
ROMA. Il messaggio arriva di primo mattino. Da Arcore, dove ha deciso di rimanere per tutta la settimana, Silvio Berlusconi commissaria la Puglia, la regione di Raffaele Fitto, il leader dei dissidenti azzurri. Una dichiarazione di guerra a pochi giorni dalla manifestazione dei «ricostruttori» del centrodestra organizzata sabato a Roma da Fitto, che non sembra sorpreso da quella che viene letta come una vera e propria «rappresaglia».
Contemporaneamente,vanno avanti le trattative per tentare un’intesa sulle regionali di maggio che comprenda sia l’Ncd di Angelino Alfano che la Lega. Matteo Salvini però anche ieri ha ribadito il «niet» nei confronti di chi «governa con Renzi» e del «ministro dell’immigrazione». Un rifiuto che sembra difficilmente aggirabile. Anche perché Salvini deve fare i conti con i malumori di Flavio Tosi, il sindaco di Verona, che chiede di tenere fuori dall’alleanza anche Fi. Una prospettiva che preoccupa non poco Berlusconi, il quale teme di rimanere tagliato fuori e facilitare un’ulteriore perdita di voti in Veneto a favore della Lega, soprattutto in caso di vittoria del partito di Salvini.
Per questo ieri, al termine della riunione tenutasi nella sede di Fi a Piazza San Lorenzo in Lucina, si è deciso di mantenere aperte entrambe le possibilità. «Non è ancora il momento di fare ufficializzazioni sulle alleanze, ma ci stiamo lavorando», ha confermato la responsabile comunicazione di Fi Deborah Bergamini. Il patto con il partito di Alfano non è ancora chiuso. «Il centrodestra se si presenta diviso perde, non è in grado di contendere il governo al Pd di Renzi, se è unito invece vince» e quindi «non è questo il momento di porre veti. Noi dialoghiamo con tutti».
In ballo c’è la possibilità o meno di confermare l’unica Regione guidata da Fi: la Campania di Stefano Caldoro, nella quale le chance di vittoria si annullerebbero qualora non si arrivasse a siglare l’intesa con Ncd. Il partito di Alfano attende una risposta. «Le candidature verranno presentate contestualmente», spiega Gaetano Quagliariello, a conferma dell’indissolubilità delle scelte. «La Lega segua le parole del saggio Maroni, che propone come modello la coalizione che governa la Lombardia. Lì c'è tutto il centrodestra. E del resto anche ora in Veneto gli esponenti di Ncd-Ap sono in giunta con Zaia e nessuno li ha esclusi», ricorda il forzista Maurizio Gasparri.
Intanto però dentro Fi è il caos. La salita al Colle in solitaria del capogruppo alla Camera Renato Brunetta è suonata come una presa di distanza da parte dei big del partito (non c’era neppure la vicepresidente vicaria Maria Stella Gelmini). Ma la maggiore preoccupazione resta la frattura con i fittiani. Alla decisione di Berlusconi di commissariare la Puglia con un fedelissimo come l’ex sottosegretario alla Giustizia Luigi Vitali, Fitto ha reagito bollando l’iniziativa come «l’ennesimo errore» del Cavaliere, ma «detto questo non mi impressiono e non lascio il mio partito». Anzi, la manifestazione dei «ricostruttori» che si terrà sabato sarà l’avvio di una vera e propria campagna parallela, che vedrà Fitto la settimana successiva proprio in Veneto, dove i delusi tra i forzisti non sono pochi e mentre la Lega manifesterà a Roma contro il governo Renzi.