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Zaia all’unanimità, Tosi commissariato

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Politica

Zaia all’unanimità, Tosi commissariato

Luca Zaia correrà sotto le insegne della Lega Nord per essere riconfermato alla guida del Veneto. Il consiglio federale ha ratificato all’unanimità la candidatura del governatore uscente dopo settimane di guerriglia al vertice del Carroccio. Matteo Salvini impone la linea ma per Flavio Tosi la sconfitta non si ferma qui. Perché il partito regionale viene sostanzialmente commissariato fino alle elezioni e i sostenitori del sindaco di Verona dovranno scegliere entro breve tra la Lega e la sua fondazione politica, entrambe decisioni, queste, scaturite dalla riunione del consiglio federale. Sette giorni agli iscritti per riflettere se si vuol stare da una parte o dall’altra. Tosi compreso.

Alla fine Salvini preferisce non parlare di redde rationem («ha vinto il Veneto») ma è lampante quanto non siano serviti a niente gli altolà dell’outsider per una soluzione negoziata e meno penalizzante. «Oggi ha vinto Via Bellerio sulla Liga veneta, se proprio vogliamo, che abbia vinto il Veneto la vedo un po’ dura» è la replica amara a fine giornata di Tosi. Che, a proposito della permanenza nella Lega, ammette di volerci «ragionare a mentre fredda». «Tutti faranno la scelta più saggia, non prendo in considerazione l’ipotesi che qualcuno esca» aveva spiegato prima, fiducioso, il segretario sulla permanenza del “rivale” nel Carroccio. Unico elemento di non aperto scontro di ieri la nomina di Giampaolo Dozzo, personalità super partes, a «mediatore» in Veneto nella speranza di un compromesso sul capitolo della composizione delle liste delle alleanze da metter su. Toccherà a lui «il compito di accompagnare e gestire le elezioni regionali», ha spiegato nel dettaglio il segretario federale, sottolineando che la costola di cui Tosi è segretario «non è commissariata» (nomina in scadenza a giugno).

Giovedì è già in agenda il consiglio della Liga che dovrà fare chiarezza sui punti in sospeso e non si esclude nemmeno la possibilità che parte delle richieste di Tosi, ad esempio su eventuali liste civiche a sostegno del governatore, sia accolta. In ogni caso saranno evitate eventuali - ancorché improbabili - soluzioni non concordate con il vertice come ha detto chiaro e tondo Salvini («voglio omogeneità nelle alleanze, l’ultima parola su questo l’avrò io»). Andare da soli o assieme a quali altri partiti rimane in effetti una questione non risolta per il Carroccio, sia sul piano nazionale sia localmente. Al momento il segretario riferisce di non avere in programma incontri né con Silvio Berlusconi né con Ncd. Un convincimento riguardo i centristi è che l’alternativa a Renzi non si costruisca con chi governa con Renzi. Per quanto attiene a Forza Italia invece «seguiamo il dibattito interno - annota Salvini - e una volta che si sarà concluso vediamo il da farsi». Peccato che sulle regionali in Veneto dal partito di Berlusconi arrivino segnali uguali e contrari. «Aspettiamo con pazienza e rispetto che termini la gazzarra all’interno della Lega fra una confusione di posizioni e di proposte in cui francamente mi è difficile raccapezzarmi», taglia corto Giovanni Toti, consigliere politico di Fi.

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