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Nel 2014 deficit al 3%. Pil scende dello 0,4%, sotto i…

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i dati istat

Nel 2014 deficit al 3%. Pil scende dello 0,4%, sotto i livelli del 2000

Nel 2014 il Pil in termini di volume è sceso dello 0,4% (nel 2013 il calo era stato dell’1,7%), collocandosi sotto il livello registrato nel 2000. Peggiora il rapporto con il deficit: è salito al 3%, contro il 2,9 per cento dell’anno precedente. E il debito è record: è cresciuto dal 128,5% del 2013 al 132,1% del Pil, il massimo dal 1995, da quando cioè sono state ricostruite le serie storiche. Lo rende noto l’Istat, nel report dedicato a Pil e indebitamento delle pubbliche amministrazioni.

Negli altri Paesi il Pil in volume aumenta
Nel 2014 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1,61 miliardi di euro, con un aumento dello 0,4% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è però diminuito dello 0,4%, in controtendenza rispetto ai maggiori Paesi sviluppati, dove il Pil in volume è aumentato:
Stati Uniti (2,4%), Germania (1,6%) e Francia (0,4%).

Pesa il calo degli investimenti
Dal lato della domanda interna nel 2014 si registra, in termini di volume, una variazione nulla dei consumi finali nazionali e un calo del 3,3% degli investimenti fissi lordi. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 2,7% e le importazioni dell’1,8%. La domanda interna ha contribuito negativamente alla crescita del Pil per lo 0,6% (-0,8% al lordo della variazione delle scorte) mentre la domanda estera netta ha fornito un apporto positivo (0,3%).

Costruzioni il settore più in perdita
A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato cali in volume nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-2,2%), nell’industria in senso stretto (-1,1%) e soprattutto nelle costruzioni (-3,8%). Nell’insieme delle attività dei servizi vi è stato un lievissimo incremento (0,1%).

Indebitamento netto a quota -3%
L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil - tra i parametri cruciali considerati in Europa - è stato pari al -3,0% a fronte del -2,9% del 2013. In valore assoluto è di -49 miliardi di euro, in aumento di circa 1,5 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente. Il rapporto debito-Pil è salito al 132,1% contro il 128,5% del 2013. Il saldo primario (ovvero l’indebitamento netto meno la spesa per interessi) è stato positivo e pari, in rapporto al Pil, a 1,6% (1,9% nel 2013).

La pressione fiscale sale al 43,5%
La pressione fiscale complessiva è risultata pari al 43,5%, +0,1% rispetto al 2013. Le entrate totali della Pa nel 2014 sono infatti cresciute dello 0,6%. Quelle correnti sono aumentate dello 0,9%, grazie soprattutto all’incremento delle imposte indirette (+3,3%), in primis Iva e Tasi. In diminuzione, invece, quelle dirette (-0,9%), per effetto - scrive l’Istat - della marcata riduzione dell’Ires. In calo deciso (-21,3%) le entrate in conto capitale, soprattutto per la diminuzione delle imposte in conto capitale, a causa del venir meno del versamento una tantum dell’imposta sul riallineamento dei valori contabili ai principi internazionali dell’Ias.

Calcoli Mef: con 80 euro peso fisco scende 43,1%
Diverso il calcolo del Mef, per il quale nel 2014 la pressione fiscale effettiva è stata al 43,1% del Pil, in calo rispetto al 43,4% del 2013 e al 43,5% del 2012. Il Tesoro utilizza per il bonus da 80 euro un diverso metodo rispetto all'Istat. L'Istituto, che ha misurato invece una pressione del 43,5%, non classifica infatti l'intervento come riduzione del peso fiscale ma come spesa sociale.

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