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Caos primarie Pd in Campania, Migliore e Di Nardo si ritirano

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politica regionale

Caos primarie Pd in Campania, Migliore e Di Nardo si ritirano

Le primarie del Pd in Campania, previste per il primo marzo, creano sconcerto e fuoriuscite dalle fila del partito. Si ritirano dalla competizione incandidati Gennaro Migliore e Nello Di Nardo (Idv). Solo ieri Mentre Massimo Paolucci, eurodeputato, dalemiano, si era dimesso dal partito dopo aver accusato alcuni candidati di presunte intese con politici tuttora considerati “cosentiniani” (vicini a Nicola Cosentino, ex sottosegretario oggi in carcere) e di accordi con esponenti campani della destra. Dopo di lui, Guglielmo Vaccaro, lettiano, con una lunga lettera aperta, ha annunciato la sua autosospensione dal partito, in disaccordo con la scelta dei vertici di far celebrare le primarie per la scelta del candidato governatore in Campania. Vaccaro era tra i principali sostenitori della necessità di convergere su un candidato unitario individuato nell'autorevole presidente del Cnr, Gino Nicolais, e oggi individua nei vertici locali del partito i responsabili della cattiva gestione delle primarie.

Si teme in realtà che si ripresenti un “Caso primarie” in Campania dopo quanto avvenuto in seguito a quelle per le amministrative di Napoli del 2011, quando polemiche e denunce indussero il candidato vincente, Andrea Cozzolino anche oggi in lizza, a fare un passo indietro, il partito ad annullare il voto e commissariare la segreteria.
Insomma, la competizione per la scelta del candidato del centro sinistra alla guida della Regione Campania si svolge in un clima rovente. «La mia decisione - scrive Migliore - è maturata in seguito al crescere delle tensioni registrate nel partito campano e divenuta definitiva dopo un colloquio con il presidente del Consiglio Matteo Renzi». E Gino Nicolais, scienziato, presidente del Cnr, ex ministro, che inizialmente aveva offerto la propria disponibilità, nei giorni scorsi l'ha definitivamente ritirata.

Così, dopo che la data delle consultazioni primarie è stata rinviata più' volte, domenica primo marzo il popolo del centro sinistra dovrebbe recarsi a scegliere il proprio candidato. In corsa restano tre concorrenti. Andrea Cozzolino, bassoliniano, ex titolare di un mega assessorato regionale all' Industria e all'agricoltura e per due volte eurodeputato, forte di quest'ultima esperienza promette massima attenzione al buon uso dei fondi europei per dare una scossa all'economia campana e, attraverso l'impresa, al lavoro. Suo diretto concorrente e avversario è Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno sospeso in seguito alla sentenza della Corte d'Appello di Salerno che ha sancito l'incompatibilità del ruolo di sindaco con quello di viceministro ai Trasporti del governo Letta, ricoperto tra il 3 maggio 2013 e il 22 febbraio 2014, rifiutando tutti gli inviti a optare per l'uno o l'altro incarico. De Luca ha presentato il proprio programma di governo per la Regione Campania che usa lo slogan “Mai più ultimi” su sistema dei trasporti, smaltimento dei rifiuti, utilizzo di fondi europei, sanità e sostegno ad anziani e minori.
Entrambi sono stati più volte invitati, a quanto sembra, dai vertici nazionali a ritirarsi dalla competizione, ma non hanno voluto. E da settimane vanno realizzando una instancabile campagna elettorale in tutta la regione.

In corsa c'è poi Marco Di Lello, coordinatore del Partito Socialista italiano e attuale deputato eletto con il Pd. Anch'egli ex assessore, con delega all'Urbanistica, della giunta regionale di Antonio Bassolino, da cui si dimise in polemica.

Preoccupazione sull'esito delle primarie, ha espresso ieri anche Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia: «Le primarie in Campania rischiano di riproporre una pagina opaca per tutta la politica italiana. Le molte denunce di queste ore, assieme al disimpegno di alcuni parlamentari e al ritiro di Gennaro Migliore, rendono forte e legittima la preoccupazione che il voto non sia impermeabile a infiltrazioni e sollecitazioni estranee al centrosinistra».

Insomma, i contendenti non chiedono altro che essere messi alla prova (si spera che le voci di apparentamenti con destra e cosentiniani vengano smentite nei fatti), mentre i vertici regionali hanno cercato di proporre senza riuscirci una soluzione unitaria e i vertici nazionali non sono riusciti a governare la vicenda. Il caso Campania rischia così di iscriversi alla lista delle primarie fallite dopo Napoli, la Liguria, l'Emilia. E l'effetto minimo che si teme per domenica è che tanti cittadini del popolo di sinistra finiscano per boicottare il voto.

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