobs act, Poletti: su contratto a termine resterà il tetto di 36…

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verso il cdm del 20 febbraio

Jobs act, Poletti: su contratto a termine resterà il tetto di 36 mesi. Stop ai nuovi Co.Co.Pro.

Il contratto a tempo determinato manterrà il tetto di durata a 36 mesi. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nell'incontro di oggi con le parti sociali sui decreti attuativi del Jobs act, secondo quanto riferiscono partecipanti alla riunione. Nel corso della riunione Poletti ha detto che il contratto di somministrazione e il lavoro a chiamata resteranno tra le tipologie contrattuali utilizzabili. Quanto alle collaborazioni, non si potranno fare nuovi contratti Cocopro.

Il ministro ha precisato che «questi sono gli orientamenti del suo dicastero». È possibile quindi, «visto che non c'è stata ancora discussione in sede di Consiglio dei ministri, che siano poi tradotti diversamente». In ogni caso il Cdm di venerdì 20 febbraio darà il via libera definitivo al contratto a tutele crescenti e a quello sui nuovi ammortizzatori sociali, ed esaminerà i decreti attuativi sulle tipologie contrattuali e sull'Agenzia delle ispezioni da trasmettere in Parlamento per il parere.

Poletti: su contratto termine resterà tetto 36 mesi
Il ministro del Lavoro nell'incontro sui decreti attuativi del Jobs act con le parti sociali ha assicurato che il contratto a tempo determinato manterrà il tetto di durata a 36 mesi. In queste settimane il governo stava ragionando sulla possibilità di ridurre la durata dei contratti a tempo determinato da 36 a 24 mesi, riducendo da 5 a 3 il numero massimo delle proroghe.

Restano interinale e lavoro chiamata, verso elimiazione co.co.pro
Il ministro del Lavoro, sempre secondo quanto riferito da partecipanti, ha aggiunto che il contratto di somministrazione e il lavoro a chiamata resteranno tra le tipologie contrattuali utilizzabili. Quanto alle collaborazioni, non si potranno fare nuovi contratti Cocopro. Nel periodo transitorio (potrebbe essere fissato al 1° gennaio 2016) gli attuali Cocopro verranno portati a scadenza, in attesa di una ridefinizione del confine tra lavoro autonomo e quale lavoro subordinato.

Cisl: via contratti “mascherati”, possibili 4-5 tipologie
«Ci aspettiamo che a fianco al contratto a tutele crescenti, un importante intervento che ha messo al centro il contratto a tempo indeterminato, ci sia una pulizia di tutte quelle forme 'mascherate' di lavoro autonomo che in realtà sono vera precarietà», ha affermato il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni, arrivando all'incontro convocato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, con le parti sociali sui decreti attuativi del Jobs act e in particolare sulla rideterminazione delle tipologie contrattuali. Alla domanda su quante forme contrattuali a suo giudizio possono rimanere, Petteni ha risposto: «se parliamo di lavoro subordinato, interinale e autonomo, penso che 4-5 sono in grado di soddisfare le esigenze del mondo del lavoro reale»

Barbagallo (Uil): eliminare forme precariato
«Devono rimanere solo quelle forme contrattuali che hanno una prospettiva di lavoro vero senza precariato» ha affermato invece il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, arrivando al ministero del Lavoro. Sul capitolo pensioni ed in particolare sulle modifiche alla legge Fornero, Barbagallo ha fatto sapere che tornerà a chiedere al ministro di convocare un incontro: «in caso di risposta negativa vedremo come autoconvocarci».

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